DUE DI CUORI: “Sogni proibiti di una monogama incallita”

Cara Marina, cara Rebecca,

sinceramente non avrei mai pensato di raccontare a delle persone che non conosco i miei problemi di cuore, e invece eccomi qui.  Ho quarantacinque anni, vivo in provincia di Lecco e sono proprietaria di un negozio di prodotti per animali. Da più di vent’anni vivo con il mio compagno di sempre: è stato l’unico e il solo uomo con cui sia mai stata. Dividiamo tutto, da sempre, e fino a pochi mesi fa, per me, non esisteva altro uomo al di fuori di lui.  Ma andiamo con ordine.

Sei mesi fa mi sono iscritta a un corso di yoga: complice qualche piccolo acciacco dovuto alla postura da lavoro (sto sempre in piedi, gestendo un negozio). Mi sono lasciata tentare da una pubblicità trovata su Internet e ho cominciato a frequentare questo corso, due volte la settimana. Qui ho conosciuto delle donne molto diverse da me, con le quali ho cominciato a parlare. Così siamo diventate amiche. E’ stato attraverso i loro occhi che ho cominciato a vedere una realtà diversa: una, più giovane di me, sta sperimentando il concetto di coppia aperta e ha diversi fidanzati contemporaneamente. L’altra, mia coetanea, dopo un’importante delusione d’amore, adesso si diverte usando un’app di incontri e ci racconta tutte le sue avventure. Per farvela breve, all’inizio ero scandalizzata e le giudicavo negativamente, ma a poco a poco, ascoltando le loro storie, ho cominciato a chiedermi se non sia io a precludermi il meglio.

Ho ricevuto un’educazione molto rigida: mia madre è la classica donna di altri tempi, devota alla famiglia e immune alle mondanità; mio padre un uomo abituato ad esercitare la sua oligarchia, con una donna consenziente al fianco. Sorelle non ne ho, mio fratello ha scelto il celibato, quindi mi manca qualcuno con cui confrontarmi in tema di relazioni. Le mie amiche sono tutte sposate, e adesso, con i bambini piccoli, hanno poco tempo per me, che mamma non sono per scelta. Il mio compagno non sa nulla, ma ha notato che mi lamento ultimamente e mi ha chiesto se ci sia qualcosa che non va.

La verità è che non saprei cosa rispondergli: sono abituata a stare con lui, non riuscirei nemmeno a concepire la mia vita senza la sua presenza, eppure ogni giorno una vocina dentro di me si chiede come sarebbe avere altri uomini, o magari usare un’app di incontri e passare qualche serata trasgressiva. Che cosa devo fare, secondo voi, parlargliene?

Grazie, Pizzoccherina

 Risponde Rebecca:

“Cara Pizzoccherina,

Personalmente ho sempre creduto nel grande amore, ma ho avuto tante storie, di cui l’ultima finita male. Fino a qualche anno fa guardavo con invidia le donne come te: amate sempre dallo stesso uomo e con una solida storia sentimentale alle spalle. Ultimamente, però, complici diverse relazioni di lunga data naufragate malamente, ho cominciato a chiedermi se sia possibile, oggi, con tutte le tentazioni e l’anti-modello di coppia diffuso (e con “anti-modello di coppia” intendo appunto le mille possibilità di singletudine gaudente, tra cui la coppia aperta di cui tu stessa parli) tenere fede a un modo di vivere che sembra ormai antiquato. Non fraintendermi, non sono una che va dietro alle mode, soprattutto in tema di sentimenti, ma dobbiamo essere realiste: un tempo la società si fondava su un nucleo di coppia indistruttibile: le donne non lavoravano e spesso dovevano chiudere gli occhi davanti a tante ingiustizie, perché non avevano alternative… ma oggi? In un mondo in cui uomini e donne hanno pari opportunità (o quasi), e pari libertà, diventa più difficile tenere in piedi un simile schema, non credi? Tornando a te, risponderò alla tua domanda con un’altra domanda, a costo di sembrare scortese: tu credi che se il tuo amore fosse ancora solido e convinto (e penso che sia possibile anche dopo 25 anni assieme), ti porresti simili domande? Credi che se tu fossi felicemente appagata, le storie delle tue compagne di yoga ti avrebbero tanto colpito? Forse una parte di te vorrebbe cambiare qualcosa, o forse anche tutto. Perdonami, ma sono convinta che a volte sia necessario “assecondare le richieste del cuore”, anche a costo di pentirsene. Perché è meglio fare e poi pentirsi, che pentirsi di non aver fatto. Riflettici, prenditi del tempo, ma se questo disagio perdura, promettimi che gli darai ascolto. Ne va della tua felicità.

Rebecca”
Risponde Marina:

Cara amica alle prese con la sua verità “mancata” che le offre, cioè, la certezza di quanto ha avuto dalla vita, secondo le scelte fatte di volta in volta, ma senza qualche possibile conoscenza di quello che avrebbe potuto essere se… Mi colpiscono, nella sua lettera, non tanto le problematiche che sono emerse dal suo confronto bisettimanale con donne simili e diverse da lei per esperienza ed età, quanto l’assoluto silenzio con cui ci presenta il suo compagno. Vivete insieme, siete sposati? E’ anche sua la scelta di non fare figli? L’unico minimo elemento che lei ci concede è quando ci racconta che lui si è accorto delle sue lamentele degli ultimi tempi e che se ne preoccupa. Sembrerebbe un uomo quanto meno sensibile, disposto a fare e farsi domande. Forse il vostro rapporto è solo inserito e chiuso in un binario quotidiano, quasi foste pendolari del vostro amore. Lei sogna trasgressioni e novità… e lui? glielo ha mai chiesto? E’ un tremendo pantofolaio tutto casa e divano oppure potrebbe reagire positivamente a qualche proposta innovativa? Non le sto proponendo un corso di Pilates o di nuoto da fare insieme (ma forse anche sì, a meno che non preferiate un’esperienza di tango argentino. O una vacanza avventurosa la prossima estate, da programmare insieme …). Insomma provi a dare corpo e fantasia e soprattutto voce a questa sua esigenza di novità. Forse troverà dall’altra parte ascolto e condivisione. E sarà piacevole e seducente scoprire nel proprio compagno di sempre qualche aspetto nuovo o trascurato. Ci riscriva quando vorrà raccontarci, di voi, incominciano la lettera con un “Chi l’avrebbe mai detto! Sapete che…”. Auguri

redazione grey-panthers:
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