Letto su soldi on line. E’ forse prematuro per grey panthers vivaci come noi, ma…. meglio portarsi avanti nella conoscenza.
L’Italia invecchia e la cura delle esigenze degli anziani sta diventando un business sempre più interessante: se ne sono accorti da tempo vecchi e nuovi protagonisti di Piazza Affari, dove è ormai possibile puntare su aziende impegnate ad offrire servizi sanitari o finanziari agli anziani, mentre ancora mancano strumenti del risparmio gestito pensati per sfruttare tale tematica.
C’è un’industria in Italia che indipendentemente dal governo in carica, dal prezzo del petrolio o dalla maggiore o minor crescita economica è destinata ad un crescente successo: quella dei servizi per gli anziani. Il perché è facile intuirlo, ricordando come già lo scorso anno l’Istat, nelle sue previsioni, parlasse di una popolazione che nel 2050 su 55,9 milioni di abitanti (contro i 58,6 stimati per il 2006) rischia di vedere oltre 18,8 milioni di ultrasessantacinquenni (il 32% del totale) a fronte di soli 12,6 milioni di underventicinquenni (il 21,5%). Logica conseguenza della sempre maggiore diffusione di modelli di vita da ‘single’ o contraddistinti dalla procreazione di un unico figlio, cui neppure gli ipotizzati flussi di immigrazione riescono a porre rimedio.
Ma se l’Italia invecchia, con vecchi sempre più spesso soli, ecco sorgere sempre più ampie esigenze in termini previdenziali (per garantirsi una serenità in termini economici) e assistenziali (perché nonostante il generale miglioramento delle condizioni di vita e sanitarie con l’età acciacchi e malanni più o meno seri non possono che aumentare). Così non stupisce che nell’ultimo rapporto Movimpresa tra i settori più dinamici in termini di natalità imprenditoriale si notino, accanto ai ‘soliti’ settori immobiliare e dell’energia, il settore sanitario (al 31 dicembre scorso esistevano in Italia 27.313 imprese, il 3,8% in più del 2005) e il settore dell’intermediazione finanziaria (111.458 imprese, +2,23%).
Un’evoluzione di cui si iniziano a vedere i primi segnali anche a Piazza Affari, dove ancora non ci sono, a differenza che a Wall Street (dove da anni sono presenti S.C.I. o Bradford) società di pompe funebri, ma dove tra i gruppi che per primi si sono mossi, investendo da un lato in strutture socio-sanitarie quali cliniche e case di riposo, dall’altro puntando sul business dei finanziamenti agli anziani, si è fatto notare il gruppo De Benedetti, che qualche giorno fa ha annunciato, dopo l’accordo del 25 gennaio scorso, che la banca d’affari Merrill Lynch ha acquisito una partecipazione in Società Finanza Attiva (che con l’occasione ha cambiato la propria denominazione in Euvis), società specializzata nello sviluppo di soluzioni finanziarie per la famiglia e la terza età fondata nel 2004 da Cofide e dall’amministratore delegato, Paolo Buzzonetti, per introdurre sul mercato italiano i prestiti vitalizi ipotecari destinati alla terza età (i ‘lifetime mortgages’).
In più Cir, tramite Hss, è attiva fin dal 2002 nel settore dei servizi ospedalieri (ha preso in gestione per 18 anni l’ospedale di Suzzara, con circa 130 posti letto e un fatturato 2005 di 25 milioni di euro), della riabilitazione (6 comunità terapeutiche di riabilitazione psichiatrica oltre a centri per recupero/rieducazione funzionale) e nei servizi residenziali socio-sanitari per malati cronici (residenze Anni Azzurri, primo operatore italiano con complessivi 2.600 posti letto). Un business che nel 2005 ha generato complessivamente 104 milioni di euro di fatturato e 5,5 milioni di Ebitda.
E dato che il business legato alla terza età e all’assistenza in genere sta diventando sempre più interessante, ecco che a Milano è sbarcata nei mesi passati Arkimedica, società che dal 1997 ha iniziato ad operare nel settore dei prodotti medici entrando nel capitale di Cla, società attiva fin dagli anni ’50 del secolo scorso nella produzione e commercializzazione di letti per degenza ospedaliera e di arredi per ospedali, case di riposo e comunità in genere. Investimento cui si sono aggiunti quelli in Sogespa, attiva nel settore della gestione di case di riposo, Delta Med, forniture di articoli ad uso ospedaliero, e Icos, impianti di sterilizzazione e lavaggio farmaceutico ed ospedali e in Domani Sereno (settore sanitario-assistenziale privato) in cui di recente Ras è entrata con una quota del 20% del capitale.
Ma l’invecchiamento della popolazione può agire anche in un modo meno diretto eppure con conseguenze per titoli quotati (o quotandi) a Piazza Affari: per molti esperti di marketing, infatti, uno dei motivi del graduale recupero della Rai nei confronti di Mediaset rispetto ai successi registrati dal gruppo di Silvio Berlusconi fino a tutti gli anni ’90 del secolo scorso, vi è il progressivo invecchiamento dell’audience televisiva, che dunque ritroverebbe nell’offerta di ‘mamma Rai’, da sempre più ‘istituzionale’ e maggiormente in linea con un profilo ‘seniores’ di utente, caratteristiche via via più in linea coi propri gusti. Una deriva che se continuasse potrebbe avere importanti conseguenze economiche favorevoli alla Rai (di cui però non si parla più di possibile quotazione, dopo il fervore registrato poco più di un anno fa), meno per i suoi diretti concorrenti.
Gli esempi potrebbero continuare, anche solo ricordando come l’invecchiamento della popolazione e la sempre più scarsa copertura previdenziale pubblica favoriranno la raccolta dei fondi pensione e, dunque, premieranno quei gruppi che si saranno dimostrati in grado di intercettare per tempo i relativi flussi di investimento (anche se occorrerà capire, magari già iniziando ad analizzare i primi dati emersi a fine anno, chi saprà muoversi meglio, se le agenzie assicurative, le filiali bancarie o le reti di promotori finanziari).
Come già nel caso delle energie da fonti rinnovabili e dell’eco-industria, anche i servizi per gli anziani non paiono aver ancora indotto particolari sforzi di marketing da parte degli intermediari italiani, così se volete evitare di perdere tempo a cercare singoli titoli, per provare a scommettere sulla carica delle ‘pantere grigie’ non vi resta che provare a selezionare un fondo della categoria ‘azionari salute’, informandovi prima se accanto agli investimenti in aziende del settore farmaceutico e biotecnologico trovano spazio gruppi attivi nei servizi per la salute.