I cd di NATALE di Ferruccio Nuzzo

È questo il nono anno che ritorno a parlarvi dei cd di Natale. Una lista di suggerimenti per un regalo musicale, per me il più bello (e, perché no, il più agevole da realizzare), preziosa occasione per ritornare sulle registrazioni che, nell’anno che sta per finire, mi hanno più colpito o per parlarvi rapidamente di qualche novità di questi giorni o di un cd che era sfuggito ai miei ascolti, ma che merita di essere segnalato (per i cd di cui vi ho già parlato, un link vi dirigerà al relativo testo).

Ho selezionato, onde evitare il malaugurato rischio di offrire un doppione, opere poco conosciute o interpretazioni di giovani artisti al loro debutto discografico (o quasi). Seguo un ordine cronologico, dalla musica antica a quella barocca, poi romantica e moderna, alternando la musica solistica e quella da camera, la musica vocale e quella orchestrale/concertistica (pochissime sono le registrazioni du musica operistica, in questi tempi in cui sono piuttosto i giovani talenti strumentali a sorprenderci …). 

In apertura di questa lista, metterò invece – senza alcun ordine cronologico o di genere – le registrazioni che mi hanno più colpito, vere rivelazioni. Giovani interpreti, sopratutto, ai quali auguro una lunga e discograficamente produttiva carriera.

Ed aggiungo, per tutti, i miei auguri per un 2023 che non si può che sperare più tranquillo e pacifico.

Florentin Ginot

Bach – Biber – Florentin Ginot: contrabbasso, Caroline Delume: tiorba e chitarra, Fanny Vincens: tastiere – NoMadMusic (56’)

Per cominciare quel che è, forse il più bel cd dello scorso anno, nel quale il sublime contrabbasso di Florentin Ginot dà  una nuova, sorprendente voce ai capolavori di Bach e Biber.


Isil Bengi   

Agni Kunda – Isil Bengi: pianoforte – Insolite Records (44’)

Isil Bengi è una giovane, affascinante pianista virtuosa turco-belga, ma anche una straordinaria attrice e sceneggiatrice (in questi ultimi due anni, Isil è stata la protagonista al pianoforte, in una tournée europea – che probabilmente l’anno venturo verrà in Italia -, di Clara Haskil – Preludio e fuga nel quale Laetitia Casta interpreta il ruolo di della celebre pianista).

Agni Kunda ha diversi significati in India, ma nel programma di questo singolare cd è il senso sanscrito che prevale : Agni significa fuoco e Kunda una forma d’énergia. Un fuoco che per Isil Bengi è forza interna, con la sua capacità di creare o distruggere, e che la musica rappresenta in tutte le sue dinamiche e sfumature.

Œuvres pour la main gauche

Maxime Zecchini: pianoforte – Ad Vitam Records (10 cd)


 

Philip Glass          

Études pour pianoforte (intégrale) – François Mardirossian: pianoforte – Ad Vitam Records (64’28 – 70’22)


Trio Atanassov

Bohemian Rapsodies – Paraty (68’09)

Spontaneità e sincerità in una musica che va immediatamente al cuore, ed una severità di propositi che testimonia dell’onestà artistica di un uomo, Antonín Dvořák, che lungo tutta la sua vita resterà fedele alle sue radici, senza mai lasciarsi corrompere dal successo (poco noto, ma emblematico, il suo interesse per la musica per la musica afro-americana, che suscitò non poche controversie durante il suo soggiorno a New York, ove diresse il National Conservatory of Music of America e scrisse la sua composizione più conosciuta, la Sinfonia dal Nuovo Mondo).

Nell’interpretazione del Trio n.4 op.90, «Dumky» (i lamenti dei prigionieri, composizione severa e introspettiva ma movimentata da episodi vivaci e leggeri, una delle opere più rappresentative di Dvořák) il Trio Atanassov mostra tutta la sua appassionata ammirazione per il compositore, animando la sua musica di una vitalità quasi infantile che ne fa vibrare tutti gli slanci e le dolorose riflessioni). Completa questo programma, 100% boemo, il Trio n.2 di Josef Suk e la sua Elegia op.23.

