Nella continua evoluzione che caratterizza il nostro tempo (spesso troppo rapida e talvolta neppure coordinata), può essere la longevità la chiave di volta per creare un mondo in cui tutti possano vivere meglio e più a lungo, grazie alla cura diffusa e condivisa del pianeta e delle persone? Il tema sembra imporsi con crescente intensità all’attenzione internazionale
“L’ultimo passo nel complesso processo di miglioramento del mondo, dovrebbe essere solo una formalità e portare tutti all’azione”, così ha sostenuto, di recente, a Milano, in un evento per il lancio della nuova edizione italiana di TWELVE, il magazine del Gruppo Serviceplan dedicato all’innovazione nel marketing, Nic Palmarini, Direttore del UK National Centre of Ageing (NICA) .
“Una volta raccolti e organizzati tutti i dati, individuate cause ed effetti, e convinti tutti che esiste una strada migliore, non resterebbe altro che premere il pulsante e avviare il processo. Purtroppo, però, non esiste un’unica azione che possa invertire il cambiamento climatico, eliminare gli sprechi nella catena di approvvigionamento, sradicare l’obesità o risolvere il problema del traffico. Serve invece un approccio progressivo”.
“Se esistesse un pulsante per il progresso, saremmo tutti sani, ben istruiti, ben nutriti e passeremmo molto più tempo con le nostre famiglie in case spaziose e a impatto zero. Ma non è così – anzi, sotto certi aspetti le cose stanno peggiorando. La pandemia ci ha suggerito che era arrivato il momento di recuperare il senso della complessità, invece di semplificare tutto come “ora”, “immediato”, “presente” e, allo stesso tempo, “infinito”. La ricerca sulla longevità non riguarda solo la biologia, ma anche la comprensione delle relazioni tra i sistemi naturali del nostro pianeta. E forse per questo è la “ricerca delle ricerche”.
Tutti d’accordo sull’esistenza di una vita e un mondo migliore? E tutti disponibili a modificare il complesso delle proprie convinzioni valoriali? Fosse così! Occorre, invece, un approccio progressivo. E allora si parta pure così, dalle piccole cose!
Le grandi aziende e i brand importanti, tra i primi a “mescolare le carte”
Il concetto non è semplice: “I brand dovrebbero iniziare a spostarsi dal concetto di catena del valore a quello di strato del valore, dove i valori si manifestano simultaneamente e si sovrappongono, richiedendo ai sistemi di adattarsi ai cambiamenti costanti”, spiega ancora Nic Palmarini. “Scegliere ambassador di comunicazione o interpretare gli eventi globali per tradurli in messaggi efficaci richiede nuovi strumenti, che permettano ai brand di mescolare continuamente le carte e trovare la combinazione vincente quasi in tempo reale, senza snaturare i propri valori”.
“Si è visto chiaramente l’anno scorso, nel corso della manifestazione Best Brands Italy. Lo avevamo previsto con quattro, cinque anni di anticipo, che le classificazioni generazionali venissero superate da una logica di servizio orizzontale in cui tutti si scambiano esperienze. Padri e figli che confrontano le classifiche del Fantacalcio sui loro iPhone o che perdono ore di produttività su YouTube. Insegnanti e studenti che sorseggiano un flat white da Starbucks. Madri e figlie che tifano insieme i concorrenti di X Factor o dell’Eurovision. Nonni, genitori e figli che chattano liberamente su FaceTime, WhatsApp o Zoom. E tutti, prima o poi, acquistano qualcosa su Amazon. Non siamo forse già in un universo di brand intergenerazionale?”
“Anche quando aspiriamo alla diversità, siamo protagonisti di un remix continuo, guidato dagli algoritmi. I brand devono riconoscere che potremmo tutti avere le stesse priorità, necessità e desideri, sovrapposti in forma quantistica. Abbiamo accesso a tutto e a tutti. Siamo tutti nella stessa piscina, allo stesso tempo. E l’unico modo per costruirne una nuova, più pulita e confortevole, è farlo insieme”.
Pact4Future su questi temi apre un dibattito collettivo
La crisi climatica avanza, le disuguaglianze crescono e il dialogo pubblico si polarizza. Di fronte a queste sfide globali, invece di accelerare il passo verso un mondo più equo e sostenibile, si percepisce un arretramento. Aziende, istituzioni e governi che fino a poco tempo fa si dichiaravano impegnati nell’affrontare i grandi temi del nostro tempo – dall’inclusione sociale alla sostenibilità ambientale – sembrano frenare, disorientati da un contesto sempre più incerto e frammentato. Non è il momento di tornare indietro. Pact4Future nasce proprio con l’obiettivo di rivedere, ma non abbandonare, l’impegno su queste tematiche fondamentali, creando uno spazio di confronto dove visioni diverse possano incontrarsi e generare soluzioni condivise.
“Equità, rispetto e accesso alle opportunità sono valori a cui non possiamo rinunciare indipendentemente dagli scenari geopolitici in cui viviamo. Scienziati, mondo economico e società civile devono costruire un nuovo patto per rendere il futuro accessibile e giusto per tutti. Pact4Future vuole contribuire a questo patto con la forza dei dati, della ricerca e delle best practice di aziende e organizzazioni. La storia dobbiamo costruirla insieme. Non dobbiamo aver paura della diversità ma trasformare la super diversità in occasioni per lo sviluppo e la crescita.”, afferma Francesco Billari, rettore dell’Università Bocconi.
