Benvenuti siano i centenari quando essi scrollano di dosso ai monumenti la povere incrostata da secoli di luoghi comuni, riducendo l’opera dei Grandi Maestri a un riassunto di capolavori logorati dalla reiterazione, stanche uniforme di gala incapaci, ormai, di sorprendere.
Appena un secolo è trascorso dalla morte di Camille Saint-Saëns (1835-1921) e di questo geniale compositore, pianista virtuoso e organista glorioso – aveva 22 anni quando Franz Liszt lo definì «il più grande organista del mondo», ed i vent’anni in cui fu titolare dell’organo della chiesa della Maddalena, a Parigi furono da lui descritti come i più felici della sua vita – troppe cose sono state dimenticate.
Certo il Cigno, come, del resto, tutto il Carnevale degli animali e la Danse macabre, illustrano la sua fantasia poetica ed il suo vivo senso dell’umorismo, come la Sinfonia n.3 con organo e Sansone e Dalila sono esemplari originali ed affascinanti di un certo gigantismo in voga all’epoca, ma chi ricorda che Saint-Saëns fu anche il primo compositore di una certa fama a scrivere musica per film (L’assassinio del duca di Guisa)? E che egli fu il primo in Francia ad interessarsi alla musica antica, pubblicando la sua revisione del Malato immaginario di Marc-Antoine Charpentier e più tardi le opere complete di Jean-Philippe Rameau?
Benvenute, quindi, le iniziative delle giovani case discografiche che io tanto ammiro e delle quali parlo sovente, che colgono l’occasione del centenario per dar nuova luce ad opere di Saint-Saëns poco o incompletamente conosciute.
Come l’integrale della musica per organo e dei Mottetti che Hortus presenta in quattro interessantissimi cd. Protagonista di questa edizione è Vincent Genvrin che officia su diversi strumenti, tutti d’epoca, dai Cavaillé-Coll della Madeleine, a Parigi, o del Gesù à Toulouse, al Walcker della cattedrale di Riga. Accanto a lui il Chœur Sacrum, La Lyre Séraphique ed il coro da camera Les Eléments.
Camille Saint-Saëns
Saint-Saëns et l’Abbé Liszt (intégrale des pièces d’orgue et motets, vol. 1) – Vincent Genvrin: organo – Hortus (62’42)
Questo primo cd è dedicato alle composizioni particolarmente segnate dall’influenza che Liszt – col suo virtuosismo mondano inframmezzato da crisi mistiche – ebbe su Saint-Saëns. Come il Veni creator, per voci maschili con organo ad libitum, dedicato a «Monsieur l’abbé Liszt” che il compositore scrisse a 23 anni sfidando lo scetticismo e l’ironia dei suoi contemporanei nei confronti della «sottana» di Liszt.
Completano il programma, assieme ad altre composizioni più tardive, di una limpidezza francescana – come l’Ave Maria del 1914 ed il Laudate del 1916 – alcuni omaggi à Johann Sebastian Bach, in forma di Preludi e Fughe.
Camille Saint-Saëns
Samson et Dalila à l’église (intégrale des pièces d’orgue et motets, vol. 2) – Vincent Genvrin: organo – Hortus (59’30)
Non si tratta, come il titolo potrebbe suggerire, di trascrizioni delle musiche scritte da Saint-Saëns per la Grande Opéra – Samson et Dalila fu la più famosa di tutte – ma dei Mottetti composti per la chiesa della Madeleine, capolavori di un lirismo austero e contenuto, illuminati da un’arte consumata di trattare la voce umana e magistralmente interpretati dalla Lyre Séraphique.
Particolarmente notevole l’interpretazione che Vincent Genvrin ci propone delle Trois Rhapsodies sur des cantiques bretons op. 7, dedicate al giovane Gabriel Fauré, glorificata dalle splendide sonorità dell’organo della chiesa del Gesù di Toulouse, una delle più belle creazioni del geniale Cavaillé-Coll.
Camille Saint-Saëns
Un Mariage, un Enterrement et un Salut au Saint-Sacrement (intégrale des pièces d’orgue et motets, vol. 3) – Vincent Genvrin: organo – Hortus (63’04)
Divenuta, a metà ’800, definitivamente una chiesa, la Madeleine – che aveva rischiato di divenire una stazione ferroviaria – è stata il tempio parigino dedicato ai grandiosi matrimoni ed ai gloriosi funerali dell’élite repubblicana e dell’aristocrazia. E Camille Saint-Saëns, durante i vent’anni nei quali officiò alla tribuna, fu un protagonista di questa cerimonie, mondane e religiose al tempo stesso. Questo cd illustra un aspetto poco conosciuto dell’opera del compositore, che risplende di tutto il fasto dell’insieme vocale e strumentale, solisti, coro – Les Eléments diretto da Jöel Suhubiette – ed organo, con l’arpa di Dominique Clément ed il corno di Daniel Daure.
