Care Marina e Rebecca,
ho settantasei anni e sono il fiero nonno di una fantastica ragazzina di quindici anni, M. E’ stata proprio lei a insegnarmi a usare il computer, per leggere il sito di Grey Panthers e usare la mail, principalmente. Così ho scoperto questa rubrica, mi è piaciuta, ed eccomi qui, a parlarvi proprio di lei: mia nipote. Vedete, io non sono un nonno geloso, in casa mi definiscono un “nonno moderno”, perché la tecnologia mi piace e sono di aperte vedute, ma, nonostante la mia lungimiranza, mi sono accorto che da quando mia nipote si è fidanzata con un compagno di scuola, S., non è più la stessa. Quando lui viene a trovarla, certi pomeriggi che ci sono anche io a casa, si chiudono a chiave in camera, e non escono per ore. So che probabilmente stanno studiando, ma nonostante le rimostranze sia dei genitori sia mie, è per noi impossibile esercitare una qualsiasi forma di controllo. Abbiamo dovuto nascondere le chiavi per evitare che lo facessero ancora. Quando poi compaiono in cucina per fare merenda, o pranzare, quasi non parlano: stanno col cellulare in mano tutto il tempo, in silenzio. Ridacchiano ogni tanto, guardando lo smartphone, e io credo che si scrivano dei messaggi in diretta per non renderci partecipi delle loro conversazioni. E poi stanno sempre a farsi foto e a postarle su quei programmi, quei social network. Sembrano vivere in una realtà parallela che mi preoccupa, e non solo perché ne sono escluso. Se ne sentono davvero tante…Insomma, care mie, questo fidanzatino non mi piace. Un tempo mia nipote amava leggere, andare a fare passeggiate, ma da quando c’è lui è cambiata. Che cosa posso fare secondo voi? O meglio, c’è qualcosa che io possa fare? A volte ciò che non possono i genitori, ai nonni è consentito…
Grazie
Nonno Gigi
“Caro nonno Gigi,
innanzitutto, grazie per la fiducia che ci stai accordando. La tua storia è molto emblematica, a mio avviso, dell’epoca contemporanea. C’è chi la chiama “era del web 3.0”, chi parla già di intelligenza artificiale, e di robot, chi ha scommesso ormai da tempo sull’automatismo. Il fatto è che la tecnologia domina le nostre vite, e non possiamo sapere, tra dieci o vent’anni, come sarà la quotidianità dei nostri figli e nipoti. Questo, però, non significa che bisogna avere un atteggiamento passivo verso la tecnologia. La cosa migliore, a mio avviso, è ricordarsi che si tratta di uno strumento, che non può e non deve diventare il fine delle nostre esistenze. Parli di tua nipote come di una ragazza fantastica e, se così è, probabilmente in questo momento sta subendo il fascino di questo fidanzatino che sembra essere l’emblema del teenager contemporaneo: schivo, un po’ nerd e decisamente attivo in una realtà altamente virtuale. Si tratta di una fase passeggera: le passerà. Nel frattempo, io credo che la soluzione migliore sia farvi una bella chiacchierata nonno-nipote, magari davanti a un buon gelato. Aprile gli occhi, nonno Gigi, e magari comincia a metterle dei veti: niente cellulare a tavola, vietato chiudersi in camera quando si studia, vietato farsi “selfie” in continuazione. Se avete un rapporto così speciale, non ti sarà difficile prenderla per il verso giusto e cominciare a farla ragionare. Il resto, vedrai, verrà col tempo…sono fasi di crescita! Auguri per tutto.
Rebecca”
Caro Nonno Gigi, quando avevi l’età di tua nipote, probabilmente ti sporgevi oltre ogni dire dalla finestra, per evitare che il fumo della sigaretta, che stavi fumando di nascosto, potesse essere percepito all’interno della stanza. Oppure facevi il filo a quella tua compagna di scuola così carina, che quando usciva con te nascondeva i calzettoni, infilava i collant della sua mamma e si passava un filo di rossetto sulle labbra. Come dire: ogni epoca, ogni generazione ha giocato le proprie carte di autonomia. Queste sono tutto sommato innocue ma ce ne sono altre, forse più rischiose e controproducenti.
Simpatica questa tua nipote 15enne che chiacchiera via Whatsapp con il suo amico, mentre tu assisti impotente al loro pasto. Che fare? Innanzitutto mi piace che pensi di gestire da solo il tuo rapporto con lei, senza mettere di mezzo i genitori. Così, a mio parere, parti avvantaggiato nella trattativa. Che, concordo con Rebecca, deve essere fatto di “regole”, reciprocamente rispettate. Una sorta di decalogo che provo a suggerirti qui di seguito:
- Porte aperte, in camera, quando si studia (e il nonno promette di non entrare a sorpresa nella stanza)
- Pause salutistiche durante lo studio: finestre aperte, spremuta in cucina e un nonno sorridente che racconta qualche aneddoto senza chiedere “come va lo studio? Cosa state studiando?”
- Cellulari silenziati quando si studia (si riattivano, però, durante le pause)
- Cellulari in un’altra stanza quando si è a tavola (dove invece, si può chiacchierare di mille argomenti, senza puntare gli occhi al televisore e senza fare il quarto grado a nipote+compagno)
- Foto e selfie solo a fine pomeriggio, con la scusa che la soddisfazione di aver finito illuminerà meglio sguardi e sorrisi
- Operazione “fiducia”: chiedere alla nipote di aiutare il nonno a trovare gli occhiali dimenticati chissà dove (o a leggere un bugiardino scritto a caratteri troppo minuscoli, o a trovare un sito su Google). Idem con il ragazzo, che potrà fornire utili indicazioni per ottimizzare l’uso dell’Iphone o del tablet. “Ragazzi meno male che ci siete voi!” Anche senza parole, i ragazzi devono percepire che in casa l’ambiente è favorevole a loro.
- Interventi positivi per migliorare l’immagine della nipote presso i genitori, possibilmente mentre lei ascolta. Si chiama complicità, e aiuta.
- Condividere passioni comuni: dal calcio in tv, all’edizione speciale del Telegiornale, al caffè bevuto insieme anche se non si dovrebbe, a una mostra che si decide di vedere insieme…
- Fermarsi a pensare che il meglio di noi questi ragazzi lo percepiscono guardandoci, riflettendo su come ci muoviamo e come ci comportiamo. Senza parole, è meglio.
- Dare fiducia sempre; dare opinioni e consigli solo se richiesti. Non fare il grillo parlante. Non fare, dunque, quello che sto facendo io, adesso!
Auguri!