L’Unione europea ha messo a punto una risposta strategica più forte e articolata per salvare vite umane e gestire meglio i flussi migratori.
La situazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale, ogni giorno più pressante, ha indotto la Commissione Europea a presentare una serie di misure che possono essere adottate dagli Stati membri dell’UE, Italia in primis.
Valorizzando il lavoro svolto negli ultimi due anni per salvare vite umane in mare e gestire il numero crescente di arrivi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, è necessario che tutti i soggetti coinvolti intensifichino e accelerino ora i loro sforzi per fronteggiare l’urgenza crescente della situazione, in linea con gli impegni assunti dai leader dell’UE.
Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato: “La situazione drammatica nel Mediterraneo non costituisce un fatto nuovo e non ha carattere temporaneo. Negli ultimi due anni e mezzo abbiamo compiuto enormi progressi verso la creazione di una genuina politica UE della migrazione ma l’urgenza della situazione ci impone ora di dare un serio impulso ai nostri sforzi collettivi e di non lasciare sola l’Italia. Tali interventi devono essere incentrati sulla solidarietà – con le persone che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni e con i nostri Stati membri maggiormente sotto pressione. Allo stesso tempo dobbiamo intervenire, in sostegno alla Libia, per combattere i trafficanti e rafforzare i controlli alle frontiere così da ridurre il numero di persone che intraprendono viaggi pericolosi verso l’Europa.”
La Commissione europea intende incrementare ulteriormente la capacità delle autorità libiche grazie a un progetto dotato di 46 milioni di euro e preparato congiuntamente con l’Italia; finanziare la creazione in Libia di un centro di coordinamento e soccorso marittimo pienamente operativo; aumentare i finanziamenti per la gestione della migrazione in Italia di ulteriori 35 milioni di euro da mobilitare immediatamente e garantire una piena mobilitazione delle agenzie dell’UE.
Oltre a questi intervento da applicare direttamente nei Paesi di partenza dei migranti, gli Stati membri della Commissione dovrebbero contribuire in modo più sostanziale al Fondo fiduciario UE-Africa per integrare il contributo di 2,6 miliardi di euro del bilancio UE. Contribuire, di concerto con la Commissione, anche ad accelerare il dialogo con la Tunisia, l’Egitto e l’Algeria per incoraggiarli a intervenire in operazioni marittime di ricerca e salvataggio.
L’Unione europea e i suoi Stati membri hanno gradualmente messo a punto una risposta strategica più forte e articolata per salvare vite umane e gestire meglio i flussi migratori nel Mediterraneo centrale. Ma la perdita di vite umane e i continui flussi, composti soprattutto da migranti economici costituiscono un problema strutturale che desta preoccupazioni serie e urgenti. La Commissione ha quindi individuato interventi specifici che i diversi soggetti possono attuare per tradurre in pratica impegni formali presi ma mai applicati.