In questa nostra età, pericolosamente aperta a sviluppi diversi e inclinazioni contradditorie, esposti come siamo a navigare tra un ottimismo di maniera e un pessimismo nerissimo, passando comunque di giorno in giorno da un estremo all’altro, non facciamo molta attenzione a incontri e piccoli gesti che hanno il potere di ridisegnare il vissuto quotidiano
Nel bene e nel male: possono essere, per dirla con Grace Paley,” piccoli contrattempi del vivere” e come tali vanno accolti, senza trasformarli in segnali di sventura; ma possono anche essere sussulti di meraviglia, doni inattesi. Come un incontro con un vecchio amico o una vecchia amica che non vedi da vent’anni e ti “riconosce”, possono essere sogni che ti richiamano il passato , anche un po’ ridicoli, ma che hanno il potere di farti ridere, possono essere un film… un libro.
Come la raccolta di poesie di Vivian Lamarque, L’amore da vecchia lo è stata per me. E cosa ci può dire la poetessa ottantenne? Non certo una riflessione teorica sulla vecchiaia. E nemmeno l’amore per la politica (o per il potere?) che persiste indomito, come Joe Biden che ha annunciato che nel ’24 si ricandiderà per la seconda volta, e se rieletto finità il suo mandato a 86 anni. No niente di tutto questo e molto di più. E il molto di più è la lontananza da discorsi teorici e la vicinanza alle piccole cose quotidiane, che emergono come fossero abitanti di un mondo incantato, a nostra portata solo se sappiamo coglierlo.
L’amore da vecchia è l’amore per la vita, per tutto ciò che ci può ancora dare la vita, senza ottimismi fuori luogo, anzi con una certa riluttanza ad ammettere che un po’ le secca essere arrivata a questa età :
“ Perché non sono un baobab e questa è l’infanzia? //Numero d’anni avere davanti quanto le stelle sulle teste// degil alberi. E giorni ancora di più”). L’’amore per la natura, per gli alberi, per i fiori (“ A volte, a qualche sua pianta// preferita, per festeggiare//dà da bere con il bicchiere .//…Come dirle: oggi ho scelto//te, per le altre non ce n’è”). Per gli animali, per la figlia , per nipotini, per i treni, per le vecchie e spesso spopolate sale cinematografiche, per i film, per i vecchi amanti e persino per quelli che non sanno nemmeno di essere stati amati. E anche per i morti, che sono lontani e forse hanno freddo (“tremate tutti quanti lì ?//dormite sempre sempre?) , anche per la sua, di morte. (Alla sua età //è normale morire// Nessuno si meraviglia//se un alla sua età// muore. Nessuno. //Ma lei sì!// Lei che sarei io, sì// Sì , lei is meraviglierà,//io mi meraviglierò.//Tanto!)
E anche per se stessa (“Però anche vecchiaia è bellezza, capelli color//della neve, pelle rigata come belle cortecce//e alcuni che ti vogliono bene e alcuni //che ti cedono il posto in tram)
E’ una voce incantata, una voce di bambina che interroga e si interroga, con ironia dolce e a volte inquieta, mai lamentosa. Sapiente di una leggerezza che tutti vorremmo avere e che molti noi avvertono come un traguardo ancora da raggiungere. Una leggerezza che viene dal fatto di amare le cose che fai e le persone che ti stanno incontro, persino le cicatrici (“che anche lei//la cicatrice//persino lei//la cicatrice//possa//un giorno//divenntare//quasi//felice?”)