Complice l’invecchiamento della popolazione da un lato, e dall’altro la forte denatalità delle nuove generazioni che versano sempre meno contributi per la precarietà dell’occupazione, negli ultimi anni si sono susseguite numerose riforme che hanno cambiato i requisiti e l’età per andare in pensione, facendo slittare di anno in anno l’età pensionabile. E quindi nasce spontaneo domandarsi se mai riusciremo ad andare in pensione e a che età. Vediamo di fare chiarezza con le norme attualmente in vigore, facendo il punto dei requisiti anagrafici e contributivi richiesti.
Il 20 gennaio scorso è partito il confronto tra Governo e sindacati per definire le linee generali della revisione del sistema pensionistico. Le novità dovranno arrivare sul tavolo dell’Esecutivo entro aprile 2022 ed entrare in vigore dal prossimo anno. Nel frattempo, restano oggi ancora valide le norme della Legge 92 del 28 giugno 2012, nota come “Legge Fornero”, alla quale si affiancano le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2022. L’aumento della speranza di vita media comporterà un incremento dell’età minima per andare in pensione, adeguando in questo modo il periodo della vita lavorativa alla durata della vita media, senza causare un eccessivo aggravio della spesa pubblica per la previdenza sociale.
Il sistema di adeguamento automatico delle pensioni è basato sull’indicatore statistico (la speranza di vita) elaborato dall’Istat con cadenza biennale. Inizialmente la legge del 2010 prevedeva un adeguamento ogni tre anni, ridotti a due (a partire dal 2019) dalla riforma Monti-Fornero. I primi due adeguamenti sono scattati rispettivamente nel 2013 e nel 2016. Nel triennio 2016-2018, infatti, l’età richiesta per la pensione di vecchiaia è salita a 66 anni e 7 mesi per gli uomini e 65 anni e 7 mesi per le donne.
Un ulteriore adeguamento (stabilito da un decreto ministeriale del giugno 2018) è stato nel 2019: l’età per la pensione di vecchiaia è salita a 67 anni per tutti, uomini e donne, dipendenti e autonomi. Innanzitutto sarebbe opportuno che ogni lavoratore, vicino al raggiungimento della pensione, controllasse il proprio estratto contributivo o richiedesse all’Inps il certificato ECOCERT (ovvero un estratto contributivo certificato dall’Inps). Inoltre è possibile controllare il numero delle settimane contributive accreditate all’Inps, attraverso il nuovo estratto denominato: estratto CARPE, per verificare le settimane contributive di lavoro maturate ed il calcolo della pensione, secondo i diversi sistemi di calcolo pensionistico: retributivo, Misto e contributivo.
Età pensionabile nel 2022
In primo luogo va sottolineato come il calcolo dell’età pensionabile al fine di determinare quando andare in pensione è calibrato su due requisiti:
- anzianità anagrafica : l’età di una persona dalla data di nascita
- anni di contributi : periodo di versamento dei contributi presso le casse previdenziali
Importante è comprendere come eseguire il calcolo degli anni di contributi, inteso come periodo per il quale si sono versati i contributi, comprensivo dei periodi di lavoro regolari e dei contributi figurativi, sapendo che se si possiedono periodi di contribuzione in casse differenti è possibile sommare i vari momenti.
- 1 anno contributivo corrisponde a 52 settimane
- 1 mese corrisponde a 4,333 settimane
Oggi il sistema prevede:
- La pensione di vecchiaia cui hanno diritto tutti i lavoratori assicurati con la previdenza obbligatoria e che all’età stabilita per legge (67 anni dal 2019 al 2022, ma che aumenterà progressivamente se aumenta la speranza di vita) abbiano un’ anzianità contributiva di almeno 20 anni
- svariate modalità di pensionamento anticipato rispetto all’età della pensione di vecchiaia (Pensione anticipata della legge Fornero, APE volontario o sociale, Isopensione, Quota 102, pensione anticipata per mansioni usuranti e per i lavoratori precoci, Opzione Donna, ecc.) che vedremo in dettaglio piu avanti.
Nelle prossime puntate le analizzeremo nel dettaglio.