Legge elettorale, la grande paralisi

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Alfano: Pdl unito e sì al governo”. Si tratta di una intervista al vicepremier che, secondo il quotidiano, “prova a ricucire: Berlusconi non dividerà il suo partito”, “’Il Consiglio Nazionale? Dovrà essere una festa per tutti’”.

In grande evidenza un titolo sul terzo Plenum del Partito comunista cinese: “’Il mercato è decisivo per la Cina’”. Dal Conclave segreto arriva la svolta”.

La Stampa: “Sconto Irpef, dubbi del governo”, “Lavoro giovanile, vertice europeo a Roma. Letta: battere i populismi. Paralisi sulla legge elettorale, stoppata al Senato l’ipotesi doppio turno”.

In evidenza una intervista al ministro del Lavoro: “Giovannini alla Ue: fuori dal deficit gli investimenti in capitale umano”.

Sotto la testata: “Sulle unioni civili i notai sfidano la politica con i patti di convivenza”, “Il 30 novembre consulenze gratuite”. E in grande evidenza anche alcune cifre: “90% I medici obiettori al Sud”, “Il successo delle legge sull’aborto: in 35 anni interventi dimezzati”.

A centro pagina, con foto della cupola di San Pietro: “La guerra (persa) di Roma per salvarsi dagli storni”.

La Repubblica: “Legge elettorale, la grande paralisi”, “I veti incrociati dei partiti bloccano la riforma, il Senato boccia la proposta Pd sul doppio turno. Pdl nel caos, Berlusconi: ho paura della decadenza”, “Renzi affonda il superPorcellum. Lavoro giovanile, a Roma il vertice europeo”.

A centro pagina: “Riina ordina dal carcere: uccidente il pm Di Matteo”.

La foto che campeggia al centro della prima pagina è dedicata alla tragedia delle Filippine: “Nella città cancellata dal tifone”.

Il Fatto: “’Papa Francesco, attento alla mafia’”, “Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, lancia l’allarme sul ‘Fatto’: ‘Il Pontefice vuole fare pulizia, ma questo non piace alla ‘ngrangheta. Chi si è nutrito del potere della Chiesa è nervoso. Se i boss potessero, gli farebbero lo sgambetto: è pericoloso’”.

In taglio basso: “Il ruggito del Caimano, ‘Se decado il governo è finito’”

Il Giornale: “Bomba dei grillini sui morti di Nassirya”, “Alla Camera rendono onore al kamikaze che uccise i nostri soldati”, “E dopo 10 anni è polemica sulle medaglie”.

A centro pagina, foto del ministro dell’Economia: “Se il ministro infanga il Cav (e signora) in trattoria”, “Saccomanni beccato a insultare l’ex premier”.

E sul “futuro del centrodestra”: “Forza Italia, l’ora degli under 30”, “Berlusconi: il mio dolore? Nel Pdl c’è gente che divide”.

Sulla Legge di Stabilità: “Manovra, il Pd fa naufragio sulle spiagge in vendita. Altolà ai furbetti di Google”, “L’Europa che ci chiede ancora austerity approva un bilancio pieno di finti tagli”.

L’Unità: “L’Europa resta senza lavoro”, “La ripresa è alle porte ma la disoccupazione peggiora in tutti i Paesi. In Italia previsto un picco fino al 13%. Letta spinge i partner: servono nuove scelte. A Roma il vertice Ue per rilanciare l’occupazione”.

A centro pagina il richiamo ad una intervista al ministro delle Riforme istituzionali: “Quagliariello: non sarà il Cav a tenerci uniti”.

In evidenza la foto di un guanto insanguinato: “’La picchio, aiutatemi’, Storie di uomini violenti” (voci raccolte nei consultori).

Il Sole 24 Ore: “Effetto Bce sui BoT. Tassi ai minimi storici”, “I rendimenti dei titoli annuali scendono allo 0,688%. Acquisti dalle banche centrali estere”, “Bankitalia: sistema bancario solido, migliora l’economia”.

