Care Rebecca e Marina,
mi chiamo Sabrina, ho trentatré anni e una caratteristica: madre Natura mi ha dotata di un’avvenenza importante. Lo dico sapendo di non avere nessun merito: non me lo sono guadagnato, l’ho solo ricevuto in dono. Gli uomini impazziscono per me, fin da quando ero piccola, e per me è assolutamente normale ricevere sguardi ricchi di intenzioni e attenzioni, tanto che ho sviluppato una sorta di repulsione alle lusinghe altrui, e mi innamoro davvero raramente. Finora è successo solo una volta, anni fa, e poi più niente per tanto tempo. Quest’anno è successo di nuovo: a una festa di amici artistoidi ho conosciuto lui, pittore di un certo successo nei salotti bolognesi. Un uomo a dir poco magnetico. Era circondato da mille attenzioni, c’erano modelle, attrici, belle donne, e non mi ha degnato di un solo sguardo. Questo mi ha incuriosito e attratto: da sempre abituata alle attenzioni maschili, non ricevendone, sono andata a prendermele. Mi sono avvicinata e gli ho chiesto dei suoi quadri; abbiamo parlato e bevuto assieme tutta la sera, sotto lo sguardo ostile delle sue modelle. A fine serata mi si è avvicinato e mi ha lasciato il suo biglietto da visita, con l’indirizzo del suo atelier e il suo contatto Facebook. Gli ho scritto la notte stessa, tornando a casa, e sono andata a trovarlo il giorno dopo. Adesso siamo amanti, amici, confidenti: lui mi piace perché è il primo uomo della mia vita a non farmi sentire il baricentro della sua esistenza, bensì un satellite, un pianeta collaterale. Andava tutto a gonfie vele tra noi, finché non mi ha chiesto di posare per lui. Io all’inizio non volevo, ma poi ho finito per diventare una delle sue modelle, forse la sua miglior modella…visto che i quadri che mi ritraggono sono stati tutti venduti a caro prezzo. Ma da quel giorno la nostra storia è andata peggiorando. Si è trasformata in qualcos’altro. E adesso io non so più se lui mi ama o ha bisogno di me per la sua arte. Mi piaceva perché non mi adulava, ma ora il confine si è spezzato e io sono alla deriva. Che cosa ne pensate?
Sabrina da Bologna
Cara Sabrina,
penso di riuscire a capire il tuo piccolo, grande dramma. Essere belli è un dono, ma anche una condanna: non si può mai sapere con certezza se chi si ha davanti è interessato davvero al nostro bene, o si compiace dell’effetto che la nostra presenza ha sulla sua vita. E qui chiamiamo in scena il nostro buon vecchio Narcisismo, che nella tua storia con il pittore, secondo me, è il vero protagonista. Ogni artista è narcisista per definizione: attraverso l’arte cerca un modo per appagare il suo ego e ricevere le attenzioni degli altri. Difficile quindi capire se un artista sia davvero sincero nei sentimenti, preso com’è da sé e dal riflesso che di se stesso è presente nelle sue opere. Nel tuo caso, poi, a complicare il tutto si aggiunge la tua straordinaria bellezza, che di per sé è un richiamo fortissimo per chi cerchi l’approvazione altrui. Attraverso la tua bellezza, diventa più bello anche lui di riflesso. Questo il quadro teorico e generale. Tornano con i piedi per terra, ci sono delle cose che tu puoi fare per mettere alla prova i sentimenti del tuo pittore: per prima cosa comincia a rifiutarti di posare per lui. Digli che non te la senti, e vedi come reagisce. Se ti ama, saprà rinunciare a tutto questo, e chiederà a una delle sue modelle di sostituirti. Se invece, ahimè, lui metterà davanti al vostro rapporto la sua arte, almeno saprai con chi hai a che fare e potrai regolarti di conseguenza. In bocca al lupo!
Rebecca
Risponde Marina:
Gentile Sabrina, convivere con la propria avvenenza, quando è così importante da condizionare l’esistenza, dovrebbe allertare la discrezione, alimentare il buon gusto e l’umiltà, quasi si dovesse chiedere “scusa” di tanta bellezza, che non ha certo bisogno di essere esibita perché parla da sé. Avrei capito se posare per il giovane pittore di successo fosse stato l’univa via percorribile per stabilire un rapporto continuativo con lui, ma , lei dice, la richiesta è arrivata dopo. E non capisco perché lei abbia accettato. E’ diventata una delle sue tante modelle, mentre avrebbe potuto essere l’unica (si spera) compagna. E non avrebbe avuto dubbi da frequentazione. Che fare? Interrompa le prestazioni artistiche, senza neppure indulgere in spiegazioni. Lei non ci dice se ha passioni, interessi, un lavoro. Si concentri su quelli e recuperi quella parte di sé che non inciampa continuamente nell’avvenenza. Negli anni forse diventerà più facile, ma si deve preparare per tempo. E si metta in situazioni nelle quali si capisca da subito su quali plus lei possa contare nel rapporto. Auguri!