Tutto inizia nel 1924. Poi, con l’avvento di internet, il servizio pubblico di Radio RAI si è evoluto: ha spento i ripetitori in AM e ha creato la piattaforma gratuita di streaming e podcast Rai Play Sound sotto il cui cappello ci sono i 12 canali
È il 6 ottobre 1924 e da Palazzo Corradi, lo studio romano della Unione RadiofonicaItaliana, le parole trasmesse da Ines Viviani Donarelli raggiungono per la prima volta le case degli Italiani: “A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera”. Alle ore 21 di quel giorno il concerto di Haydn dal quartetto opera 7 segna la storia come prima trasmissione radiofonica italiana. Da quel momento la EIAR prende il nome di RAI-Radio audizioni Italiane e poi diventa Radio RAI-Radiotelevisione italiana nel 1954.
Ho fatto riferimento nella prima puntata di questo “viaggio nella Radio” a questo strumento che si serve di due mezzi principali: il linguaggio parlato e la musica, che attingono alla sfera primordiale della comunicazione. In radio, quindi, quanto più si ascoltano programmi che coniugano sensazioni emotive con quelle razionali tanto più si sollecita il nostro interesse e si impenna l’audience. Ma per decretare il successo di ascolti ci vuole un ingrediente fondamentale, (anche se il Neanderthal che è in noi si desta quasi inconsapevolmente): i contenuti, che poi distinguono i generi. Studiosi accreditati del mondo dell’etere hanno evidenziato che mentre una volta le radio avevano trasmissioni definite e riconoscibili (giornale radio, musica, radiodramma, sport) ora, dopo l’avvento delle radio private, indipendenti per loro natura, ma dipendenti dal mercato, l’offerta radiofonica di distingue per emittenti. Nelle prossime puntate affronteremo le maggiori testate nazionali e locali, ma per ora il primo arcipelago che vorrei affrontare è quello RAI. Ricordo che Umberto Eco già in “Apocalittici integrati” del 1977 scriveva: “l’ascoltatore trarrà dall’isolamento in cui la radio lo costringe l’occasione per i voli della propria fantasia.”
Radio RAI si evolve e nasce Rai Play Sound
Con l’avvento di Internet, infatti, il servizio pubblico di Radio RAI si è evoluto: ha spento i ripetitori in AM e nel 2021 ha creato la piattaforma gratuita di streaming e podcast Rai Play Sound sotto il cui cappello ci sono i 12 canali di Radio Rai: Rai Radio 1, Rai Radio 2, Rai Radio 3, Isoradio, Rai Radio1 Sport, Rai Radio 2 Indie (ora sostituita con Radio NoName) Rai Radio 3 Classica, Rai Gr Parlamento, Rai Radio Kids, Rai Radio Live (anch’essa aggiornata in Rai Radio Live Napoli), Rai Radio Techetè, Rai Radio Tutta Italiana. Da Via Asiago 10 a Roma, il centro direzionale che nella mente degli strateghi del marketing è concepito come una base dei ribelli di Star Wars dato che lo slogan è “che la radio sia con te” sulla falsariga di “che la forza sia con te” (inventato da George Lucas nella celeberrima saga cinematografica americana di fantascienza), i novelli jedi (monaci guerrieri del Bene) pianificano programmi e palinsesti alla guida del giornalista Flavio Mucciante che succede a Roberto Sergio di fresca nomina ad amministratore delegato Rai. Se l’ex direttore della radio è diventato uno dei dirigenti più alti di Viale Mazzini, per me significa che tale medium, lungi dall’essere “la sorella minore della tv” gode di ottima salute: “Siamo tutti produttori di contenuti da ascoltare, il resto è distribuzione. In questo sta la bravura di chi fa radio: offrire prodotti che abbiano successo oggi e ripensarli subito per un domani che è ormai dietro l’angolo” ha dichiarato Sergio in una intervista di un paio di anni fa, aggiungendo la proposta di investire nel digitale e fissare lo spegnimento del FM”.
Radio RAI, tanti programmi diversi tra loro
Una bussola per classificare i programmi va pur trovata e personalmente mi piace dividere l’offerta radiofonica in queste macrocategorie che non sono esaustive, ma danno un criterio di massima: informazione giornalistica e confessionale, intrattenimento (con le tante sfumature di musica, spettacolo, cinema) e lo sport. Sì, è vero, ce ne sono almeno 20 di categorie, che vanno dalla divulgazione scientifica al talk politico, da “Un giorno da Pecora” a “Sulle strade del tour”: ma non è divisione dogmatica. In fondo i confini sono fatti per essere superati. E nella prossima puntata li approfondiremo.