Come il resto del mondo, anche la Cina sta incominciando ad affrontare i problemi legati all’invecchiamento della sua popolazione. La sfida, in un paese abitato da un miliardo e trecento milioni di persone, di cui un ottavo è ultrasessantenne e di questo ottavo, più della metà vive da solo, non sarà certo trascurabile.
Per quanto prendersi cura dei genitori anziani faccia parte della cultura tradizionale cinese, l’ emigrazione e i moderni ritmi imposti dal lavoro hanno fratturato i legami di famiglia. Inoltre, la “politica del figlio unico” per il controllo delle nascite, attuata dal governo cinese nell’ambito della Pianificazione Familiare già dagli ani 70, sta caricando sulle spalle di pochi lavoratori giovani il compito di supportare un numero sempre maggiore di parenti anziani. Così, mentre aumentano le case di cura, le autorità, recentemente allarmate da numerose storie di persone anziane decedute nei loro appartamenti senza che nessuno se ne accorgesse per lungo tempo, hanno deciso di prendere provvedimenti proponendo un emendamento alla Legge sulla Protezione dei Diritti e degli Interessi degli Anziani entrata in vigore nel 1996. Secondo tale emendamento, verrebbe reso legalmente obbligatorio per i figli fare visita e prendersi cura fisicamente e mentalmente dei propri cari. La proposta è ovviamente molto controversa, e se da una parte c’è chi ritiene, come l’avvocato Qian Jun, che sarebbe meglio “rafforzare l’educazione morale dei cittadini piuttosto che obbligarli a fare qualcosa del genere”, altri la vedono, seppur tristemente, come l’unica soluzione possibile.
(BBC News, 6 gennaio 2011)- (Fonte Centro Maderna)