Come si legge su http://www.autorita.energia.it/: “L’Autorità per l’energia elettrica e il gas è un organismo indipendente con il compito di tutelare gli interessi dei consumatori e di promuovere la concorrenza, l’efficienza e la diffusione di servizi con adeguati livelli di qualità, attraverso l’attività di regolazione e di controllo……..In particolare, l’Autorità deve “garantire la promozione della concorrenza e dell’efficienza” nei settori dell’energia elettrica e del gas, ………………”.
In pratica questo organismo è una specie di difensore dei pubblico del cittadino e delle imprese che acquistano energia, nelle varie forme, ed acqua da imprese pubbliche o private che le distribuiscono. Nello svolgimento di questo importante compito, l’Autorità deve sempre tener conto che non opera in un ambito nazionale, cioè tutte le sue decisioni devono tener conto che la produzione dell’energia nasce in un ambito internazionale, cioè è condizionata soprattutto dal “dove” sono fisicamente collocate le fonti primarie di energia come petrolio, gas, fonti idriche, nucleare e fonti di energia alternativa.
Molti di noi ricordano le tristi “Domeniche al Buio” a causa della crisi petrolifera dei primi anni ’70.
La relazione del Presidente dell’Autorità, Guido Bortoni è stata dettagliata ed esauriente e chi volesse, potrà trovarla entro pochi giorni sul sito istituzionale.
Io mi limiterò ad evidenziare solo alcuni passaggi di interesse soprattutto per noi utenti finali.
Il prezzo finale dell’energia è funzione di tre fattori: circa il 50% dipende dal prezzo base legate all’andamento del mercato, circa il 35% sono oneri fiscali e simili e l’ultimo 15% è legato alle spese per la distribuzione. In pratica un terzo delle nostre bollette sono tasse.
Questa forte tassazione è particolarmente negativa per gli utenti industriali che pagano l’energia molto di più dei concorrenti stranieri che sono in grado di produrre a costi inferiori.
Importante fattore positivo sono sicuramente le energia alternative, ma è necessaria una esatta definizione delle regole e degli incentivi. Infatti una politica non ben organizzata di incentivi è sicuramente una spinta all’installazione di impianti alternativi, ma questi incentivi, se non ben modulati ed organizzati, portano ad un ulteriore esborso dalle casse statali e tale esborso ricade su tutti i cittadini.
Come si legge nella relazione ” l’entità delle agevolazioni implicite rischia di sfuggire al controllo e può portare a realizzare iniziative inefficienti anche per le generazioni future. ……..da qui l’esigenza di una regolazione delle infrastrutture”.
L’approccio che l’Autorità vuole avere è riassumibile con 3 P, due da evitare ed una da incrementare.
Sarà da evitare l’approccio Paternalistico, cioè evitare che la tutela del consumatore diventi una limitazione delle sue scelte e non un servizio; anche l’approccio Populistico è negativo perché porta a scelte che alla lunga si rivelano negative.
E’ importante l’approccio di Prossimità che “ha il massimo rispetto per le libertà e confida di indurre un livello adeguato di capacità nel consumatore che generi consapevolezza responsabile”.
Importante informazione riguarda i cosiddetti “contratti non richiesti” cioè quelle comunicazioni da erogatori di energia che assumevano una falsa veste di contratto e che inducevano, nei meni esperti, alla firma di un contratto non richiesto per evitare FALSE sanzioni legali. Nel corso del 2012 queste forme illegali di contratto sono calate drasticamente forse per una maggiore consapevolezza delle società erogatrici.
Sul sito dell’autorità sono stati resi disponibili una serie di servizi di supporto per una migliore leggibilità delle bollette.
In conclusione mi è sembrato che questa Autorità abbia imboccato la via del supporto alle necessità del Cliente Consumatore, privato o impresa, sempre cercando di contemperare le sue esigenze con quelle delle imprese fornitrici nell’ambito di un territorio che va ben oltre i confini nazionali.
Attilio A. Romita (www.attilioaromita.com)