Perché questo titolo, «Flash-back»? «Perché quasi 20 anni fa – racconta Laurène Helstroffer Durantel, protagonista di questo sorprendente e affascinante cd – ho abbandonato l’orchestra (l’Orchestre National du Capitole de Toulouse), una grande decisione, quando si è contrabbassista classica, alla ricerca di un altro impegno nell’ambiente della musica (sempre classica), con l’unica guida dell’istinto, senza alcun a priori.
Si dice che il contrabbasso è uno strumento limitato, si sente sovente parlare di un tale o tal altro contrabbassista che ne ha «varcato i limiti» … io ho, invece, precisamente voluto essere SUL limite, là ove niente è ancora varcato ma sul punto di esserlo, al limite del suono, al limite del volume, al limite della tecnica …».
Ma è al di là di ogni speculazione sui motivi e l’itinerario percorso, che il programma del cd illustra e illumina questa scelta. Tanto per cominciare, Laurène evita le Suites (per violoncello solo) di John Sebastian Bach, cavallo di battaglia del contrabbassista virtuoso che vuol dimostrare sin dove il suo strumento può arrivare. Laurène non vuole dimostrare nulla. Dà, piuttosto, l’impressione di voler andare dove il suo strumento la porta, sugli imprevisibili sentieri di una libertà che si fa gioco di ogni giustificazione. Dall’antico – con le Partite sopra diverse sonate per il violone di Giovanni Battista Vitali al contemporaneo con La barque di Bruno Helstroffer – che di Laurène è il marito, ed è presente nel cd anche con la sua tiorba – e da Schubert, con una trascrizione de lied Du bist die Ruh (Tu sei la pace) a Gabriel Fauré con il suo celebre Après un rêve che potrete ascoltare nel video.
E tutto con una sorprendente libertà che le permette di farsi gioco di ogni scrupolo. Come se, più che dalle note di uno spartito, Laurène si lasciasse guidare, trasportare, da un istinto magico e sottile, attraversando, filtrando epoche e stili diversi estraendone e cantandoci la loro quintessenza.
Flash Back
Laurène Helstroffer Durantel – Laurène Helstroffer Durantel: contrabbasso, Roustem Saïtkoulov: pianoforte, Bruno Helstroffer: tiorba, Kryštof Mařatka: folk-piano, Pauline Chabert: organo, David Lombardi: fiddle – Ad Vitam Records
Bach sous les Tilleuls
Loris Barrucand, Clément Geoffroy: clavicembalo – L’Encelade
I tigli che fanno da cornice a questo concerto immaginario (e certamente estivo), sono quelli che ombreggiavano il locale all’aperto annesso al Caffè Zimmermann, la più grande e rinomata caffetteria di Lipsia, che nella prima metà del ‘700 ospitava regolarmente i concerti prima di G.P. Telemann poi di J.S. Bach.
Loris Barrucand e Clément Geoffroy al clavicembalo dedicano a questo mitico locale un programma che, con un po’ di fantasia, potrebbe essere il programma di una di quelle serate musicali (alle quali, eccezionalmente, era ammesso il pubblico femminile, peraltro escluso dalla frequentazione del caffè – come nei pub inglesi sino a qualche anno fa).
I due interpreti hanno curato le trascrizioni per due clavicembali delle musiche di Bach: i due gloriosi Concerti per organo – BWV 593 e BWV 596 – (che Bach aveva già trascritto da quelli per violino Vivaldi) o il BWV 1060 per due clavicembali, al quale è stata sottratta l’orchestra. Attorno a questi monumenti, a cui i due clavicembali danno una aerea leggerezza, alcuni corali e quel capolavoro che è la Passacaglia BWV 582 (trascritta dall’originale per organo). Una gioiosa libertà anima questa musica a cui danno voce gli splendidi strumenti di Émile Jobin et Jean-François Chaudeurge, come in un sogno ombreggiato dai tigli del Caffè Zimmermann.
Sparklight
Marie Jaëll, Franz Liszt – Cecilia Oneto Bensaid: pianoforte, Orchestre national Avignon-Provence, Débora Waldman – NoMadMusic (62’13)
Due novità per festeggiare i dieci anni di vita di NoMadMusic, la giovane casa discografica che ha oggi uno dei cataloghi più ricchi (120 cd pubblicati) ed interessanti, sia dal punto di vista del programma che per gli interpreti della sua «scuderia». Un centinaio di artisti, solisti, orchestre ed ensembles, che Clothilde Chalot e Hannelore Guittet, le fondatrici, hanno sovente scoperto poi accompagnato nella loro carriera. Come la pianista Cecilia Oneto Bensaid, che in questa sua ultima, affascinante registrazione confronta uno dei «mostri sacri» della storia del pianoforte – Franz Liszt – ad un personaggio ben meno conosciuto, ma altrimenti interessante, della storia dello strumento, Marie Jaëll. Di trentacinque anni più giovane di Liszt, Marie fu pianista virtuosa e compositrice – allieva di César Franck e Camille Saint-Saëns («I suoi primi saggi sono stati tumultuosi, eccessivi, qualcosa come l’irruzione di un torrente devastatore …», scrisse Saint-Saëns) – ma sopratutto si interessò in maniera originale allo studio della tecnica pianistica. Con il contributo delle scienze neuro-psicologiche (che si sviluppavano alla fine del XIX secolo), Maria studiò a fondo il potenziale della mano umana, analizzando il tocco del pianista e publicando La musica e la psicofisiologia.
Interessante il confronto dei due Concerti n°1 – quello di Marie Jaëll e quello di Liszt – interpretati – assieme al Mephisto Waltz n°3 – da Cecilia Oneto Bensaid con un’attenzione – quasi una devozione – virtuosa ed una infallibile tecnica che si fa gioco di ogni difficoltà, mettendo nella musica di Marie Jaëll un qualcosa di più che ci da voglia di meglio conoscere questa singolare, velata protagonista della musica romantica.
Altro cd, altrimenti interessante, un viaggio nell’universo della viola, luogo un itinerario scelto per smentire la reputazione di parente povero dello strumento. Dall’800 ai nostri giorni, il virtuoso Guillaume Leroy, violista senza frontiere, accompagnato dal pianista Victor Metrale dal violoncellista Aurélien Pascal, ha raccolto sei composizioni inedite in disco di compositori contemporanei come Lutoslawski, Camille Pépin o Eric Tanguy associandole all’Adagio e Allegro di Robert Schumann e al Capriccio per viola solista di Henri Vieuxtemps, due dei rarissimi compositori romantici ad aver scritto brani solistici per questo strumento.
Guillaume affronta queste non facili partiture con una disinvoltura esente da ogni esibizionismo, e conclude il programma con Ferox, del compositore francese Fabien Cali, nel quale Guillaume oltre che alla viola si esibisce anche alla fisarmonica, contemporaneamente grazie ai prodigi della registrazione.
Constellation
A viola Journey – Guillaume Leroy: viola e fisarmonica, Victor Metral: pianoforte, Aurélien Pascal: violoncello – NoMadMusic (71’54)