In taglio basso: “Siniscalco lascia Assogestioni”, “Al centro della vicenda il ruolo ricoperto al vertice della banca d’affari Morgan Stanley”

Disoccupazione, governo

Su La Stampa una intervista al ministro del Lavoro Enrico Giovannini, a Parigi per il vertice dei capi di Stato europei dedicato alla disoccupazione. Sulla no tax area proposta da due parlamentari di Pdl e Pd come emendamento alla legge di Stabilità, dice che “in quel caso si tratta di aiutare i contribuenti che hanno un reddito non tassato, che non necessariamente coincidono con i poveri. Credo invece che sia necessario e urgente introdurre uno strumento nazionale di contrasto alla povertà, come il Sia, il Sostegno alla Inclusione Attiva, che abbiamo presentato a metà settembre”, alla quale hanno lavorato molti studiosi. “L’idea è di smetterla di disperdere risorse pubbliche in mille direzioni e creare invece un sostegno di inclusione sociale – cosa molto diversa dal reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle – che alla componente monetaria affianchi l’impegno da parte dei beneficiari a cercare lavoro, mandare i figli a scuola, sottoporsi alle visite mediche eccetera”. Giovannini spiega che per coprire tutti i poveri assoluti nel nostro Paese – circa 4,8 milioni di persone – servirebbero 6 o 7 miliardi.

Sulla disoccupazione, Giovannini torna sul bonus per le aziende che assumono giovani, e dice che dal 7 agosto a ieri sono arrivate oltre 15 mila domande, al ritmo di circa 1000 a settimana. In linea con queanto previsto dal governo. L’86 per cento riguarda nuove assunzioni, il 14 la trasformazione di contratti da tempo determinato a indeterminato. Il 55 per cento degli assunti ha meno di 24 anni. Il 60 per cento dei richiedenti sono aziende con meno di venti addetti.

Pdl

Angelino Alfano, intervistato dal Corriere della Sera, conferma di voler perseguire la linea di salvaguardia del governo, e spiega: “Ma quale sarebbe l’altra linea? Solo gli ipocriti e i cinici non dicono che in caso di elezioni anticipate, se mai ci fossero, il Presidente Berlusconi non sarebbe candidabile”, “se è vero, come è vero, che il caso Berlusconi giudiziariamente non è chiuso e potrebbe riaprirsi nel 2014, allora proprio lui, nel 2015, potrebbe tornare in campo. Ecco perché credo ancora in una soluzione unitaria”. Parteciperete al Consiglio Nazionale? E quali garanzie chiedete? “Non abbiamo bisogno di garanzie, ma che venga tenuto fermo il discorso pronunciato dal nostro leader il 2 ottobre al Senato, avendo inoltre la certezza che la linea politica del partito non sia affidata a radicalismi, falchismi o estremismi vari”. Ci sarete? “Di sicuro non andremmo a rovinare la festa del nostro Presidente, mentre tiene a battesimo la nascita della nuova Forza Italia. Confidiamo sia un giorno di festa per tutti”.

“Questo governo va sostenuto, non basta Silvio a tenerci insieme” è il titolo di una intervista a Gaetano Quagliariello che compare su L’Unità.- Il ministro, alla domanda se sia convinto dal nuovo tentativo di mediazione tra falchi e colombe, risponde “no, perché non mi risulta alcuna mediazione”. Cosa volete voi governativi? “Il due ottobre abbiamo posto due problemi. Il primo: nelle condizioni economico-sociali date la caduta del governo non farebbe bene all’Italia, né al centrodestra, né a Berlusconi. Il secondo problema è un dato di fatto: la leadership di Berlusconi deve essere affiancata da un partito strutturato”. Sono necessarie, per Quagliariello, due certezze: “Quale linea politica rispetto al governo Letta e garanzie interne”, “il Consiglio nazionale di sabato non può essere un espediente per prendere tempo e ricominciare il giorno dopo”. Andrete al consiglio nazionale o no? “Secondo me, senza un accordo politico chiaro, credo non sia opportuno andare”.

