Seguendo la tradizione, a un primo elenco che vi ha dato tempo di riflettere, cercare, ordinare il o i cd da offrire per Natale, segue un secondo. Sorprese dell’ultimo momento, cd che avevo dimenticato – ne ricevo, fortunatamente, tanti … – ma che meritano di esser rievocati in questa occasione, cd che completano una lista che non pretende essere esaustiva ma che dovrebbe soddisfare i più differenti gusti, interessi, passioni, far felice il discofilo al corrente di tutto e chi alla musica classica si accosta per la prima volta, forse con reticenza.
E, per finire, auguri rinnovati per un felice Natale e un 2021 più sereno dell’anno che sta per conchiudersi e, comunque, pieno di Musica !
J.S. Bach
Trios pour clavier et violon – Odile Edouard: violino, Freddy Eichelberger: organo – Encelade (59’ + 57’ + 54’)
La straordinaria profondità contrappuntistica delle 6 Sonate per tastiera e violino di J.S. Bach in un’edizione che celebra trenta anni de complicità musicale tra la violinista Odile Edouard e l’organista Freddy Eichelberger. Completano il programma una trascrizione della Sonata per viola da gamba e alcuni brani per organo solista in guisa di preludi.
Sei strumenti diversi: tre violini e tre organi dalle caratteristiche ben identificabili anche per il melomane che non sia veramente uno specialista, per una registrazione particolarmente riuscita e che – malgrado le difficoltà di creare lo spazio sonoro virtuale adatto in una situazione di ascolto domestico – mette ben in evidenza il dialogo degli strumenti nelle complesse architetture bachiane.
Arparla
Uccellini – Rossi: Sonate op.4, Toccate e Correnti – Davide Monti: violino, Maria Christina Cleary: arpa doppia, Alberto Rasi: viola da gamba, violone, Rogério Gonçalves: dulciana – Stradivarius (79’25)
Un viaggio affascinante – ed entusiasmante – attraverso un repertorio forse minore, comunque fondamentale illustrazione della nascita e dell’evolvere della musica barocca in Italia. Opere di due compositori che furono anche, se non sopratutto, virtuosi interpreti della loro musica. Il forlimpopolese Marco Uccellini, a cui Davide Monti dedica da tempo un grande impegno di ricerca e di illustrazione, e Michelangelo Rossi (detto anche Michel Angelo del violino), presente, inoltre, nel cd con inedite riduzioni per l’arpa (doppia) solista della geniale Maria Christina Cleary.
«Noi pensiamo che la forza della musica stia nell’essere intimamente connessa con la sua capacità di farci viaggiare, con la mente e con il cuore. – scrivono gli artisti nelle note di presentazione di questo itinerario fantastico alla riscoperta di un mondo perduto di cui la musica illustra, ben più che gli sviluppi culturali, i modi di vita.
Armand-Louis Couperin
Pièces de clavecin – Christophe Rousset: clavicembalo – Aparté (49’+51’)
Il clavicembalo di Louis Couperin mi ha da sempre affascinato, forse, in realtà, incuriosito, più quello del suo celebratissimo, e ben più noto, eseguito e registrato, nipote François detto “Le Grand“. Scopro adesso, grazie all’affascinante, raffinata interpretazione di Christophe Rousset l’opera di Armand-Louis, che di Louis fu pronipote e di François cugino, ma di 60 anni più giovane.
Difficile nella monumentale, tentacolare famiglia musicale dei Couperin – la più prolifica, credo, della storia della musica e che ha monopolizzato durante due secoli gli organi delle chiese parigine – in particolar modo quello di Saint-Gervais -, accumulando, inoltre, gli incarichi a Corte -, stabilire i legami di stile, le influenze e le derivazioni. Tuttavia queste composizioni piene di grazie e di sensualità, di contrasti ritmici e cromatici, in uno stile che il viaggiatore musicologo inglese Charles Burney definì «non così moderno come potrebbe esserlo», sono state per me una deliziosa sorpresa, e saranno un sorprendente regalo per gli appassionate del clavicembalo e della musica barocca.
Christophe ha avuto il raro privilegio di poter usare, per la registrazione di questi 2 cd, un clavicembalo Goujon del ‘700, pezzo unico della collezione del Musée de la Musique di Parigi.
Venices’s Fragrance
Nuria Rial: soprano, Artemandoline – Deutsche Harmonia Mundi (70’)
Il mandolino per evocare l’eterno fascino di Venezia, il seducente ondeggiare delle musiche che scivolano per calli e canali, tra luci, ombre e riflessi evanescenti, con una leggerezza prossima di una multicolore, iridescente evaporazione.
