Il disco offre il gran vantaggio della possibilità di una doppia vita: se non lo sciupate, non lo graffiate, non lasciate troppe tracce sulla copertina, un sacchetto nuovo o un pacchetto ben confezionato permetteranno di riciclarlo offrendolo a qualcuno che più di voi potrà appezzarlo (senza contare il fatto che molti negozi di dischi cambiano i cd che non sono stati aperti, lasciando al destinatario del regalo la possibilità di rettificare il tiro).
Non vi consiglierò certo Le più belle Ave Marie, né i Quattro preti, o Frà Giuseppino o Tamarindo che sia (col loro facile misticismo, molto alla moda di questi tempi), né i Tre Tenori o André Rieu che comunque troverete in bella evidenza nelle vetrine. Ecco, invece, i miei suggerimenti, suddivisi in tre categorie di destinatari: coloro che hanno già una favolosa discoteca e pensano di aver «tutto»; quelli che non vogliono saperne di musica classica, ed i nipotini per un primo tentativo di seduzione verso le meraviglie della musica classica nelle sue forme più facili, accessibili ed entusiasmanti.
E cominciamo con un frizzante cd che andrà bene per le due prime categorie, si tratta di
Ragtime
Bruno Fontaine – Aparté (80’02”)
Un disco dedicato, evidentemente, al Ragtime, il papà del jazz, musica popolare danzante, ma praticata senza improvvisazione e trascritta su spartito – come la musica classica – con precisione tecnica, metrica e strutturale, sintesi dei ritmi sincopati d’origine africana e della musica classica europea, che adottò il Ragtime con Debussy e Satie – presenti nel cd con il celebre Golliwog’s Cakewalk (sia nell’originale, che non ha bisogno di nessun arrangiamento, che nelle Variazioni, dello stesso Fontaine) e con Ragtime Parade. Per il resto, si tratta di composizioni dei maestri del genere, da Scott Joplin e Tom Turpin sino al grande Fats Waller, arrangiati con gran virtuosismo e vivacità in modo da creare una serie di «pezzi da concerto» in una visione classica del genere.
Un disco affascinante, accessibile ed originale: Bruno Fontaine è vivace e preciso e il suo strumento ideale per questa musica: una sorpresa per chi è un appassionato del pianoforte classico ed una facile e gradevole porta d’ingresso al repertorio classico per chi ha paura d’annoiarsi.
Ascoltate il Ragtime di Bruno Fontaine
Dopodiché, e per restare al pianoforte
Ludwig van Beethoven
Sonate per pianoforte (intégrale) – François-Frédéric Guy – Zig-Zag Territoires (61’27” + 75’36” + 65’39” + 56’24” +70’34” + 70’02” + 71’37” + 70’13” + 62’52” )
Un’integrale veramente meritevole a soli 22,90 € per 9 cd, nella Collection Printemps des Arts di Montecarlo. Ed il merito non è soltanto nel prezzo ! Sono, in generale, diffidente nei confronti delle integrali: il rischio di questi cofanetti pieni di dischi e sovraccarichi di musica è il livellamento dell’opera che si riduce a una serie di Sonate che, una di seguito all’altra, perdono ogni loro individualità.
Non è il caso per questa integrale; non so quanto tempo abbia messo François-Frédéric Guy per registrare la totalità delle 32 Sonate, fatto sta che nella sua interpretazione i capolavori di Beethoven conservano la loro marcata identità tracciando un percorso ben identificabile nel tempo della tormentata vita del genio, sopratutto le Sonate della giovinezza, animate da un entusiasmo e da illusioni ancora non incrinate dalla disperazione e dalla malattia.
