Un po’ basilica, un po’ fortezza: la chiesa di San Nicola Bari, gioiello romanico che custodisce le reliquie del santo a cui è intitolata, rappresenta il pilastro spirituale del capoluogo pugliese.
Situata nella città antica (la pittoresca ‘Bari vecchia’), a poca distanza dal mare e dall’altra chiesa storica di Bari (la cattedrale di San Sabino), San Nicola racchiude tra le sue navate la storia e l’identità stessa della città.
Tutto cominciò nell’anno 1087, quando sessantadue marinai baresi si recarono a Myra, una città dell’attuale Turchia, per trafugare le spoglie di San Nicola, uno dei padri del cristianesimo, e condurle a Bari. Nel possesso delle reliquie i baresi vedevano uno strumento per recuperare l’autorevolezza perduta e per tornare a governare sulla Puglia; con l’arrivo delle spoglie il miracolo avvenne. In questa vicenda rivestì un ruolo fondamentale il padre benedettino Elia, che decise e curò personalmente la costruzione prima di una splendida cripta, in cui ancora oggi si conservano i sacri resti di San Nicola, quindi – sopra a questa – della basilica vera e propria, edificata secondo il nuovo stile romanico che arrivava dalla Francia. In poco più di un secolo l’opera fu compiuta: era il 1197 quando la basilica venne consacrata e aperta a tutti i fedeli che da Oriente e Occidente giungevano per venerare San Nicola. La chiesa era stata progettata con tre navate e tre absidi, i matronei (corridoi superiori riservati alle donne) che correvano sopra le navate laterali, i portali e gli altri elementi decorativi scolpiti dai migliori artisti che a quei tempi lavoravano in Italia. Venivano dal Nord, infatti, e precisamente da Como, gli abilissimi artigiani che realizzarono il ciborio (una sorta di baldacchino in pietra) che copre l’altare maggiore: è un capolavoro di scultura e architettura, con capitelli ornati da angeli e figure sacre, colonne decorate, cupole e cupolette di sorprendente leggerezza. Risale al 1150 ed è il più antico di Puglia.
Al centro dell’abside principale è collocata la celebre Cattedra di Elia, fondatore della basilica: questa sedia episcopale, un trono degno di un monarca, venne fatta scolpire alla sua morte, nel 1105, come monumento funebre. Di grande impatto sono le figure di cariatidi che sostengono il sedile, scolpite con tale perizia che sembrano respirare, vivere, soffrire; straordinarie sono anche, sul retro della sedia, le raffigurazioni di due schiavi che, aggrediti da belve feroci, si contraggono in una smorfia di dolore.
Lo splendore della basilica, amplificato da interventi successivi (i dipinti del Quattrocento, il soffitto ligneo del Seicento), è in sintonia con la profonda devozione che pellegrini e fedeli di ogni epoca, passando a Bari, hanno rivolto al Santo che riposa nella cripta. San Nicola è la figura attorno a cui la città si raccoglie e si riconosce (a Bari, e in tutta la Puglia, Nicola è il nome più diffuso), ma è anche un simbolo di pace e riconciliazione, con lo sguardo rivolto al Mediterraneo e all’Oriente, sua terra d’origine.