LA MAESTRA FRANCESCA È DAVVERO TROPPO VECCHIA?
Ci sono genitori ossessionati dal rendimento scolastico dei figli, che li vogliono iscritti alle scuole più esclusive, non sono mai soddisfatti dei voti e pretendono che abbiano insegnanti selezionati in base a severissimi criteri di preparazione. A me tutto ciò non è mai interessato. In tutta semplicità sono convinta che i miei bambini abbiano un rendimento più che soddisfacente, frequentino una scuola a suo modo esclusiva, la scuola elementare statale del quartiere in cui abitiamo, e abbiano le migliori insegnanti che ci siano, tra cui la mitica Maestra Francesca. La Maestra Francesca non si limita a svolgere benissimo il programma, fa molto di più.
Innanzitutto ha spiegato ai suoi alunni che la cosa importante non sono i voti che si prendono oggi, ma quello che si impara per la vita. Ha insegnato loro ad amare Leopardi e Ungaretti, ma insiste molto sulla grammatica, perché dice che senza preparazione adeguata il talento non serve a niente. Non è cosa di poco conto. Insomma non è soltanto un’insegnante, bensì una guida. Lei sa bene che i bambini sono ciò che di più importante esprime una società, perché essi rappresentano la prospettiva, il futuro. E si è sempre comportata di conseguenza. Devo umilmente ammettere che di cose ne ha insegnate anche a me, negli scorsi quattro anni.
Quando la settimana scorsa io e gli altri genitori abbiamo appreso che non potrà concludere il ciclo intrapreso quattro anni fa e seguire i suoi amatissimi alunni in quinta ci siamo rimasti davvero male. Il motivo? Pensionamento forzato per raggiunti limiti d’età. Non mancanza di vigore, brillantezza d’ingegno, impegno e volontà. Vale a dire che si fanno leggi per tenere al lavoro gente che vuole andare in pensione e si manda in pensione gente che vuole continuare a lavorare.
La maestra ha pianto, i bambini pure, noi abbiamo il magone. Abbiamo parlato con la Maestra Francesca, che vorrebbe restare almeno un altro anno per concludere il ciclo che ha iniziato quattro anni fa. Ci terrebbe molto, perché è una persona seria, appassionata al suo lavoro e soprattutto perché vuole bene ai suoi bambini. Dice che insegnerebbe anche gratis, l’anno prossimo, pur di restare con loro. Ma non si può.
Allora abbiamo chiesto al provveditorato di farci sapere se era possibile procrastinare di un anno il suo pensionamento o trovare una qualche soluzione che potesse garantire in qualche modo la presenza della maestra al fianco dei suoi alunni. Capire come muoversi in questo scivoloso ambito è più che difficile, quasi impossibile. Così siamo stati costretti a navigare a vista. Abbiamo raccolto firme, inviato lettere, chiesto udienza al preside, ai funzionari, e al provveditore. Un muro di gomma. L’unica cosa che ci hanno fatto sapere, per vie traverse e con una certa prosopopea, è che ci sono delle regole e che le regole vanno rispettate alla lettera. Siccome veniamo tutti da Marte, non lo sapevamo. Comunque suona strano sentire ciò, nel Paese delle eccezioni. La maestra lavorerebbe gratis, ma non la vogliono nemmeno gratis, perché deve essere rimossa in quanto vecchia, anche se nel guazzabuglio del regolamento pare che se uno vuole star lì gratis forse, e sottolineo forse, una possibilità ci potrebbe essere. Noi continueremo a insistere, perché è un peccato, e un delitto, che il patrimonio intellettuale ed educativo della Maestra Francesca vada perduto.
Con tutto il rispetto e la considerazione per i precari e per i giovani che aspettano di entrare nella scuola come insegnanti di ruolo – il caso della brava e giovane maestra dell’altro mio figlio, che ogni anno non sa se sarà riconfermata – noi vogliamo la nostra Francesca, che per noi non è superata, semmai insuperabile.
L’età anagrafica non conta niente, quando si pensa. Il pensiero ha di bello che annulla il tempo e cancella distanze e generazioni. Invece la burocrazia in questo caso ce le ha ricordate con protervia.
La Maestra Francesca è un bell’esempio di bella scuola che funziona bene: ma bisogna rinunciare a questa persona di grandi qualità, è giunta l’ora metterla da parte, perché le cose stanno così e sono immodificabili. Pur restando le eventuali deroghe da applicarsi in altri casi, beninteso.
Questo a quanto pare dice il regolamento, e il regolamento non prevede eccezioni. Ma interpretazioni sì. Non resta che mettersi d’accordo su una questione: il buonsenso va considerato un’ eccezione o una regola?
(contributo di Clementina Coppini)