Secondo La Repubblica “il Cavaliere spera ancora nell’intesa”. Al capo dei lealisti Raffaele Fitto avrebbe detto: “Dobbiamo evitare la scissione, Raffaele, devi aiutarmi anche tu”. Si parla quindi di un “lavorio” incessante in vista della resa dei conti annunciata per sabato: Fedele Confalonieri e Gianni Letta continuano un pressing diplomatico: “La tentazione ultima di un Berlusconi tornato in ambasce, indeciso (a Roma, ndr) è l’ennesimo forfait. Congelare e rinviare a dopo la decadenza l’appuntamento clou di fine settimana”, secondo La Repubblica. I falchi fiutano il pericolo, Fitto si precipita a Palazzo Grazioli, Denis Verdini fin dal mattino di ieri cerca di impedire il rinvio: è stata contattata – scrive il quotidiano – la gran parte degli 861 componenti del Consiglio Nazionale per procedere alle prenotazioni per tutti delle stanze d’albergo e mettere il Cavaliere di fronte al fatto compiuto, a scanso di ripensamenti dell’ultima ora.

Su Il Foglio: “I ministeriali rinviano ad oggi la conta sul documento, incerti se disertare il Consiglio Nazionale di sabato”. La linea degli alfaniani sarebbe quella di disertare l’assemblea, contrapponendo un documento politico filo-governativo in calce al quale sarebbero state raccolte 300 e più firme. Tra i senatori del Pdl riuniti ieri si è fatta strada la richiesta di concordare la linea sulla decadenza del Cav prima di affrontare il voto sulla manovra, con l’obiettivo di dilatare i tempi della Finanziaria fino al 27 novembre, data del voto sulla decadenza del Cav, e intensificare la pressione sul Pd per far slittare il pronunciamento sulle sorti di Berlusconi. “Oltrettutto – scrive Il Foglio – Berlusconi spera in buone nuove dagli Stati Uniti (documenti) e da Strasburgo (risposta al suo ricorso) che gli consentano di reclamare la revisisione sul suo processo infausto e il rinvio del voto sulla decadenza. Meglio allora un Pdl unito alle sue spalle”.

Su Il Giornale: “Resa dei conti Pdl, lo stop degli alfaniani”, “mediatori al lavoro per scongiurare la scissione, rinviato ad oggi il summit dei governativi”. Secondo il quotidiano “sfuma l’ipotesi di spostare l’assemblea prevista per sabato”. Il quotidiano dà anche conto delle dichiarazioni del Cavaliere ieri sera in un incontro con giovani militanti radunati da Daniela Santanché nella sede nuova di zecca di Forza Italia (“L’ora degli under 30”, spiega Il Giornale): “E’ incredibile che un partito alleato voglia fa fuori il leader di questo partito”, “da noi ci sono i cinque ministri che amano fare i ministri diversamente, ci sono i senatori che godono del titolo nobiliare di senatori che, dop sette mesi, temono di non essere rimessi in lista”. E poi, su Renzi: “E’ un opportunista, ma gli italiani se ne stanno accorgendo”.

Su Il Sole 24 Ore la notizia di una sentenza del Consiglio di Stato relativa a una decisione assunta dal Tar Basilicata: “Consiglio di Stato: legge Severino retroattiva”. Un candidato alle elezioni regionali escluso nell’ottobre 2012 per via di una sentenza irrevocabile di diritti contro la Pubblica Amministrazione aveva proposto ricorso al Tar. Il Consiglio di Stato ha confermato l’esclusione.

Renzi, Legge elettorale

La Stampa spiega che è stato bocciato in Commissione affari costituzionali al Senato, ieri, un ordine del giorno presentato da Pd, Sel e Scelta Civica, che proponeva il doppio turno sulla legge elettorale. I democratici – spiega La Stampa – vogliono spostare la discussione alla Camera, dove hanno la maggioranza.

Su L’Unità: “Pdl e grillini bocciano il doppio turno”, “al Senato affondata la proposta del Pd in Commissione affari costituzionali”. L’Unità fa notare che peraltro si trattava soltanto di ordini del giorno, ovvero “nulla di vincolante”. La proposta Pd puntava sul doppio turno di coalizione (se nessuno schieramento supera il 40 per cento, si va al ballottaggio due settimane dopo tra i primi due, per decidere chi ha diritto al premio di maggioranza). Cinque astenuti grillini più il senatore Palermo del gruppo delle Autonomie hanno fatto la differenza, perché al Senato l’astensione vale voto contrario.