La Sorella mi fa fallare     

Marco Uccellini – Ensemble Ozio Regio – Seulétoile (57’)

Un Paganini pre-barocco, il compositore virtuoso Marco Uccellini, per sorprenderci e deliziarci. L’Ensemble Ozio Regio ci presenta, nel suo primo cd, una raccolta di musiche pochissimo o per nulla conosciute, in cui, insieme all’inevitabile violino, flauti a becco e cornetto a bocchino tracciano eleganti ed acrobatiche volute di incredibile virtuosismo, accompagnati da Mathieu Valfré al clavicembalo e al meraviglioso organo dell’Abbazia di Saint-Amant-de-Boixe.

Le Voyage en Orient   

Sur les pas de Francisco Guérrero de Séville à Jerusalem – Le Banquet du Roy – Hortus (63’34)

Un viaggio in musica, denso di atmosfere e di emozioni dal profumo esotico e vagamente misterioso, tra fiaba e avventura. Francisco Guérrero, uno dei più grandi compositori spagnoli del ‘500 – il Secolo d’oro – fu anche autore di una raccolta di cronache dei suoi viaggi in Medio Oriente. Da cui l’idea del Banquet du Roy di ricostruire questi itinerari intrecciando alle musiche di Guérrero quelle dei paesi da lui visitati.


Marin Marais    

Troisième Livre de pièces de viole – François Joubert-Caillet: viola da gamba, L’Achéron – Ricercar (4h20’24)

Dieci anni son trascorsi dalla pubblicazione del Deuxième Livre, un lungo periodo nel quale la Divinità della viola da gamba s’è imposta come compositore di Tragedie liriche. Nel frattempo qualche giovane gambista – qualcuno dei quali suo allievo – ha cominciato a farsi luce, non dico minacciando ma con il rischio di distrarre il pubblico dalla sua supremazia. Ed ecco che Marais batte un (forte) colpo con questo Troisième Livre, in cui le composizioni più facili si alternano alle più complesse, per «contenter ceux qui sont plus avancés dans la viole». Anche il continuo varia, dal semplice clavicembalo al sopraggiungere del basso di viola, a cui si aggiungono la chitarra e la tiorba, e le pièces de caractère integrano le tradizionali Suites.


Couperin    

The Sphere of Intimacy – Cyrille Dubois: tenore, Les Talens Lyriques, Christophe Rousset – Aparté (68’)

La sfera intima di François Couperin, cioè un certo numero di Arie serie, più qualche Sonata o brano breve tra i primi ad essere pubblicati che Christophe Rousset qui rivela, con la complicità del tenore Cyrille Dubois, in un’interpretazione vivace e divertita che mette nella migliore luce questo aspetto meno noto del gusto del compositore per la musica italiana. Preziosa sorpresa, la registrazione d’un Air à boire, recuperata dal solo frammento autografo conosciuto della mano di Couperin.

Forqueray Unchained    

André Lislevand: viola da gamba basso, Jadran Duncumb: tiorba e liuto barocco, Paola Erdas: clavicembalo – Arcana (62’30)

Ancora una divinità delle viola da gamba, Antoine Forqueray, che, accompagnato da Robert de Visée e Marin Marais, si «scatena» per i buoni uffici André Lislevand. Questo giovane figlio d’arte – il padre, Rolf, celebre liutista norvegese, è qui presente al mandolino ed alla chitarra barocca – è nato a Verona ed è arrivato alla viola da gamba dopo una folgorante passione per la chitarra elettrica. André riesce a rendere questa musica, volta a volta scatenata, tenera o drammatica, con un’espressività poetica e sconvolgente, marcata dalla spontaneità dell’interpretazione. 

Alexandra Lescure   

Extase baroque – Alexandra Lescure: pianoforte – Label Calliope (69’18)

«Ciascuno dei dodici brani del programma evoca uno stato d’estasi, sia per il tramite della nuda ispirazione che induce all’abbandono, che attraverso l’esaltazione trepidante dell’interpretazione, attraverso il trance delle armonie dalla ripetizione ossessiva, come nelle danze selvagge o i rituali ancestrali». Alexandra Lescure associa in questo sorprendente cd le composizioni di Domenico Scarlatti a quelle, meno note, di Pancrace Royer, trascrizioni delle musiche delle sue opere-balletto.

Bach    

Suites françaises – Pierre Gallon: clavicembalo – Encelade (79’+78’)

In un’intensa interpretazione, particolarmente orientata verso la riflessione – la meditazione, quasi – Pierre Gallon ci dà una bella ed originale lettura di queste Suites, nelle quali il sublime contrappunto bachiano prevale sovente sulla vocazione danzante nel succedersi dei differenti movimenti.



