Visti o asilo, ma anche relazioni politiche e strategiche dell’Unione europea con i Paesi vicini: questi i nodi da sciogliere. In che modo? Il pacchetto sull’immigrazione ha lanciato le prime misure, cui seguirà una lunga serie di provvedimenti che saranno approvati entro la fine dell’anno. Le relazioni con i Paesi del Sud del Mediterraneo in materia di migrazione, mobilità e sicurezza punteranno a favorire la mobilità, anche per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro europeo. Il principio generale sul quale le relazioni saranno basate è quello di condizionalità: sostegno e aiuti in cambio del rispetto delle regole, il più rigoroso possibile. Viene inoltre proposta la modifica del regolamento esistente sui visti, che semplifica il quadro normativo e prevede, in situazioni di emergenza, di ripristinare l’obbligo del visto per contrastare eventuali fenomeni di immigrazione irregolare. Infine, la relazione annuale su immigrazione e asilo contiene raccomandazioni per prevenire l’immigrazione irregolare, agevolare quella regolare e sviluppare un sistema comune di asilo a livello europeo.
Inizia così a delinearsi quella che presto sarà una vera e propria politica comune europea sull’immigrazione, basata sui principi del Trattato di Lisbona: integrazione, condizionalità, rispetto delle regole. In parallelo, l’Unione ha presentato un piano nuovo e ambizioso per le relazioni con i Paesi vicini, non soltanto quelli della regione mediterranea, ma anche quelli ad Est, nell’ex Unione Sovietica. Vengono sostanzialmente aumentate le risorse a disposizione, con più di 1,2 miliardi che vanno a integrare i 5,7 miliardi già stanziati fino al 2013, e gli strumenti finanziari della Banca europea per gli Investimenti e della BERD. Queste risorse andranno ovviamente a sostenere il processo di democratizzazione in corso in molti Paesi, soprattutto nel Nord Africa. Tra i maggiori beneficiari, il vasto mondo della società civile che sta emergendo in quei Paesi, e le imprese che stanno nascendo o che si devono consolidare, anche attraverso dei flussi commerciali rafforzati. Sarà stimolata anche la mobilità di lavoratori, giovani e studenti nell’area e con l’Unione.
La stabilità dell’area euro-mediterranea si rafforza attraverso l’apertura reciproca e un solido partenariato: di alternative non ce ne sono. È evidente che la crisi sta complicando la capacità di intervento, anche da parte dell’Europa, ma non si può dire che l’UE non stia dando risposte alle sfide attuali, che sono di portata epocale e di grande criticità, ma anche cariche di elementi promettenti.
(Rappresentanza a Milano della Commissione Europea)