Pact4Future per guardare avanti: People
La seconda edizione di Pact4Future, lo scorso marzo, è stata articolata in tre giornate, ognuna dedicata a un tema chiave per costruire un futuro più giusto e sostenibile: People, Purpose e Planet. Dalla giustizia generazionale alla salute globale, dalla sostenibilità politica della transizione verde alla longevità, fino al ruolo delle imprese nella promozione di una leadership responsabile, il forum ha offerto un’ampia panoramica sulle grandi sfide che ci attendono.
Non si si è trattato di semplici discussioni teoriche. Pact4Future vuole essere un laboratorio di idee e di best practice, dove esperti, policy maker, imprenditori e giovani innovatori possano proporre soluzioni concrete e replicabili.
Il futuro equo tra le generazioni passa attraverso scelte consapevoli e politiche mirate: le sfide dell’accesso al lavoro e alla casa per i giovani, devono potersi conciliare con la garanzia di dignità e inclusione degli anziani. “Per meglio comprendere i rapporti tra le generazioni”, spiega Vincenzo Galasso, direttore del Dipartimento di Scienze sociali e politiche della Bocconi, che ha affrontato il tema, “è necessario dotarsi di uno strumento che aiuti a misurare questi legami. Un indice di giustizia intergenerazionale che consenta di valutare l’equità dei rapporti e aiuti i policy-maker e i cittadini a fare scelte eque rispetto alle possibili diseguaglianze socioeconomiche basate sull’età, con l’obiettivo di migliorare la coesistenza di diverse generazioni in società che invecchiano”.
Occorre accendere anche il focus su salute globale e longevità, analizzando il ruolo della superdiversità nelle società moderne, le disuguaglianze nel sistema sanitario e le nuove frontiere della longevità e della medicina rigenerativa. “La capacità di prepararsi alle emergenze, non è solo una questione tecnica, ma un imperativo etico e sociale”, sottolinea Alessia Melegaro, professoressa di Demography and Social Statistics della Bocconi. “Prevenire significa proteggere. Agire significa prendersi cura degli altri. Solo così possiamo trasformare la scienza in uno strumento di equità e progresso”.
Pact4Future per guardare avanti: Purpose
“Il concetto stesso di corporate purpose, di soggetto sociale, è stato negli anni scalfito dall’evoluzione degli eventi”, spiega Gianmario Verona, professore di Innovation management della Bocconi. “Fino al tracimare in quest’anno complesso di guerre, MAGA (Make America Great Again), DOGE (Department of Government Efficiency), e dove tutto è messo in discussione da un individualismo e un neoliberismo che sembrano tornare imperanti. Per il purpose (che rappresenta l’essenza stessa del business, la ragione per cui un’azienda esiste, un assunto che travalica l’aspetto puramente economico e la capacità di generare profitto e si estende all’impatto che l’azienda ha sulla società e l’ambiente in cui è inserita), quindi, il 2025 è l’anno dell’esame di maturità. Se supererà l’esame, il purpose diventerà un momento essenziale nello sviluppo di un’impresa. Se non lo supererà, cadrà nel dimenticatoio delle tante mode aziendali”.
“Bisogna partire dalla Costituzione italiana quando dice ‘L’eguaglianza e la solidarietà, la dignità umana e la libertà, e tutte le altre grandi parole della Costituzione chiedono di essere vissute, esercitate, agite, scoperte e riscoperte, e soprattutto praticate quotidianamente, pena la loro inevitabile decadenza in sterile retorica”, spiega Marta Cartabia, Prorettrice all’Impegno Sociale e agli Affari Istituzionali, Università Bocconi. “I verbi che le accompagnano – esercitare, svolgere, adempiere, partecipare, promuovere – sono un invito all’azione, una chiamata alla responsabilità, un richiamo a un compito- in sintesi il purpose”.
Pact4Future per guardare avanti: Planet
La transizione verde è una sfida globale, ma anche politica, economica e sociale. Per analizzare le strategie che rendono il cambiamento sostenibile e inclusivo, si deve affrontare il ruolo delle politiche pubbliche e delle imprese nell’innovazione sostenibile. Come spiega Italo Colantone, direttore del Centro Green della Bocconi, “una transizione verde politicamente sostenibile deve essere necessariamente giusta e inclusiva. Occorre disegnare delle politiche che minimizzino l’impatto redistributivo, soprattutto su chi è già più vulnerabile, e che vadano a compensare il più possibile chi viene direttamente penalizzato”.
Il dibattito deve focalizzarsi anchre su come trasformare le sfide ambientali in opportunità, attraverso soluzioni innovative e nuovi modelli di sviluppo capaci di proteggere il pianeta. “Ripensare il valore del Pianeta significa superare le visioni contrapposte di populisti, economisti e ambientalisti”, spiega Valentina Bosetti, professoressa di Economia Ambientale. “Bisogna riconoscere che l’economia e l’ambiente non sono due mondi separati ma al contrario, sono profondamente intrecciati: le scelte economiche influenzano il clima e gli ecosistemi, e gli impatti ambientali hanno conseguenze dirette e misurabili sull’economia, sulla produttività e sul benessere delle persone, specialmente su quelle in condizioni di fragilità economica”.
Il discorso si fa lungo e complesso. Ma non si può rinunciare a farlo, anche se il percorso è irto di complessità e problemi. Noi, senior Grery Panthers, continueremo su questa strada.