Johann Sebastian Bach
Complete Fantasias – Andrea Padova: pianoforte – Stradivarius (67’41)
Molto meno frequentate, in disco ed in concerto – ad eccezione della conosciutissima Fantasia cromatica e fuga BWV 903 -, delle altre musiche per tastiera di Johann Sebastian Bach, le Fantasie sono tra le massime espressioni della libertà d’invenzione, al limite dell’improvvisazione e pur nel rigore e con tutto il trascendente equilibrio di un’architettura vertiginosamente elevata in un’organizzazione che va al di là di ogni codice ed di ogni regola.
Andrea Padova le ha registrate nella loro integralità, facendole precedere da un fremente Preludio (il BWV 921) e concludendo, appunto, con una magistrale Fantasia cromatica e fuga, quasi la meta simbolica, il punctum, di un caleidoscopio destinato a non estinguersi mai, in eterna evoluzione.
L’interpretazione di Andrea Padova è libera e sempre sorprendente, ed il suo pianoforte, dalla sonorità morbida e discreta, non ci fa rimpiangere il clavicembalo. Ascoltate, per esempio, la Fantasia in la minore BWV 922; una storica, esaltante, registrazione di Andreas Staier, ce l’aveva imposta in tutta la sua aggressiva modernità, quasi un’opera minimalista, alla Paul Glass, per intendersi; oggi la scopriamo molto più … fantastica, illuminata dai mille colori che si schiudono sotto le dita dell’interprete.
ascoltate le Fantasie di Johann Sebastian Bach suonate da Andrea Padova
– Mozart En Harmonie
Zefiro, Alfredo Bernardini – Arcana (61’04)
Il miglior Zefiro, in una registrazione di dieci anni or sono, che l’ensemble ha dedicato a tre delle Opere liriche maggiori di Wolfgang Amadeus Mozart, nella trascrizione originale e gustosa dell’oboista Alfredo Bernardini, uno dei fondatori di Zefiro. Bernardini dirige questa entusiasmante interpretazione che oggi Arcana ci ripropone grazie ad Outhere che ne ha rilanciato il catalogo, già ricco di tanti preziosi titoli, frutto dell’impegno e della sensibilità di Michel Bernstein, arricchendolo di un programma che il suo creatore non avrebbe sdegnato, e con gli artisti che gli furono cari e che, molto spesso, furono da lui rivelati al gran pubblico.
La versione che delle Le nozze di Figaro, di Don Giovanni e Così fan tutte ci propone Zefiro, è abitata da un umorismo piccante e raffinato, sempre rigorosamente musicale e mozartiano, sino alle illustrazioni del cd, le fotografie che raffigurano i 13 elementi dell’ensemble in costume d’epoca (i soggetti ed i libretti delle opere – capolavori di Lorenzo da Ponte – erano rigorosamente contemporanei di Mozart, anche se oggi, molto spesso dobbiamo soffrirli in produzioni che si compiacciono di trasferire costumi e situazioni ai giorni nostri). Gli interpreti si mostrano – dicevamo – in costumi d’epoca (come, peraltro, sono d’epoca i loro strumenti) ed alcuni in abiti femminili, per aggiungere un ulteriore strizzatina d’occhio alla magia della trascrizione.
Paris 1884-1959
Florian Billot: pianoforte – Aparté (61’)
Aparté (dall’italiano «a parte») è una convenzione teatrale, quel che un attore dice perché soltanto il pubblico lo intenda, e che gli altri attori su scena non ascoltano o fingono d’ignorare. Ma Aparté è anche una giovane casa discografica che, appunto, indifferente alle strategie di un mercato che, molto spesso, conduce di pari passo una politica suicidaria (programmi banali, edizioni costosissime, star abusate ed esauste …) associata a propositi vittimistici sulla crisi del mercato del disco – sopratutto per la musica classica -, si rivolge ad un pubblico «nuovo» ed attento, sensibile a tutto quel che di originale interpreti e repertorio possono ancora offrire.
Aparté dedica, quindi – intelligentemente -, il suo catalogo quasi esclusivamente alla scoperta di giovani talenti accompagnando i loro esordi, e ad un repertorio mai banale, con associazioni spesso inedite e sempre interessanti. È il caso di questo nuovo cd di Florian Billot, che in un’ora di programma traccia un affascinante panorama musicale della capitale francese. Dal notissimo Preludio, corale e fuga del romantico César Franck alla sensualità impressionista dell’Isle joyeuse di Claude Debussy ed all’opalescente e onirica Pavane pour une Infante defunte del giovane Maurice Ravel. Ma anche una Sonata del contemporaneo Henri Dutilleux, geniale rappresentante dell’eredità della musica francese per pianoforte. E, per concludere, le geniali ed eleganti 9 Improvvisazioni n°15 «Omaggio ad Edith Piaf» di Francis Poulenc, il più parigino dei compositori francesi, capace come nessun altro di far volare la sua musica sulle ali leggere di una mondanità mai superficiale.
Arvo Pärt
Stabat Mater
Simeron
Ivan Moody
Goeyevaerts String Trio, Zsuzsi Tóth (soprano), Barnabás Hegyi (contro-tenore), Olivier Berten (tenore) – Challenge Classic (53’02)
Il capolavoro di Arvo Pärt in una nuova, intensamente drammatica, interpretazione del Trio d’archi Goeyevaerts associato a tre solisti vocali che esaltano, con il rigore e la purezza delle loro voci, l’aura mistica ed il già fortissimo potere emozionale dell’opera, una delle più ambiziose del compositore estoniano. Non si deve ascoltare questo Stabat Mater – lacerante illustrazione musicale del dolore della Vergine ai piedi della Croce – come una sacra rappresentazione: è piuttosto un’icona, astratta dalla storia ch’essa raffigura, per divenire simbolo di un dolore universale, sulla stessa linea, formale e spirituale, di Passio – la Passione secondo San Giovanni – composta da Pärt 3 anni prima.
Altra affascinante evocazione musicale di un icona religiosa è Simeron dell’inglese Ivan Moody, anche lui – come Pärt – convertito (e non soltanto culturalmente ed esteticamente: avendo seguito gli studi di teologia in Finlandia, Moody è oggi membro del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli) alle verità di un’ortodossia che impregna la sua composizione, tutta tesa alle rivelazione di una mistica trascendenza. Simeron non è un personaggio biblico, né un Santo, un Padre della Chiesa o un anacoreta; «σήμερον» vuol dire «oggi» e «Simeron kremate» è un canto (piuttosto un’improvvisazione musicale su un testo) della liturgia ortodossa, che evoca la discesa di Cristo dalla croce sino alla sua resurrezione, un «oggi» da cui ha inizio una nuova storia del mondo, un nuovo rapporto dell’uomo con il divino in un passaggio dalle tenebre alla luce.
Questa musica è un’icona che manifesta la pace della Redenzione, e «gli strumentisti del trio sono un ‘commentatore metafisico’ – come Moody spiega nella sua partitura – che inquadra le parole cantate come l’aureola in un’icona». «Dilettatevi sopratutto della musica – scrive Philippe Grisar nel suo interessantissimo commento (purtroppo soltanto in inglese, francese e tedesco) che accompagna il cd – lasciatevi portare dall’emozione. Toccate con prudenza il dolore, calmatevi con un sospiro silenzioso e lasciatevi consolare dalle parole che avrete trovato nel vostro silenzio».
ascoltate Pärt e Moody e guardate un’intervista (in inglese) con gli interpreti e degli estratti delle sedute di registrazione.