Una sfida per i tecnici della registrazione, brillantemente risolta in un cd che ha ricevuto numerose ricompense: dai 5 Diapason alle 4 stelle della rivista Le Monde de la Musique.
Camille Saint-Saëns
Le patriarche de la Belle-Époque (intégrale des pièces d’orgue et motets, vol. 4) – Vincent Genvrin: organo – Hortus (71’46)
Organo solo, per questo quarto ed ultimo volume dell’integrale. Con tutte le mutazioni e gli equivoci fin de siècle (l’800) e dell’inizio del XX: ritorno alle origini religiose – e Saint-Saëns, pur refrattario alle crisi mistiche, seguì la moda – e cedimenti laici.
Alexandre Guilmant sogna che l’organo – il «Papa degli strumenti» – possa rimpiazzare le musiche militari che proclamano le gioie della Nazione e celebrano il culto della Patria. Intanto Saint-Saëns gli confida il celeberrimo Cigno – dal Carnevale degli animali – per una trascrizione che, assieme a quella del Prélude del Déluge ed a Cyprès – dedicato a “Raymond Poincaré, Président de la République Française” – è tra i brani in programma in questo bel cd, anch’esso premiato con 5 Diapason
Vincent Genvrin è un gran specialista del repertorio romantico per organo. In mancanza di video di sue interpretazioni di musiche di Camille Saint-Saëns vi propongo – dal 23° Festival Internazionale Toulouse les Orgues – questa Comunione in Fa maggiore di Lefébure-Wély – grande virtuoso e compositore dell’800, ammirato da Saint-Saëns.
Camille Saint-Saëns
Duos pour Pianoforte et Cordes – Ensemble le Déluge, Laurent Wagschal: pianoforte – Ad Vitam Records (69’49 + 71’54 + 68’51)
Tra i benefici effetti delle celebrazioni centenarie, il più interessante è certo la riscoperta delle opere che il tempo ha nascosto, se non sepolto, sotto la coltre dell’oblio, privilegiando i cosiddetti capolavori. È il caso della musica da camera che ha interessato Camille Saint-Saëns sin dalla giovinezza, anche se all’epoca questo genere non era veramente alla moda.
Per realizzare il progetto, sino ad oggi completamente inedito, di suonare, poi registrare l’integrale delle delle sue opere per pianoforte ed archi, Laurent Wagschal ha riunito attorno a sé alcuni cameristi interessati a questo repertorio dimenticato: Pauline Bartissol al violoncello e Pierre Fouchenneret, Sébastien Surel e Ayako Tanaka al violino. È nato così l’ensemble Le Déluge – dal titolo dell’oratorio omonimo di Saint-Saëns – che in questo primo cofanetto di 3 cd interpreta l’integrale delle composizioni con violino e violoncello, incluso, appunto, il celebre solo di violino dal Preludio del Déluge – nella versione con accompagnamento di pianoforte realizzata dal compositore – e l’ancor più famosa trascrizione per violoncello e pianoforte del Cigno.
Tutta la bellezza delle melodie che abitano queste opere – che non hanno nulla di «minore» – si dispiega con un’eleganza senza frivolezze né banalità, animata dalla intensa interpretazione di Laurent Wagschal, della cui arte ho sovente avuto occasione di parlare in queste pagine. e dell’ensemble Le Déluge.
À Claude
Benedetto Boccuzzi: pianoforte – Digressione Music (76’)
Un cd entusiasmante, il fiore della sensibilità e dell’intelligenza, una di quelle opere rare e rivelatrici, frutto di una passione vissuta e approfondita. Un viaggio sentimentale che ha Claude Debussy come punto di partenza e di arrivo, dal divino Claude di Images, Deuxième Série sino a quello delle due Danses, sacre et profane per arpa e orchestra che Benedetto Boccuzzi ha trascritto per il pianoforte, come gioiosa conclusione del programma.