Ascoltate François-Frédéric Guy nelle Sonate di Beethoven
Più leggermente, poi, per i reticenti e per i diffidenti, tre cd di cui ho già parlato. Gli affreschi lussureggianti di due capolavori della scuola russa, che trovano una nuova sorprendente vitalità nell’interpretazione di Emmanuel Krivine :
Modesto Mussorgsky/Maurice Ravel, Nicolay Rimsky-Korsakov
Quadri d’una esposizione, Schéhérazade – Orchestra Filarmonica di Lussemburgo, Emmanuel Krivine – Zig-Zag Territoires (74’23”)
https://www.grey-panthers.it/i-dischi-del-mese-novembre-2013-parte-iii/
il risuscitato concerto per pianoforte di Edvard Grieg che trova una nuova e giovanile vitalità nell’interpretazione di Nicolai Lugansky, associato al meno evidente concerto di Prokofiev (ma son proprio questi imprevedibili accostamenti che spesso aprono nuovi orizzonti musicali ai non iniziati)
Edvard Grieg, Sergei Prokofiev
Piano concertos – Nicolai Lugansky: Pianoforte, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Kent Nagano – Ambroisie Naïve (59′)
https://www.grey-panthers.it/i-dischi-del-mese-novembre-2013-parte-ii/
e, per concludere, un cd dedicato alle esaltanti arie d’opera di AntonioVivaldi:
Vivaldi Operas vol.2
Artisti diversi –Naïve (75′)
https://www.grey-panthers.it/viva-vivaldi-parte-i/
l’attività di operista è la meno conosciuta dai profani che – anche al di là delle Quattro Stagioni e di qualche concerto per violino o per flauto – non conoscono molto della monumentale opera del Prete Rosso, noto, invece, al suo tempo soprattutto per le molte sue opere liriche – 94 a suo dire, anche se se ne sono identificate 50, e, di queste, soltanto di 24 si è trovata la musica (che all’epoca non veniva stampata) – rappresentate sopratutto nei numerosi teatri veneziani, di cui Vivaldi fu anche impresario, mestiere non proprio compatibile con la sua condizione sacerdotale.
Dopodiché, per i più raffinati musicofili, avidi di scoperte, un cd che è stato quest’anno un’autentica, straordinaria, sorpresa:
Michelangelo Falvetti
Nabucco – Cappella Mediterranea, Choeur de chambre de Namur, Leonardo Garcia Alarcón – Ambronay (78’18”)
Michelangelo Falvetti, chi era costui? nato nel 1642 a Melicuccà e morto nel 1692 a Messina, questo compositore di origine calabrese dedicò tutta la sua vita e la sua attività alla musica sacra e alla sua patria d’adozione. Fu maestro di cappella del Duomo e figura centrale della vita musicale a Palermo, ove fondò anche l’Unione dei Musici – istituzione sindacale ante litteram – poi a Messina, anche lì maestro di cappella del Senato. Famosissimo ai sui tempi, autore di opere ricche di una sensualità e di una espressività tutte mediterranee e insulari – i suoi Oratori, o Dialoghi, come venivano chiamati, potrebbero essere considerate un equivalente – come primo effetto drammatico – delle Opere dei pupi in musica – egli fu rapidamente dimenticato e soltanto pochi anni or sono alcuni dei suoi manoscritti sono stati riscoperti negli archivi e nella biblioteca di Napoli e rappresentati per la prima volta nel quadro del Festival d’Ambronay, da Leonardo Garcia Alarçon, giovane, entusiasta e inventivo direttore d’orchestra argentino, specialista della musica barocca, che ha utilizzato per la sua splendida interpretazione il Coro da camera di Namur ed i virtuosi della Cappella Mediterranea in una strumentazione e con tecniche di vibrato che si ispirano alle tradizioni medio-orientali e più particolarmente turche e persiane.
Ascoltate il Nabucco di Falvetti
Che sei poi questo Nabucco, che narra la storia dei tre giovani che, per non aver voluto adorare un idolo pagano furono gettati dal sovrano Nabuchodonosor nella fornace ardente dalla quale uscirono intatti, per un biblico miracolo, vi affascina come dovrebbe, ascoltate ed offrite un’altra opera di Falvetti, forse ancora più spettacolare: si tratta del disco
Michelangelo Falvetti
Il Diluvio universale – Cappella Mediterranea, Choeur de chambre de Namur, Leonardo Garcia Alarcón – Ambronay (64’35”)
Uscito due anni fa, è questa la prima registrazione di un Dialogo del compositore siciliano appena nominato Maestro di Cappella della cattedrale di Messina, e qui rappresentato per la prima volta davanti ai messinesi che si erano appena ripresi della punizione inflitta dalla corona di Spagna contro la quale si erano ribellati (è molto probabile, quindi, che il soggetto del Diluvio universale, che tratta de disobbedienza e della punizione divina, abbia anche avuto, all’epoca, un valore di monito).
