Tanguillo
F. Salque : violoncello, V. Peirani : fisarmonica, T. Gubitsch : chitarra – Zig Zag Territoires (60″)
Sorvolando le sabbie mobili che separano musica scritta e musica improvvisata, Tanguillo è un”evocazione libera e creativa dell”universo del tango. Un linguaggio nuovo, inventivo e provocatore, nasce dall”insolita collaborazione tra due eccezionali musicisti, dalla confrontazione di sonorità singolari.
I percorsi musicali di Vincent Peirani e François Salque hanno tracciato complessi itinerari, frequentando universi differenti, per identificarsi, alla fine, attraverso una sperimentazione confermata al filo di improvvisazioni e concerti. Il loro primo disco – Est – era consacrato alle musiche tradizionali dell”Europa centrale. Questa volta il filo d”Arianna che guida i loro passi è la musica del sud America, e particolarmente, l’universo di Astor Piazzolla.
È singolare l”evoluzione delle sonorità dei due strumenti protagonisti di questo cd. Se la fisarmonica di Peirani – talvolta aspra e percussiva, sempre presente, quasi una guida – non ha nulla a che vedere con quella di Astor Piazzolla, il violoncello di François Salque si emancipa dalle Suites de Bach e dal repertorio romantico per il suo strumento. Il risultato è una rinnovata identità che si rivela nelle ondulazioni melodiche e ritmiche di musiche talvolta adattate, altrimenti create da Vincent Peirani, Jocelyn Mienniel e Tomás Gubitsch.
ps: vi consiglio di ascoltare Salque anche nelle sue intense interpretazioni delle opere di Fauré e di Schumann, registrate per Alpha.
ascoltate Tanguillo
Franz Schubert
Fantaisie in fa min. D.940, Adagio in la min. D.947, Sonata in Do magg. «Gran Duo» D.812 – Ismaël Margain, Guillaume Bellom – Aparte (78″57″)
Due giovani pianisti di vent”anni – e Guillaume Bellom è anche violinista – illustrano in questo bel disco tutta la dolce intimità del pianoforte a quattro mani di Franz Schubert, attraverso tre composizioni che sono forse le più belle tra le tante che il compositore ha dedicato al suo strumento favorito affidato alla complicità di due interpreti.
Il pianista non è solo davanti alla tastiera – né si tratta di due pianoforti che dialogano o si confrontano; lo stesso strumento – e lo stesso sgabello… – accolgono un impegno che si sviluppa all”interno di una sfera talmente intima che rischia di restare un dialogo segreto, indecifrabile per chi ascolta.
I duo pianistici non sono molti, e i tempi di evoluzione sono lunghi; è sorprendente, quindi, il grado di maturità di questo giovanissimo ensemble, che con una gran spontaneità – talvolta al limite della giovanile esuberanza – sviluppa il linguaggio quasi sinfonico di Schubert, nutrito delle tempeste e delle melodie più malinconiche e perturbanti del compositore.
ascoltate la Sonata in Do magg. «Gran Duo»
Dixit Dominus
G.F. Handel, A. Vivaldi : Dixit Dominus HWV 232 & RV 807, In furore justissimae irae RV 626 – La nuova Musica, L. Crowe, D. Bates – Harmonia Mundi (75″03″)
Soggetto ideale – certamente il più frequentato dai compositori barocchi – della liturgia cattolica romana, il Salmo 109 ha trovato in Vivaldi e Handel la sua massima espressione musicale.
Vivaldi lo mise in musica almeno tre volte; questa versione, la più matura e compiuta, è il frutto di una recente scoperta: il manoscritto, conservato a Dresda, era stato attribuito da un copista frettoloso – o partigiano ? – ad un altro compositore veneziano, Baldassarre Galuppi; Janice Stockigt – musicologa australiana – ha rimesso le cose a posto.
Il Dixit Dominus di Handel – più esplicitamente drammatico e maestoso di quello di Vivaldi – è certamente l”opera più ambiziosa e impressionante scritta dal giovane compositore (protestante e ventenne) durante il suo primo viaggio a Roma, per il rito cattolico e su richiesta del suo protettore, il cardinale Ottoboni (sembra che le autorità religiose, commosse, gli suggerirono, all”occasione, di convertirsi al cattolicesimo, proposta che Handel declinò garbatamente …).
David Bates ha ne La nuova Musica – l”ensemble da lui formato cinque anni or sono – lo strumento ideale, energico ma sensibile nel rendere tutta la lussureggiante teatralità di queste opere.
Lo splendido, luminoso mottetto In furore justissimae irae completa il cd. È una delle tante opere passe-partout per voce solista che Vivaldi compose per le occasioni più svariate, più o meno religiose, e su testi scritti da poetucoli locali in un latino di fantasia. L”interpretazione di Lucy Crowe, agile e virtuosa, anima furori, timori, lacrime e pentimenti, sino all”immancabile, radioso e anelante Alleluia finale.