Un programma che Benedetto ha concepito come un’arborescenza, seguendo il corso del torrente vitale che ha irrigato e fecondato le generazioni che hanno seguito Debussy e che nella sua ricerca estetica, formale e timbrica hanno trovato nutrimento e guida. Da Olivier Messiaen – con 3 dei Vingt regards sur l’enfant Jésus ed il suo interesse per le sonorità ed i modi di esotiche culture -, al giapponese Toru Takemitsu ispirato dal mondo armonico di Messiaen. Passando per l’americano George Crumb di Makrokosmos I e II – sei brevissime composizioni, geniale succedersi di sorprendenti tecniche per generare un suono che evoca, tra associazioni e citazioni, il grande maestro dell’impressionismo musicale -, e la rumena Diana Rotaru che con Debumessquisse rende omaggio a Debussy e Crumb al tempo stesso.
Senza dimenticare il (quasi) Notturno che Benedetto, con sublime virtuosismo e indisciplinata devozione, ha dedicato al suo Claude. È questo il suo primo cd: ci auguriamo che ne arrivino presto tanti altri.
Registrazione di qualità eccezionale, quella che ci voleva per dare ali a questa musica ed a questo giovane grande virtuoso, nato a New York da genitori pugliesi.
Johann Sebastian Bach
The Well Tempered Consort – I – Phantasm – Linn (66’55)
Ancora un programma all’insegna della metamorfosi. Bisogna riconoscere à Phantasm – premiatissimo consort di viole creato da ormai già più di un quarto di secolo da Laurence Dreyfus – il coraggio dell’impresa: arrangiare per il suono affascinante ma onirico, elusivo, al limite dell’equivoco, delle viole da gamba alcuni dei capolavori che Johann Sebastian Bach ha scritto per strumenti a tastiera, dal Clavicembalo ben temperato (che suggerisce il titolo dei cd) all’Offerta musicale ed alla III Teil der Clavier-Übung.
Cosa diventano le austere, cristalline o monumentali architetture polifoniche tracciate dal clavicembalo, dal clavicordo o dall’organo? Eccole animarsi di personaggi e di luci nuove, come se le dimensioni si moltiplicassero in una fantomatica allucinazione, visitata dai personaggi delle antiche tradizioni inglesi delle Fantaisies e dell’In nomine.
Dopo un primo cd consacrato come Chamber Choice dal BBC Music Magazine e premiato come «registrazione eccezionale» da Diapason – Phantasm ha reiterato quest’anno con un secondo volume, più particolarmente dedicato ai due volumi del Clavicembalo ben temperato.
Sainte Hélène
La légende napoléonienne – Les Lunaisiens, Les cuivres romantiques – Muso (62’28)
Ancora una celebrazione centenaria con questo imperiale cd che il pittoresco ensemble Les Lunaisiens (I Lunatici ?) dedica alla legenda napoleonica. È intitolato Sainte Hélène, dal nome dell’isola, remoto esilio ove Napoleone Bonaparte si spense due secoli or sono, ed il programma, concepito da Arnaud Marzorati che dei Lunaisiens è il direttore artistico, raccoglie testi e musiche d’epoca. Più o meno conosciute e più o meno celebrative, queste opere testimoniano, comunque, della fine della straordinaria epopea del «petit caporal» divenuto imperatore dei francesi: idolatrato o detestato, egli fu comunque onnipresente, anche nell’universo della canzone.
La parte più interessante è quella dedicata al campo di battaglia, alle fanfare ed ai canti dei soldati: un trio di voci maschili è accompagnato dai Cuivres Romantiques (Ottoni romantici) che suonano trombe, corni e buccine d’epoca, prestati dal Museo della musica della Philharmonie de Paris. Seguono le romanze e, per finire i canti popolari, accompagnati dall’organetto di barberia in un susseguirsi di testimonianze che alternano la fanatica devozione e la dissacrante rivolta.
Paris vagabond
Kosma, Poulenc, Roussel, Hahn, De Séverac – Fabien Hyon: tenore, Juliette Sabbah: pianoforte – Passavant (61’)
Le avventure ed i vagabondaggi di uno scugnizzo parigino, ispirato dall’immortale Gavroche di Victor Hugo, sono il filo conduttore di questo pittoresco cd. Trasferito ai nostri giorni, il Gavroche musicale fa rivivere la Parigi del XX secolo attraverso i testi di Jacques Prévert, Guillaume Apollinaire e Paul Éluard, animati dalle melodie di Joseph Kosma, Francis Poulenc, Reynaldo Hahn, Déodat de Séverac e Albert Roussel.
Il tenore Fabien Hyon e Juliette Sabbah che lo accompagna al pianoforte sono i protagonisti di questo programma che, con la sua originalità, arricchisce il già ricco repertorio di un duo che nella sua rapida carriera si è fatto conoscere per la sua sensibile e gioiosa musicalità.