Primavera è sinonimo di giovinezza, di freschezza. Dopo mesi di pioggia guardo finalmente il sole e l’unica cosa che mi viene in mente è che la luce aperta di un giorno di marzo sottolinea le rughe e le mie certamente non hanno bisogno di ricevere una speciale attenzione per essere notate. Un pensiero maligno, che rischierebbe di rovinarmi la bella stagione fin dal suo esordio se non mi ribellassi con decisione. D’altronde voglio uscire e per far questo le mie rughe in giro me le devo pur portare. Sono troppo vecchia per vergognarmi del mio aspetto. Non ho più quindici anni da alcuni decenni per cui proprio non è cosa.
Cosa devo fare della mia primavera? Devo viverla, ecco cosa devo fare. Penso che la risposta sia viverla per come sono e per come ho sempre fatto, ed è esattamente quello che farò. Fatelo anche voi, fate quello che preferite, ma non chiudetevi in casa lasciando fuori le belle giornate. Andate a passeggio, fate shopping-terapia, andate dall’estetista, a teatro, al cinema, iscrivetevi a un corso di cucina o di danze tirolesi o di ricami anarchici, andate a giocare a golf o tennis o cricket o chi per essi, programmate un week end fuori porta, impegnatevi in attività di volontariato. Insomma, fate qualcosa di utile alla comunità e voi stessi. Quello che non dovete fare è trascinarvi, lamentarvi, diventare mentalmente reumatici e artritici. Non è semplice avere ogni giorno l’animo predisposto all’ottimismo, ma nessuno vi vieta di provarci. Anzi sarebbe buona cosa che prendeste tale impegno seriamente e lo consideraste come un imperativo interiore. Non perdete la voglia di ridere e di fare battute. Diventate saggi, ma restate un po’ cattivi. Un po’ di cattiveria male ma non fa, così come un po’ di saggezza. Leggete, imparate, informatevi. Se volete prendete anche gli integratori che si trovano in commercio, ma il miglior integratore di tutti è la curiosità, unita al desiderio di sperimentare e all’amore per la novità e il cambiamento. Non smettete di cercare cose belle, di amare le cose belle. Seguite il consiglio di Franz Kafka: “La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio.”
Certo, come diceva Mark Twain, “La vita sarebbe infinitamente più felice se nascessimo a ottanta anni e ci avvicinassimo gradualmente ai diciotto”, ma è anche vero che ha ragione Gabriel Garcia Marquez quando afferma che “la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza”.
Quando vorreste lasciarvi andare e perdervi nel solco delle vostre rughe pensate che la strada più semplice per la salvezza della vostra anima è quella che il tempo ha tracciato sul vostro volto. Non cedete alla tentazione di arenarvi su una panchina, su una sedia o su un divano ad aspettare lo scorrere dei giorni, non smettete di rendervi utili al prossimo, di desiderare e di sperare.
Fate vostro un grande aforisma di Camillo Sbarbaro: “Nella vita come sul tram, quando ti siedi sei al capolinea.”