L’autore, Marco Tonus, disegnatore di Pordenone nato nel 1982, è stato premiato in occasione dell’ultima edizione del Festival Internazionale a Ferrara. Un concorso promosso dalla Rappresentanza della Commissione europea, Internazionale e Voxeurop.eu.
Disegno da sempre. La formazione grafica arriva tutta dalle letture chiave dell’adolescenza, dal Braccio di Ferro di Segar a Jacovitti, da Silver a Pazienza. Fondamentale l’incontro poi con le riviste, di satira e non, italiane e non: Cuore, Il Vernacoliere, Charlie Hebdo, Fluide Glacial. L’incontro del fumetto con le tematiche politiche, sociali e di costume mi ha sempre incuriosito e coinvolto: la satira disegnata ha un compito importante e difficile, fare sintesi intelligente o – almeno – divertente. Il vignettista in Italia è una professione praticamente impraticabile al di fuori di alcune alte cerchie editoriali: si fa quel che si può e nel frattempo si fa anche altro. Io, ad esempio, faccio il grafico, collaboro ad autoproduzioni e arbitro tornei di briscola.
Come è nata l’idea alla base della sua vignetta? Qual è il messaggio che voleva trasmettere?
L’idea viene dal risultato delle elezioni europee del maggio scorso, che hanno segnato l’avanzata delle estreme destre e degli antieuropeisti: non propriamente la vittoria dei boy scout. Nella vignetta si vede una anziana Europa cieca, accompagnata ad attraversare le strisce da un naziskin. Nessun giudizio, se non la rappresentazione di quello che è, senza troppi fronzoli.
Perchè partecipare a questo concorso?
Avevo partecipato due anni fa, ricevendo una menzione speciale del pubblico. Il concorso è una occasione per confrontarsi sullo stato della satira nei media italiani. Visto che nè le vignette nè i giornali se la passano bene, meglio un premio di un funerale.
A parte la sua, quali erano le vignette migliori quest’anno?
Scelta ardua, i vignettisti sono vendicativi…Quella del siculo Dario Campagna, che si avvicinava alla mia, come concept ma, per mia fortuna, è disegnata diversamente, e quella di Marilena Nardi, poetica anche quando illustra tragedie come quelle dei migranti.