Qualche ora prima il candidato alle primarie per l’elezione del segretario Pd e sindaco Renzi, nel corso di una videointervista o, più esattamente, come lo definisce La Stampa, un “Twitter show” in cui rispondeva agli internauti, ha preannunciato, sulla legge elettorale: “Ne presenterò una assolutamente prima delle primarie. Non so se entro il 20 novembre o la settimana successiva”. Renzi ha spiegato che la legge deve avere tre caratteristiche: “Che si sappia chi ha vinto”; “chi ha vinto deve governare, non è che ci mettiamo insieme di nuovo, le larghe intese-inciucio”, e infine “chi governa deve avere cinque anni”. Commenta La Stampa: “E’ noto che lui inclina verso un doppio turno, con collegi ridisegnati, non piccolissimi. Forse un recupero per garantire le minoranze. Ma è proprio l’ipotesi che al Senato non passa. I governisti (insomma: i suoi nemici) sostengono che mandi un messaggio ad Alfano e neocentristi vari: scordatevi il proporzionale, se fate la scissione non ci sarà nessun ‘superPorcellum’”.

Il quotidiano che dedica più spazio alla questione è La Repubblica: se ne occupano le pagine 2 e 3, e al tema è dedicato l’editoriale in prima pagina di Massimo Giannini, dal titolo “il diritto di chi vota”. A pagina 2: “L’altolà di Renzi al proporzionale, ‘ci condanna alle larghe intese’. Pdl e M5S bocciano il doppio turno”. “Il proporzionale oggi – ha detto Renzi – significa la legittimazione permanente delle larghe intese”.

A pagina 3: “Salta il blitz per il superPorcellum. ‘Qualcuno vuole un ritorno al passato. Il sindaco: ‘Qui mi gioco tutto’. Spunta un nuovo Mattarellum”. Si spiega che Pd e Scelta Civica hanno provato a imporre il doppio turno ma è andata male: “potrebbero usare questo argomento per virare su una proposta proporzionale e liste corte, con premio di maggioranza da attribuire solo a chi supera il 40 per cento dei voti. L’unico schema che può tenere insieme Pdl e Pd”. Massimo Giannini, nell’editoriale, considera questa ipotesi “un nuovo pastrocchio”, “un superPorcellum che, nella crisi irreversibile del sistema e nel declino inarrestabile dei grandi partiti di massa, produrrebbe l’unco effetto di non far vincere nessuno, e dunque ‘costituzionalizzerebbe’ di fatto la formula delle Larghe Intese, alla quale un apparato politico destrutturato e tendenzialmente consociativo come il nostro tende ormai quasi per inerzia. Oltre che l’esproprio definitivo del diritto di scelta dei cittadini, questa sarebbe la morte certa del bipolarismo”.

Da segnalare sul Corriere della Sera un colloquio con De Benedetti richiamato in prima con il titolo “Ecco perché sto con Renzi”: “Ho votato per Bersani quando c’è stato Bersani-Renzi, perché non avevo ancora conosciuto abbastanza Renzi e quindi avevo una certa diffidenza”. Ma ora ha cambiato idea: “Il mio parere su Renzi è che è una spugna”, “impara le cose con una velocità…ha una capacità di assorbimento formidabile”, “poi ha una dote, che per alcuni è un difetto e per me è un pregio, cioè l’empatia”, e a Bersani che dice di non volere il partito di un singolo individuo obietta che “qui si tratta del modo con cui si organizzerà un partito, la leadership occorre”.

Internazionale

Le pagine 2 e 3 del Corriere della Sera sono interamente dedicate al Terzo Plenum del 18esimo Comitato centrale del Partito comunista cinese: “La nuova dottrina rossa, ‘puù mercato e meno Stato”. Il quotidiano intervista Gao Wenqian, ex storico dell’archivio del Partito Comunista, ora consigliere politico a New York dell’ONG Human rights in China: “Temono l’instabilità interna e si attrezzano per la sicurezza”, “l’economia della Cina sta rallentando, quindi è evidente che le riforme sono necessarie”.