Haydn    Opus 54 – Quatuor Psophos – EnPhases (58’27)

Un’interpretazione intensa e sensibile del Quartetto Psophos, che con disinvolto virtuosismo si impegna a realizzare i cento giochi di cui Haydn ha farcito questi splendidi Quartetti dell’Opus 54, densi di continue sorprese ed imprevedibili rotture formali associate a momenti di profonda umanità. Pubblicati a Parigi giusto qualche settimana prima della Rivoluzione, questi Quartetti, assieme a quelli dell’Opus 55 e 64, sono anche conosciuti come Quartetti Tost, dal nome di Johann Tost, violinista alla Corte degli Esterházy, ove Haydn compose la maggior parte della sua monumentale opera.

Mozart   

Piano Concertos n.9 & n.17 – Olga Pashchenko: fortepiano, Il Gardellino – Alpha (63’12)

È questo il primo cd che Olga Pashchenko, la grande virtuosa del fortepiano – ma anche di clavicembalo, organo e pianoforte – dedica à Mozart. Già interprete ammirevole delle opere di Dussek, Beethoven e Mendelssohn, Olga ci propone la sua appassionata e intensa lettura del K.271 «Junehomme» e del K.453 che Mozart scrisse per Babette, Maria Anna Barbara Ployer, sua allieve favorita per il pianoforte e la composizione. Il Gardellino  ammirevolmente accompagna. 

Schubert    

Der Wanderer – Sylviane Deferne: pianoforte – Aparté (55’ + 31’)

Una grande delicatezza di sentimenti nella rappresentazione musicale di questo personaggio del Wanderer – il Viaggiatore – caro all’immaginario romantico tedesco, e si ben rappresentato nell’opera di Schubert. In questo album di due cd Sylviane Deferne interpreta con grande sensibilità quattro Impromptus dell’op. 142, scritti un anno prima della morte del compositore insieme  ad un’opera di giovinezza poco nota (e pochissimo registrata), le Variazioni un tema di Anselm Hüttenbrenner D.576.

Sul secondo cd la meno nota delle trascrizioni, quella in Do maggiore S.565a, che Franz Liszt ha composto della famosissima Wanderer-Fantaisie D.760.

J. Brahms     

Transcriptions – Quintet for strings et piano, Piano Sonata n.1 – Orchestre de Picardie, Arie van Beek – NoMadMusic (73’33)

Un’operazione quanto meno ardita, e qui, credo (sono quasi sicuro) effettuata per la prima volta: la trascrizione per orchestra sinfonica di du capolavori di Johannes Brahms: la Sonata n.1 per pianoforte ed il Quintetto per pianoforte ed archi. Autore dell’impresa il compositore (e percussionista) olandese Henk de Vlieger. Anche se questi due capolavori non avevano certo bisogno di questa vitalizzante trasformazione, il risultato è interessante e sopratutto originale ed inatteso, grazie anche, è qui il caso di dirlo, all’impegnata ed energica interpretazione dell’Orchestre de Picardie diretta Arie van Beek.

Maurice Ravel    

Complete Instrumental Chamber Works – Ensemble Sésame – NoMadMusic (42’07 + 64’06 + 57’59)

Alternando le composizioni più conosciute – il sublime Quartetto, Ma mère l’Oye, la Rapsodie espagnole, Tzigane – a quelle meno note – la Sonate pour violon et violoncelle, le Sonates pour violon et pianoforte -, l’Ensemble Sésame interpreta, in quest’album de 3 cd, un’esemplare versione dell’integrale delle musiche strumentali e da camera di Maurice Ravel.

I solisti dell’Ensemble modulano gli umori del loro disinvolto, alato virtuosismo sugli accenti, volta a volta esotici, onirici o giusto soavi e appena speziati, e sulle infinite sfumature dei colori strumentali della musica idealista di Maurice Ravel. Una delizia.

Shostakovich   

Piano Concertos & Pianoforte Trio n.2 – Simon Trpceski: pianoforte, Janacek Philharmonic Ostrava, Cristian Macelaru – Linn (79’38)

Straordinaria performance del grande pianista virtuoso Simon Trpčeski che interpreta con estrema vivacità ed inesauribile senso dell’umorismo – senza, tuttavia, mai caricaturare – tre capolavori di Dmitri Shostakovich nei quali il pianoforte è protagonista assoluto. Il giovanile Primo concerto, nel quale Simon volteggia in competizione con la trionfale tromba di Andreï Kavalinsky, il Secondo, che Shostakovich dedicò al figlio Maxim come regalo di compleanno, e infine il sublime Trio con pianoforte n. 2 e le sue esaltanti evocazioni di temi popolari.