Ci sono i Concerti di Antonio Vivaldi, certamente, qui ben rappresentati dall’RV 532, in Sol maggiore per due mandolini e dall’RV 425 in Do maggiore, ma c’è anche tanta altra musica, ove, sovente, il mandolino barocco intreccia alla voce i suoi arguti accenti, o ancora Concerti e Sonate, di compositori noti (Baldassarre Galuppi, Tommaso Traetta) o assolutamente dimenticati (Gennaro Manna, Carlo Arrigoni). Juan Carlos Muñoz e Mari Fé Pavón, a conclusione di un appassionato lavoro di ricerca, fanno oggi rivivere, per la nostra gioia, queste affascinanti composizioni, veneziane ma anche napoletane, assieme al loro ensemble Artemandoline ed all’elegante soprano Nuria Rial.
Furioso Barocco
Mathieu Salama: controtenore, Gruppo strumentale La Réjouissance, Stefano Intrieri – Klarthe (53’)
La musica vocale non è, di solito, molto presente nei miei suggerimenti per i cd da offrire come regalo di Natale: gli appassionati del genere, sopratutto se si tratta di musica lirica, ed ancor più barocca, hanno le loro passioni ben identificate e sono, di solito, refrattari ai consigli. Non voglio, tuttavia, lasciarmi sfuggire l’occasione di parlarvi di questo formidabile contro-tenore (o contraltista, non vorrei scandalizzare gli specialisti), una grande scoperta per me. Mathieu Salama ha iniziato giovanissimo a cantare, in tutto altro repertorio, tuttavia : la canzone popolare ed il varietà francese. Ma un viaggio a Venezia gli fa scoprire la musica barocca, e determina una grande svolta nella sua vita artistica: ne studia sopratutto il mondo dell’opera, i castrati e le loro tecniche vocali e ben presto pubblica il suo primo disco: Airs de Castrats. Furioso Barocco è il suo quarto cd, con il Gruppo strumentale La Réjouissance, diretto dall’italiano Stefano Intrieri, specialista del genere. Un delizioso florilegio di arie e duetti di Vivaldi, Haendel, Monteverdi e Purcell, che mettono in scena le passioni più accese, dalla gioia alla malinconia, dal dolore alla follia.
Joseph Haydn
Symphonies parisiennes n°82-87 – Orchestre de chambre de Paris, Douglas Boyd – NoMadMusic (66’18)
Sei Sinfonie piene di vitalità e di buonumore, commissionate a Joseph Haydn dal Conte d’Ogny, intendente delle Poste, per il prestigioso Concerto della Loggia Olimpica di cui era presidente. Al di là degli ideali massonici, questa Loggia aveva un “concerto“, fondato da sette aristocratici musicisti dilettanti, un’orchestra, considerata una delle migliori d’Europa, ed una considerevole biblioteca musicale, ed organizzava tutti gli anni due stagioni di dodici concerti.
Le Sinfonie ebbero un immediato successo, divennero ben presto le Parigine, e si ornarono di titoli non previsti dal loro autore. Così la n°85 (la preferita da Maria Antonietta) diventerà «La Reine de France», la n°83 – con le caratteristiche buffe onomatopee dell’oboe nel primo movimento sarà «La gallina» e la n°82 «L’orso». L’Orchestre de chambre de Paris, diretta da Douglas Boyd, accende l’esaltante vivacità di queste composizioni, tra le più rappresentative del genio di Haydn.
Frédéric Chopin
Roustem Saïtkoulov – Ad Vitam Records (53’23)
Ho parlato nel numero di novembre di questo entusiasmante cd e non voglio qui ripeter le mie lodi per l’originalità e l’intensità dell’interpretazione. Ma Chopin è uno dei «valori sicuri» quando si tratta di offrire un disco, e Roustem Saïtkoulov un virtuoso che fa vibrare le composizioni in programma di una nuova, sorprendente, umanità, intima e discreta più che retoricamente esibita.
Modesto Moussorgski
Tableux d’une exposition – Guy Touvron: tromba, Vincent Grappy: organo – Hortus (69’41)
Nati per il pianoforte, dalla profonda amicizia del grande compositore russo con il pittore e architetto Viktor Hartmann, i Quadri di una esposizione è una delle opere più trascritte della storia della musica. Dall’ensemble di ottoni alla chitarra, e dal jazz al rock progressivo, ma è quella di Maurice Ravel per orchestra la più nota, eseguita e registrata. Ed eccone una nuova, assolutamente inedita, credo, per tromba ed organo.
