Adotta un cinquantenne

Qualche tempo fa un lettore scrive a uno dei miei direttori lamentandosi per alcuni contenuti di un mio articolo. Le lamentele danno fastidio, ma bisogna farsene una ragione, si sa. Però la faccenda mi bruciava e inoltre mi scocciava, alla mia veneranda età, di essere trattata come una scolaretta. Il che è assurdo, lo so. Non ho ancora capito il motivo, ma, arrivati a cinquant’anni, da una parte si vorrebbero dimostrare almeno dieci o vent’anni di meno in quanto a freschezza fisica e mentale e dall’altra parte la propria età la si vuole dimostrare tutta e anzi possibilmente si desidera apparire come anime di secolare saggezza.

Alla fine decido di non rispondere alla provocazione, ma dico al direttore di fornire a costui il mio indirizzo mail, giusto per vedere se il tizio ha il coraggio di dirmele in faccia, le cose che non gli vanno bene di me e di quello che penso. E lui infatti, con mio sommo stupore, mi scrive e mi dà una bella lezione di vita di stile, facendomi (con garbo, ma in modo deciso) abbassare la mia stupida crestina da galletto. Così io e Felice Camesasca detto Felix siamo diventati amici. Io e Felice, classe 1928, ora ci sentiamo spesso. Gli chiedo consiglio perché è un uomo molto saggio, oltre che spassosissimo. Ci facciamo un sacco di risate e parliamo male di tutto e tutti, però senza acrimonia né rancore. Perché essere saggi non vuol dire essere buoni per forza, ma distaccarsi dalle miserie umane senza smettere di ridere.

Felix è un grande esperto di nautica, settore in cui ha lavorato per mezzo secolo. Da ragazzino faceva la staffetta partigiana e, siccome gli piaceva la montagna, che frequentava insieme agli amici e ai sacerdoti dell’oratorio, accompagnava gli ebrei al confine svizzero. I suoi racconti sulla guerra e sulla fame patita in quegli anni sono sconvolgenti. Forse la nuova Miss Italia dovrebbe sentirli: certo apprezzerebbe l’eroismo, ma cambierebbe idea circa la bellezza del vivere in tempo di guerra. Per questo e per molte altre ragioni Felix ha in casa una parete intera piena di riconoscimenti e la scorsa primavera è diventato Cavaliere della Repubblica.

Ma ciò che è più straordinario in Felix è la limpidezza della mente e dello spirito. Lui è la dimostrazione scientifica di quanto conti tenere sempre il cervello acceso, affrontare ogni giorno una nuova avventura e non avere paura. Felix non ha paura di niente, nemmeno della morte. Questa è la sua vera forza, che lo ha guidato fin dai tempi della guerra. Lui si getta nelle cose, va incontro alle persone. Ci sono giorni in cui mi fa invidia che lui riesca a essere così e io no.

Non sono io che ho adottato un grande anziano: è lui che ha adottato me e sono felice di essere stata scelta da questo personaggio incredibile e che mi sta insegnando come si fa a invecchiare bene e a vivere pienamente. Ho trovato una frase di Edith Wharton che spiega bene perché Felix è rimasto giovane: “Non esiste la vecchiaia; c’è soltanto la tristezza”.

Clementina Coppini: scrive più o meno da quando aveva sei anni, un po’ come tutti. Si è laureata in lettere classiche ma non si ricorda bene come ci sia riuscita. Scrive su Giornalettismo, il Cittadino di Monza (la sua città), El-Ghibli, www.grey-panthers.it e su un paio di giornali cartacei. Ha pubblicato tanti libri per bambini, qualche romanzo come feuilleton su Giornalettismo, un romanzo con Eumeswil e adesso le è venuta questa idea del romanzo in costruzione. Ha una famiglia, due figli, un gatto e si ritiene, non è chiaro se a torto o a ragione, una discreta cinefila e una brava cuoca. Va molto fiera delle sue ricette segrete, che porterà con sé nella tomba.

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  • Grazie Cleme, non merito tanto, ma ti considero la figlia che non ho avuto !
    E poi qualche problema comune lo abbiamo ! Ma sono nostri, solo nostri
    Un abbraccio.
    Felix

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