Una serie di articoli, pochi, per illustrare una fetta di popolazione che conosciamo bene, i senior di nuova generazione. Per sentirci più capiti e… per farci capire di più!
Attivi, brillanti, fisicamente validi eppure insospettabilmente âgé, ricchi di interessi, impegni e progetti, i senior di nuova generazione sfuggono ai più, confusi tra la popolazione degli adulti giovani. Una recente ricerca di GfK Eurisko[1] che ha esaminato la popolazione italiana dei 55-74enni (12.472.871 persone), con un reddito netto mensile familiare di oltre 1900 euro (reddito di cui dispone, nel nostro Paese, il 43% delle famiglie di over55) ne trae un profilo decisamente vitale. Interessati alla cultura e spesso ancora alla professione, i “senior del benessere” (così denominati dalla ricerca) sono capaci di apprezzare anche ritmi di vita meno frenetici, che consentono pensiero, tempo libero, divertimento e piacere. Sono persone vivaci e sensibili alle opportunità e ai nuovi fenomeni sociali, ai progetti e alle iniziative sul piano socio-culturale. Si muovono con equilibrio e sobrietà, nella vita come nei consumi. Hanno nel complesso un atteggiamento sereno nei confronti della vita, sanno di aver fatto molto per la società, la famiglia, gli amici, e sono curiosi, in questo momento, di sperimentare nuovi interlocutori, con i quali scambiare esperienze e aspirazioni. E, tra gli amici da “coccolare” sentono di mettere, finalmente al primo posto, anche se stessi.
“Questo target, unito da età anagrafica e reddito buono o almeno discreto, include realtà molto differenziate. A parità di età anagrafica, ci sono realtà diverse che dipendono da situazione psicologica, ciclo di vita, alfabetizzazione tecnologica, progettualità”, spiega Paolo Anselmi, vice presidente di GfK Eurisko e responsabile del team di questa Ricerca, “Il sottosegmento più evoluto (che noi abbiamo denominato pantere grigie) condivide una visione molto positiva del futuro, con ancora qualche attaccamento verso la professione e una maggiore progettualità per il tempo libero dal lavoro. Nella percezione di queste persone l’ingresso nella terza età non comporta particolari cambiamenti: continueranno a investire finanziariamente, nei consumi tecnologici, mediatici e culturali, nello sport e nel tempo libero. I new senior, invece”, continua Anselmi, “stanno cercando di conciliare, con qualche contraddizione, la perdita di centralità lavorativa con i nuovi interessi del tempo libero e i dilemmi esistenziali sul declino che avanza: da un lato affermano di avere molti progetti ed essersi creati parecchi interessi; dall’altro appaiono un po’ preoccupati per il futuro. Da un lato sono contenti per il loro reddito e i risparmi conseguiti, dall’altro la sicurezza economica è per loro un valore da salvaguardare.”
“Ci sono poi gli appagati e gli ordinari”, spiega Rosanna Savoldelli, responsabile della ricerca “Senior”, “composti da persone che in genere avevano attività e impieghi lavorativi non particolarmente gratificanti, che godono oggi dell’idea o della possibilità di dedicare maggior tempo ai propri interessi, anche molto semplici. Abbiamo classificato, infine, old senior e housewife, un sottosegmento medio, tendente al basso, più tradizionale, che vive questo tempo senza nessuna apparente gioia compensativa.”
Questo, dunque, il profilo dei 55-74enni in Italia, radiografati con particolare interesse perché la popolazione dei senior, non solo nel nostro Paese, ma anche in Europa e nel resto del mondo, costituisce un fenomeno demografico importante che sta cambiando la natura socioeconomica del pianeta.
Le persone nate tra il 1946 e il 1964, protagoniste dell’incremento demografico che le etichettò come Baby Boomers, cominceranno a raggiungere i 65 anni di età dopo il 2010 e, secondo le proiezioni, costituiranno, nel 2050, il 20% della popolazione, contro l’attuale 12%. (Al momento sono le persone di 80 anni o più a rappresentare la porzione di popolazione che sta crescendo più rapidamente in molti Paesi).
Nel 2017 il numero degli over65 supererà per la prima volta quello dei bambini sotto i 5 anni (le ultime previsioni Istat stimano che la quota in Italia potrebbe addirittura superare il 33% entro il 2050, il che significa 3 anziani ogni giovane tra 0 e 14 anni).
Entro il 2040 la popolazione over65 del pianeta crescerà dagli attuali 506 milioni a 1,3 miliardi di persone. Con il 32,6%, l’Italia sarà preceduta solo da Giappone e Singapore.
Nel 2050 i centenari potrebbero essere 6 milioni, contro gli attuali 340 mila. Questa la stima del rapporto An Aging World: 2008, condotto da Kevin Kinsella e Wan He, ricercatori dell’U.S. Census Bureau, International Population Reports, e commissionato dal National Institute on Aging (Nia)[2].
[1] GfK Eurisko- “I senior del benessere”- 2008
[2] Kinsella, Kevin and Wan He- U.S. Census Bureau, International Population Reports,
P95/09-1, An Aging World: 2008,U.S. Government Printing Office,Washington, DC, 2009.