Il presidente della Commissione Europea Barroso ha recentemente riferito a Strasburgo sullo stato dell’Unione Europea ribadendo la necessità di un’analisi onesta e assolutamente chiara. Questa crisi finanziaria, economica e sociale, ha detto, è anche una crisi di fiducia nei nostri leader in genere, nella stessa Europa e nella nostra capacità di trovare soluzioni. L’origine della crisi è chiara: l’Europa non ha colto la sfida della competitività. Alcuni Stati membri hanno ceduto alla tentazione di vivere al di là dei propri mezzi e sui mercati finanziari vi sono stati comportamenti irresponsabili e inammissibili. E non è stato fatto nulla per evitare che si accentuassero gli squilibri tra i nostri Stati membri, soprattutto nell’area dell’euro. Questi problemi sono stati aggravati dagli sconvolgimenti dell’ordinamento mondiale e dalle pressioni esercitate dalla globalizzazione.
Ne consegue che le nostre società sono profondamente preoccupate. Molti cittadini europei paventano il futuro. È fortissimo il rischio di chiusure nazionali o addirittura nazionalistiche.
Le reazioni populiste stanno mettendo in discussione le principali conquiste dell’Unione: l’euro, il mercato unico e persino la libera circolazione delle persone.
Ora come ora la crisi del debito sovrano è anzitutto una crisi di fiducia politica. I cittadini, ma anche il mondo esterno, osservano l’Unione Europea e si interrogano. È una vera Unione? C’è davvero la volontà di sostenere la moneta unica? Gli Stati membri più vulnerabili sono veramente decisi ad attuare le riforme necessarie? Gli Stati membri più prosperi sono realmente disposti a dar prova di solidarietà? L’Europa è veramente in grado di rilanciare la crescita e di creare occupazione?
La situazione è grave, certo, ma vi sono soluzioni alla crisi. Esiste un futuro per l’Europa se si riesce a far rinascere la fiducia, e per questo servono stabilità e crescita, ma anche volontà e leadership politica. È necessario proporre ai cittadini un rinnovamento europeo, tradurre nei fatti quanto affermato nella dichiarazione sottoscritta a Berlino dalla Commissione, dal Parlamento e dal Consiglio europeo in occasione del cinquantesimo anniversario della firma dei trattati di Roma: “Oggi viviamo assieme come mai è stato possibile in passato. Noi cittadini dell’Unione europea siamo, per nostra fortuna, uniti.” È una dichiarazione, e le parole contano. Questa volontà deve tradursi in un coraggio quotidiano.
Alcuni insistono che occorre stabilità, altri che serve crescita. Ma non sono forse necessarie entrambe? Alcuni auspicano disciplina altri solidarietà: sono necessarie entrambe. Non è più tempo di soluzioni momentanee e parziali. Bisogna dar prova di determinazione per trovare soluzioni globali e di una maggiore ambizione per l’Europa. È dunque una questione di volontà politica, un banco di prova per la nostra generazione.
(Da: Commissione Europea – rappresentanza di Milano)