Anche su La Repubblica: “Cina, la rivoluzione del ‘libero mercato’. XiJinPing lancia una task force per le riforme”. “Nei prossimi dieci anni la Cina eleverà il ‘libero mercato’ da una ‘funzione di base’ a d un “ruolo decisivo”: pur nella vaghezza burocratica della formula adottata nel comunicato finale del vertice, spiega La Repubblica, questo significa che Pechino ha dato il via libera alla terza ondata di riforme economiche dalla morte di Mao. L’agenzia di Stato Xinuha sottolinea: “Questi cambiamenti libereranno nuovi fattori di crescita, da cui tutto il mondo trarrà vantaggio”.

“Se Obama fa arrabbiare sia gli israeliani che gli arabi” è il titolo di un commento di Bernardo Valli che compare con un richiamo in prima su La Repubblica.

Su La Stampa il corrispondente da New York Maurizio Molinari: “Gli Usa ‘scoprono la Francia’”. Si parla quindi ancora una volta della scelta di Parigi di impedire che a Ginevra accordo che avrebbe consentito a Teheran di incassare la riduzione delle sanzioni senza bloccare il programma nucleare. Il corrispondente dagli Usa Maurizio Molinari offre una rassegna ragionata sugli editoriali comparsi negli Usa in questi giorni sul tema.

Su La Stampa segnaliamo anche un’analisi di Anna Zafesova dedicata allo “scontro frontale” tra Russia e Ucraina: “Il ricatto del Cremlino, ‘Kiev, o con noi o fallirà'”, “L’opposizione ucraina insorge dopo il vertice segreto Yanukovich-Putin” (il primo è il presidente ucraino, ndr.), “E Bruxelles potrebbe rinviare la firma dell’accordo prevista a fine mese”. L’accordo è quello di associazione con l’Ue che prevede anche una zona di libero scambio con l’Ucraina. Ma Mosca vuole che Kiev entri a far parte della Unione doganale (Russia, Bielorussia, Kazakhstan).

Il Kazakhstan rinvia al caso Shalabayeva, di cui torna ad occuparsi oggi La Repubblica: sarebeb stato falsificato il passaporto della figlia Alua, nata a Londra, facendo risultare una nascita in Italia in modo da consentirne l’espulsione insieme alla madre, Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Ablyazov.

Europa, Euro

Il Foglio inizia oggi la pubblicazione di un saggio del giurista ed ex ministro delle Finanze Giuseppe Guarino: “Un golpe di nome euro”. La tesi è che all’origine della moneta unica si sia realizzato un ‘colpo di Stato’ attraverso un regolamento comunitario (1466/97): approfittando della forte volontà dei governi del tempo di superare “l’esame”, soprattutto sul fronte dei conti pubblici, necessario ad entrare nella nuova area valutaria, la Commissione abbia fatto approvare un regolamento che avrebbe vincolato le leve della politica economica fino ad allora in mano agli Stati membri.

L’Unità ha un richiamo in prima pagina per il lancio che si terrà oggi all’Aja della grande alleanza anti-Europa: “Le Pen, la marcia populista”. Nasce la grande Alleanza dei populisti anti-europei: sarà presentata dalla leader del Front National Marine Le Pen e dall’olandese Wilder. “Sono una formazione xenofoba, anti-islamista che si prepara a chiedere l’abrogazione dell’euro. E corteggiano Grillo”, scrive L’Unità

La Repubblica scrive che nei negoziati in corso per la formazione della Grosse Koalition tra Cdu e Spd in Germania, è in preparazione una riforma istituzionale di rilievo che – secondo il quotidiano – può minacciare l’impegno europeo della Germania. Si tratta della introduzione di referendum popolari a livello nazionale e vincolanti per i legislatori per dare agli elettori l’ultima parola, al di sopra di governo e Parlamento, sulle decisioni relative all’allargamento della Ue, alla cessazione di sovranità nazionale a Bruxelles, e ai finanziamenti tedeschi alla Ue o ai suoi singoli Stati membri in crisi.

E poi

Secondo Il Giornale, la Novegia ha ceduto alla “lobby islamica”. Il caso riguarda la conduttrice televisiva Siv Kristin, di Nrk, televisione pubblica. Aveva indossato una catenina con la croce durante la diretta del telegiornale, e il quotidiano ironizza anche sulle dimensioni, che sono di 14 millimetri. Alcuni utenti di fede musulmana hanno sollevato obiezioni e i dirigenti della tv l’hanno invitata a riporla nel cassetto.

 

redazione grey-panthers:
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