Lo accompagnano egregiamente l’Orchestra Janáček Filarmonica Ostrava, diretta da Cristian Macelaru, ed il Trio Makedonissimo.

Matthieu Stefanelli    

Les Fleurs du Paradis – Hortus (73’08)

«Questo programma è abitato dal mistero della fede, dalla sensazione che esiste qualcosa di grande, di più grande che l’Uomo, all’origine della Creazione, quel che ho cercato di esprimere in musica, poiché io credo che la Musica è una delle forme del Sacro è l’Uomo ne è il tramite, il testimone». Questa l’esplicita dedica di Matthieu Stefanelli, compositore ed interprete al pianoforte, a questo intenso, mistico e poetico cd omaggio alla cattedrale Notre Dame di Parigi. 

Una Missa Brevis per soprano, mezzo-soprano, coro misto, quintetto d’archi  e organo, il Secondo Quintetto per pianoforte e archi ed ancora composizioni per violino, violoncello e pianoforte si succedono in una mistica atmosfera che evoca più l’umana ma filosofica accettazione del mistero che una rassegnata devozione.

Fantaisies    

Jean-Samuel Bez: violino, Jean-Luc Therrien: pianoforte – Klarthe Records (73’)

Non si potrebbe immaginarie programma più variato – per non dire disparato – di questo, frutto della scatenata fantasia di una coppia di premiatissimi virtuosi, avrei voglia i dire : «dell’estremo», che così presenta le sue scelte: «Forma musicale alle frontiere dell’improvvisazione, talvolta libera compilazione, la fantasia è anche qualcosa tra il visionario e l’immaginario, un mondo delirante e particolarmente romantico che a noi si offre in tutta la sua ricchezza». 

E le musiche di compositori così diversi come Lili Boulanger e Robert Schumann, Fritz Kreisler e Olivier Messiaen, sino agli (almeno per me) sin ad ora sconosciuti André Mathieu o Gustave Samazeuilh, sono la perfetta illustrazione di questi propositi.

Un clavecin pour Marcel Proust    

Olivier Beaumont: clavicembalo – l’Encelade (49’)

Si conosce l’interesse di Marcel Proust per la musica, i suoi legami con Reynaldo Hahn, cantante, compositore etc. etc., uno dei protagonisti, anche lui, della vita mondana e culturale nella Parigi degli inizi del XX secolo. Ma Proust amava anche Johann Sebastian Bach, Jean-Philippe Rameau e Domenico Scarlatti anche se non so se egli li avrà mai ascoltati al clavicembalo, che all’epoca faceva i suoi primi, timidi debutti (per questa registrazione è stato adoperato, tra gli altri, un prezioso ed interessante clavicembalo Pleyel del 1929, prestato dal CNSMDP).

In occasione della celebrazione del centenario della morte dello scrittore, la Società degli amici di Marcel Proust e il clavicembalista Olivier Beaumont hanno immaginato – poi registrato – un concerto in uno dei saloni che all’epoca ospitavano le apparizioni di Marcel, ed un programma nel quale ogni brano ha un riferimento ad un personaggio o ad un particolare momento della Recherche. Bach, Couperin, Rameau, ma anche Ravel, Massenet, ed Eugène Anthiome, dimenticato compositore dell’epoca, con la sua Toccata.

Viva Piccolo   

Jean-Louis Beaumadier: ottavino, Véronique Poltz: pianoforte – Calliope (64’48)

 

 

 

 

Paris 1900 

The Art of the Flute – Vincent Lucas: flauto, Laurent Wagschal: pianoforte – Indésens (79’12)


 

Paris 1900   

The Art of the Oboe – Alexandre Gattet: oboe, Laurent Wagschal: pianoforte – Indésens (64’52)


Franck Russo  

À la nuit – Franck Russo: clarinetto, Lia Naviliat Cuncic: soprano, Laurianne Corneille: pianoforte – Calliope (60’28)

 


Paris 1900   

The Art of the Cornet – Eric Aubier: cornetta, Laurent Wagschal: pianoforte – Indésens (65’36)

Una collezione che più completa non la si potrebbe immaginare che Indésens e Calliope pubblicano in onore degli strumenti a fiato (è qui il caso di ricordare che la scuola francese di questi strumenti è la più prestigiosa al mondo ? ed a Parigi 1900 è appunto dedicata la serie di Indésens). 