Meno severamente, oggi, questo diluvio di emozioni, di colori fantastici e di bizzarre sonorità illustra nella maniera più riccamente barocca che si possa immaginare, e con commovente spontaneità, uno degli episodi più noti della Bibbia.
I solisti, il coro e gli strumentisti che offersero a suo tempo favolosi momenti di sorpresa per quest’opera imprevedibile al pubblico del Festival d’Ambronay, rinnovano quei magici momenti in un cd che ha meritato un Diapason d’oro.
Ascoltate gli estratti del Diluvio universale
E per i vostri nipotini, due classici, divertenti senza compromettere il livello della musica presentata e la qualità dell’interpretazione: Pierino e il Lupo, per cominciare. Scritta in soli quattro giorni (musica e testo) da Sergei Prokofiev dopo il suo ritorno nell’Unione Sovietica, su commissione del Teatro Centrale dei Bambini di Mosca, esiste, di questa deliziosa favola piena di umorismo, una bellissima registrazione, sia in cd che in DVD, protagonista Roberto Benigni narratore e l’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado:
Sergei Prokofiev
Pierino e il lupo
Roberto Benigni, Orchestra Mozart, Claudio Abbado – DG
Benigni, come al solito, si scatena esibendo tutto il suo repertorio di smorfie e lazzi, quindi il messaggio pedagogico è forse un po’ disperso, ma lo spettacolo è assicurato !
Tutta una serie di estratti del DVD sono visibili su YouTube
Se, poi, si vuole qualcosa di più originale, ecco Pierino in una recentissima trasformazione jazz:
Pierre et le Loup … et le Jazz !
The Amazing Keystone Big Band, con le voci di Denis Podalydès et Leslie Menu – Le Chant du Monde (56′)
Derivata da uno spettacolo dell’Amazing Keystone Big Band, questa registrazione presenta non soltanto gli strumenti dell’orchestra (con qualche aggiunta o sostituzione – chitarra, sassofoni, batteria, poiché si tratta dell’organico di un complesso jazz), ma anche la storia del jazz, e ne illustra i differenti stili – New Orleans, Be Bop, Cool, Funk, Hip Hop, Rock, etc.
Una simpatica alternativa alla tradizionale versione classica – e qui l’umorismo è soprattutto nella trasformazione musicale – particolarmente consigliata se i suddetti nipotini sono già iniziati alla lingua francese – o accettano di esserlo – poiché il testo della favola è letto, appunto, in francese, da Denis Podalydès, attore e regista della prestigiosa Comédie Française, e da Leslie Menu.
ascoltate Pierre et le Loup … et le Jazz !
E non bisogna dimenticare il capolavoro del genere:
Benjamin Britten
The Young Person’s guide to the Orchestra, Variazioni su un tema di Frank Bridge, Simple Symphony, English Chamber Orchestra, London Symphony Orchestra, Benjamin Britten – Decca
Questa Guida del giovane all’orchestra, uno de pezzi più noti ed eseguiti di Sir Benjamin Britten, basato sulle Variazioni e fuga su di un tema di Purcell, illustra in maniera meno drammatizzata che Pierino e il lupo, ma certamente molto elegante ed efficace, la struttura dell’orchestra e l’identità dei differenti strumenti. Malgrado il tempo trascorso e qualche altra registrazione apparsa nei cataloghi discografici, questa edizione storica – diretta dall’autore – rimane la più poetica, limpida ed affascinante. Sono associate alla Guida le Variazioni su un tema di Frank Bridge e la Simple Symphony, composizioni facili e gradevoli, che dovrebbero interessare il giovane ascoltatore, permettendogli di mettere in pratica quel che ha appreso.
Ascoltate la Guida del giovane all’orchestra