Sin dalla Promenade iniziale il suono della tromba virtuosa di Guy Touvron fa sua questa splendida, pittorica composizione, accompagnato dalle molteplici e variegate sonorità dell’organo che evoca delicate atmosfere di sogno (Il vecchio castello), la leggerezza dei giochi infantili (Tuileries) o le maestose, poderose architetture della Grande porta di Kiev.
L’organo di Vincent Grappy completa il programma di questo bel cd con 4 Esquisses, op. 58 e 6 Studi in forma di Canone, op. 56 di Robert Schumann.
Chic à la française
Debussy, Hersant, Ravel – Trio Atanassov – Paraty (66’47)
Un programma che unisce il fascino dei ben noti trii di Debussy e Ravel, composizioni «… impregnate di chiarezza e di eleganza, sottili e raffinate, virtuose e brillanti, dotate di un lussureggiante senso del colore e delle proporzioni, e nelle quali passione rima con distinzione» alla novità della musica di Philippe Hersant – uno dei più interessanti compositori francesi contemporanei – presente nel programma del cd con le Variazioni sulla “Sonnerie de Sainte-Geneviève-du Mont” ispirate alla celebre composizione per la viola da gamba di Marin Marais, una musica insinuante e fantasmagorica, come un’apparizione notturna rievocatrice di indefinibili sonorità, fluttuanti tra l’immaginario e l’onirico.
Cello & Orchestra
Shostakovich, Weinberg, Kobekin – Anastasia Kobekina: violoncello, Berner Symphonieorchester, Kevin John Edusei – Claves (52’41)
Un nuovo, splendente astro nell’universo dei violoncelli: la giovane virtuosa russa Anastasia Kobekina inaugura la sua collaborazione con Claves con un impegnativo cd dedicato al Concerto n°1 di Shostakovich. Inevitabile pensare alle magistrali registrazioni che del capolavoro di Shostakovich ci ha lasciato Rostropovich (a cui il Concerto era dedicato), ma l’appassionata ed acerba energia di Anastasia rinnova l’emozione: si ha l’impressione di riscoprire con lei questa musica ironica e travolgente, nell’alternarsi del vigore di un archetto che non conosce esitazioni e delle oniriche riflessioni del dialogo con il solo di corno nel secondo movimento: Moderato.
Completano il programma la danzante Fantasia di Weinberg e Bacchants di Vladimir Kobekin, padre della solista, un divertimento vivace e dinamico, in cui il violoncello dialoga argutamente con i legni e le percussioni.
Gaëlle Solal
Tuhu – Gaëlle Solal: chitarra – Eudora (59’07)
La chitarra, lo strumento solare che viene ad illuminare e riscaldare questi giorni di difficile isolamento, grazie ad una nuova (almeno per me) ed esuberante virtuosa francese. Nata a Marsiglia, diplomata alla Chigiana di Siena e premiata ad Alessandria ed in altri luoghi consacrati alla chitarra, Gaëlle è ritornata da un lungo viaggio in Brasile con una rinnovata passione per Villa-Lobos, il geniale compositore che ha saputo come pochissimi altri fondere il fascino del folklore del suo paese con la densa complessità della musica classica (in particolare modo J.S. Bach).
Questo cd, appena pubblicato e dedicato, appunto, alle composizioni di Villa-Lobos e di altri compositori che gli sono vicini (originali o trascrizioni di Gaëlle) è una meravigliosa testimonianza della genialità di questa grande solista.
Oeuvres pour la main gauche, vol.9
7ème Art – Maxime Zecchini: pianoforte – Ad Vitam Records (56’)
Maxime Zecchini non ha subito la sventura di Paul Wittgenstein, che perse sul fronte russo, durante la Grande Guerra, il braccio destro, né soffre di distonia focale (o crampo dello scrittore) – l’incubo de pianisti, di cui hanno sofferto grandi virtuosi come Leon Fleisher o Michel Béroff – ma è forse la singolare potenza della sua mano sinistra e certamente il gusto della sfida che lo hanno spinto a dedicarsi in particolar modo al repertorio per la mano sinistra.
Ed eccolo arrivato al volume 9 della sua interessantissima antologia dedicata alle opere – sono più di 600, sembra – che sono state dedicate a questo repertorio. Questa volta Maxime ha scelto i grandi classici della musica che compositori come Michel Legrand o John Williams (Jurassic Park, Star Wars …) hanno scritto per il cinema. Affascinanti trascrizioni che vanno ben al di là del tour de force virtuosistico, ed una raffinata e sensibile interpretazione che rinnova l’emozione all’ascolto di queste indimenticabili melodie.