Mozart
Piano four hands – Guillaume Bellom & Ismael Margain: pianoforte – Aparté (58’58)
Durante la sua giovinezza – e per esigenze eminentemente pratiche: la famiglia Mozart contava molto sul ricavato delle esibizioni del divino prodigio in coppia con la sorella Nannerl – ambedue al clavicembalo o al fortepiano, o Nannerl accompagnatrice di Wolfango al violino – Mozart scrisse molta musica per tastiera a quattro mani. Deliziose composizioni animate da una fresca spontaneità e già abitate dal genio dell’invenzione in un genere che all’epoca non era ancora molto frequentato.
Dopo averlo messo da parte per una dozzina d’anni, Mozart ritornerà a questo tipo di composizione al momento in cui la sua attività operistica è al culmine: così la Sonata in fa maggiore KV 497 è stata scritta quattro mesi dopo le Nozze di Figaro, e precede di di quattro mesi la creazione dell’Andante e Variazioni KV 501, mentre la Sonata in do maggiore KV 521 – l’ultima delle sue Sonate per pianoforte a 4 mani, opera della piena maturità del compositore – data di sei mesi prima del Don Giovanni.
Guillaume Bellom e Ismael Margain – che già ci avevano sorpreso con il loro cd dedicato Schubert – interpretano queste tre composizioni con tutto il radioso entusiasmo dei loro vent’anni (al momento della registrazione del disco), e rendono con un talento ed un virtuosismo senza fanfaronate le intenzioni sinfoniche dell’orchestra suggerite dalla scrittura a quattro mani di Mozart, densa di sfumature e del complesso lirismo dei suoi ultimi anni.
Registrazione, come al solito per il pianoforte di Aparté, esemplare, con una sonorità elegante e misurata che non ci fa rimpiangere il fortepiano.
ascoltate il pianoforte quattro mani di Mozart
Eugène Ysaÿe
A vederlo così, paffuto e soddisfatto, è difficile immaginare che Eugène Ysaÿe fu considerato il Paganini del suo tempo. Chissà perché il virtuosismo al violino è rimasto associato alla figura faunesca del gran Genovese, con tutti i possibili sottintesi di patto col diavolo e odor di zolfo che si sprigiona dalle vertiginose acrobazie di un archetto che fa danzare streghe ed anime dannate …
Ysaÿe fu invece, oltre che grandissimo solista – secondo le testimonianze dell’epoca; stranamente non son riuscito a trovare alcuna testimonianza sonora, malgrado che all’epoca esistessero già validi sistemi di registrazione – altresì compositore, direttore d’orchestra, maestro di cappella di Corte, pedagogo e, all’occasione, psicopompo della sua più prestigiosa allieva, Elisabetta del Belgio che, da lui ispirata, creò il mondialmente famoso Concorso internazionale che porta il suo nome, destinato a giovani (meno di 30 anni) strumentisti, cantanti e compositori.
Queste sonate ve le propongo nell’entusiasmante – e veramente paganiniana – interpretazione del giovane virtuoso albanese Tedi Papavrami, ma aggiungo un secondo cd che è una ricca sorpresa, una raccolta di composizioni, Harmonies du soir, nelle quali il violino non è il solo protagonista.
Ysaÿe
The complete sonatas for solo violin, op.27, Sonata for two violins – Tedi Papavrami, Svetlin Roussev: violino – Zig-Zag Territoires (64’03 + 29’32)
Ysaÿe ha dedicato queste sei Sonate a sei grandi violinisti suoi contemporanei: quattro di loro – Szigeti, Thibaud, Enesco e Kreisler – sono ancor oggi ricordati come massimi esponenti del virtuosismo dell’archetto; due meno conosciuti (o, piuttosto, già dimenticati): Crickboom e Quiroga. Cosa significa questa dedica se non una solenne e magnanima attestazione di superiorità di colui che venne considerato il Paganini del suo tempo? «Io sono il più grande di tutti – sembra dire -, ecco la chiave e la meta dei miei trionfi, il sentiero tracciato per l’Everest del virtuosismo …». Un invito o una sfida ?
Invito o una sfida che sia, Tedi Papavrami l’accoglie da quel campione che è, senza lasciarsi sgomentare dalle difficoltà, e non soltanto tecniche, della partitura, che egli affronta con un mordente al limite dell’irriverenza, facendoci scoprire un Ysaÿe ben diverso dal virtuoso grassoccio e borghese che ci mostrano le fotografie. Un’interpretazione che preferisco a quanto avevo sino ad ora ascoltato – come il cd di Laurent Korcia, estremamente elegante e raffinato, al limite della confettura, ma privo della sfrontata aggressività dell’archetto di Papavrami.
Completa il ciclo la Sonata per due violini che Ysaÿe compose nel 1915, all’intenzione della sua regale e meritevole allieva, Elisabetta del Belgio.
ascoltate Tedi Papavrami nella Sonata n°2, Obsession, la più rappresentativa delle 6 Sonate, con le sue evocazioni di Johann Sebastian Bach e del Dies Irae.
Eugène Ysaÿe
Harmonies du soir – Tatiana Samouil: violino, Thibault Lavrenov: violoncello, Quatuor Ardente, Orchestre Philarmonique Royale de Liège, Jean-Jacques Kantorow – Musique en Wallonie (74’01)
«La gigantesca quercia belga», «Il sublime imperatore della stravaganza», due dei tanti attributi – oltre a quello, inevitabile, di «Re del violino» – che gratificarono Eugène Ysaÿe, limitandone, tuttavia, l’immagine e l’importanza, facendone un’icona del virtuosismo in un’epoca in cui le glorie della scena condannavano l’eletto a una monumentale immobilità.
Questo cd è la preziosa occasioni di scoprire un Ysaÿe meno prevedibile: nelle apparenze lusinghere della più superficiale musique de salon, e dietro titoli come Méditation, Harmonies du soir, Amitié etc., si nascondono – o si rivelano – composizioni dense di ombre e luci sottilmente coniugate in una prospettiva che trascende, appunto, il frivolo intrattenimento. Il virtuosismo non sopraffà mai un lirismo austero e pudico, mai stucchevole.
I giovani interpreti, guidati da Jean-Jacques Kantorow, ci propongono una visione sensibile e limpidamente tracciata di queste divagazioni su panorami meno evidenti – e meno noti – dell’arte di Eugène Ysaÿe in questa affascinante sorpresa che ci offre Musique en Wallonie, un label che dedica le sue registrazioni al repertorio di compositori belgi francofoni più o meno conosciuti.
ascoltate le Harmonies du soir di Ysaÿe.