Alle gioiose capriole dell’ottavino (in programma trascrizioni da J. S.Bach a Mozart e da Brahms à Saint-Saëns più qualche brano originale) succedono Debussy, Ravel più qualche altro autore del ‘900 per il flauto virtuoso di Vincent Lucas che si giova dell’accompagnamento di Laurent Wagschal al pianoforte. Si passa poi all’oboe, con composizioni forse meno note ma tutte animate da una cantabilità sublimata dall’interpretazione di Alexandre Gattet, ed al clarinetto di Franck Russo in un programma dedicato alla notte ed alle composizioni di Franz Schubert (il divino Der Hirt aut del Felsen) e Robert Schumann. Per concludere la cornetta di Eric Aubier, anch’essa scatenata nel più vertiginoso virtuosismo, esibendosi in brani da concorso, fantasie brillanti e valzer musette. Prestigioso compare al pianoforte è, anche qui, Laurent Wagschal.

Local Brass   

Ravel, Debussy, Philippot – Local Brass Quintet, Mathilde Nguyen: pianoforte Klarthe (68’) 

Non è certo questo il primo cd dedicato ad un ensemble di ottoni, ma il suo programma è certamente inedito. Composizioni tra le più trasparenti ed evocatrici di Claude Debussy e di Maurice Ravel nelle preziose trascrizioni di Gabriel Philippot, direttore d’orchestra e compositore francese che ha, inoltre, meritato un posto d’onore nel cd con le sue Danze per quintetto di ottoni gloriosamente circondate da composizioni come La fille aux cheveux de lin L.117, l’Adagio assai dal Concerto per pianoforte in Sol maggiore M.83, il Prélude à l’après-midi d’un faune L.86 ed altre sapienti trascrizioni il che Local Brass Quintet interpreta con una sensibilità ed una ricchezza di colori e di dinamiche che in alcun momento tradiscono la delicatezza e le atmosfere incantate degli originali.

Juanjo Mosalini       

Entre Pliegues – Juanjo Mosalini: bandonéon – NoMadMusic (65’25)

Nato per accompagnare, in processione o nelle piccole chiese di montagna, i canti sacri, il bandonéon, emigrato all’inizio del XX secolo dalla Germania in Argentina, è diventato l’emblema del tango. Ed Entre Pliegues – o, piuttosto, dalle pieghe – del mantice del suo strumento Juanjo Mosalini, sconfinato virtuoso e raffinato compositore, evoca ogni sorta di incantesimo sonoro, a testimonianza di una versatilità che non esita a confrontarsi con il jazz, la musica classica e quella contemporanea. Senza, tuttavia, dimenticare qualcuno degli interpreti e compositori che oggi rinnovano la scena del tango illustrandone il fascino sottile ed intemporale.

   

Family Tree

Label Nome (59’01)

Un’ardita iniziativa, quella di David Enhco: mettere insieme un quartetto d’archi – nel cd il Quatuor Voce – ed un quartetto nel quale la tromba si alterna al sassofono, accompagnati da pianoforte, contrabbasso e batteria. Ed il risultato e sorprendente, perfetta illustrazione dell’universalità del linguaggio musicale. Grazie agli arrangiamenti del fratello Thomas, capolavori del barocco – Sì dolce è’l Tormento di Claudio Monteverdi – o musiche classiche, ma a noi più prossime – come Hôtel di Francis Poulenc – si alternano a standards del jazz (John Lewis), della pop (Elliott Smith) ed ad opere originali contemporanee (dei due fratelli Enhco o di Florent Nisse) in un caleidoscopio di forme, di ritmi e di colori. Prestigiosi invitati come Michel Portal (al clarinetto basso) e le cantanti Célia Kameni e Caroline Casadesus si uniscono alla favolosa tromba di David nell’affascinante impresa.

Ferruccio Nuzzo: Dopo una lunga e distratta carriera di critico musicale (Paese Sera, Il Mondo), si è dedicato alla street photo, con una specializzazione ecclesiastica. Vive in campagna, nel sud-ovest della Francia, ove fiere e mercati hanno sostituito cattedrali e processioni. Continua, tuttavia, a mantenere contatti con il mondo della musica, soprattuto attraverso i dischi, e di queste sue esperienze rende conto nella rubrica "La mia Musica. Suggerimenti d'ascolto".
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