CD e altre musiche di maggio, di Ferruccio Nuzzo

L’anno scorso, più o meno di questa stagione, problematica meteorologicamente ma generosa musicalmente, scoprivo – e vi facevo scoprire – Chiara Zanisi, geniale, entusiasmante violinista e sorprendente interprete delle Sei Suonate à Cembalo certato è Violino solo di Johann Sebastian Bach. Oggi, che la primavera sembra finalmente decisa a manifestarsi con il cucù che non la smette più di cantare, ho ricevuto un nuovo cd di Chiara che, dietro un titolo enigmatico, nasconde la ricchezza di una fioritura, appunto, primaverile, la sorprendente messe di un incontro felice e fecondo.

Non so da quanto tempo Chiara conosce e suona con Stefano Barneschi – che è il primo violino del Giardino Armonico – ma la loro complicità è manifesta dietro l’apparenza di un continuo alternarsi di provocazione, gioco, sfida se non duello che non escludono, a momenti, la serena passeggiata, momenti in cui si ha l’impressione di vedere i due virtuosi cercarsi con gli occhi per decidere la strada da prendere alla ricerca di una nuova partitura grazie alla quale i loro archetti diventano ancora una volta eleganti, provocanti fioretti che si stuzzicano, si sollecitano, cercando di agganciarsi, piegarsi per poi amorevolmente ricongiungersi.

Il Duo, a rispetto delle compositioni a tre, a quattro et a cinque – scriveva Nicola Vicentino (L’antica musica ridotta alla moderna prattica, Roma 1555) –, sarà simile alla differenza che è fra il nudo et il vestito nella pittura; che ogni pittore farà bene una figura tutta vestita, ma tutti i pittori non faranno bene un nudo: il medesimo occorre a gli Compositori di Musica, che molti comporranno delle compositioni a quattro, et a più voci, ma pochi havranno bel modo di procedere et di accompagnare i gradi et le consonanze in un Duo. 

C’è qualcosa di misterioso nel Duo che esige dagli interpreti ben più del  virtuosismo, della maestria dello strumento, ed è la capacità di legarsi, di intrecciarsi – direi – tra di loro, di fondersi pur conservando una ben distinta individualità. Ed il programma del cd è opportunamente scelto per far risplendere le suddette qualità di questo geniale ensemble. Da Antonio Vivaldi a Luciano Berio, passando per le poco note composizioni di Tessarini, Telemann, Leclair, Haydn, Playel e Bartók, ma sopratutto la bellissima Suite di Giovanni Sollima che dà il titolo al disco.

“Ho scritto questa Suite di pezzi per due violini senza accompagnamento per due musicisti speciali, Chiara Zanisi e Stefano Barneschi – ha scritto Giovanni Sollima –. Non avevo mai scritto per due violini; scrivere per persone che conosci è sempre molto stimolante e trovavo intrigante il progetto di un viaggio attraverso alcuni degli autori che hanno scritto, da Vivaldi a oggi, per questo repertorio così ricco e così poco frequentato. La mia Suite rapidamente è diventata Suite Case, una valigia che accompagnasse questa escursione. 

Il viaggio è un tema che mi è sempre stato molto caro e che ritorna spesso nelle mie composizioni, così come nella mia vita di musicista. Facilmente ne nasce una sorta di diario che in musica racconta qualcosa di sé e del proprio percorso.” 

Suite Case si apre con Wood (per Sollima “legno uguale ritmo”), un canto sinuoso e invocante che sembra riecheggiare in una foresta; B275, allegro assai è poi ispirato ad un tema inedito beethoveniano candido, semplice e cantabile, e, per conchiudere, un Alleluja, allegro che evoca il finale del Mottetto “Exsultate, jubilate” K 165 di Mozart, eseguito per la prima volta nel 1773 nella chiesa milanese di Sant’Antonio Abate dove è stato registrato questo esaltante cd.

Suite Case   

Duos pour violon de Vivaldi à Sollima – Chiara Zanisi, Stefano Barneschi: violino – Arcana ((61’19)

Suite Case  https://www.youtube.com/watch?v=aUqX0ZQqYYk&feature=youtu.be


L’Estro Vivaldiano  

Venetian composer and their mutual influences – Mensa Sonora, Gabriel Grosbard, Matthieu Boutineau – Passacaille (70’35)

Ogni volta che ricevo un cd di un giovane ensemble il mio cuore s’apre alla speranza: è il caso di questo prima registrazione di Mensa Sonora. Anche se Mensa esiste da quasi vent’anni, l’arrivo di Gabriel Grosbard (violino) e Matthieu Boutineau (organo) che ne sono i nuovi direttori artistici, ne ha rinnovato e vitalizzato la struttura ed i programmi, concretizzati lo scorso anno con la scoperta di opere inedite di Antonio Vivaldi e del suo contemporaneo Giorgio Gentili, compositore, primo violino alla cappella ducale di San Marco e maestro di Istrumenti della chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti, sempre a Venezia.

Queste composizioni sono il punto forte del primo cd dell’ensemble, che tende, peraltro ad illustrare l’affermazione del grande compositore e flautista Johann Joachim Quantz il quale sosteneva che l’Estro di Vivaldi – cioè la sua fantasia, la sua ispirazione – ha “invaso la metà dell’Universo”. Oltre a a questi inediti del Prete Rosso e di Gentili – e a due opere di Torelli e Albinoni – sono quindi registrate interessanti composizioni di sconosciuti come Johann Friedrich Schreyfogle, Marco Antonio Ziani e del Padre Bicajo.

La raffinata, coinvolgente interpretazione è sottolineata dall’originale scelta dell’organo per la realizzazione del basso continuo, ed è un primo segnale forte di un entusiasmo e di un impegno che, lo spero, avrà il seguito che la “nuova” Mensa Sonora merita.

L’Estro Vivaldiano    https://www.youtube.com/watch?v=-RGV9JdW_f0


C.P.E. Bach   

Voyage sentimental – Mathieu Dupouy: fortepiano – Label-Hérisson (66’32)

Avevo scoperto Mathieu Dupouy in due interessantissime registrazioni di cui vi ho parlato: le Kurfürstin-Sonaten KV 301-306 di Mozart, con David Grimal al violino, e i Concerti di Frédéric Chopin, nei quali Mathieu si alterna a Soo Park. Ho mancato, invece, il primo cd che egli ha dedicato a C.P.E. Bach giovane, Pensées nocturnes (Pensieri notturni), e lo rimpiango. Questa sua grande versatilità  – Mathieu ha anche registrato musiche di Domenico Scarlatti e di Robert Schumann – non è vuota e gratuita esibizione, e l’interprete la supporta con una grande sensibilità per tutte le sfumature di un epoca, di uno stile, di un compositore. 

Se nei  Pensieri notturni (che vi propongo all’ascolto) egli ha saputo cogliere, sul clavicordo, le inquietudini dell’insonnia, in questo Viaggio sentimentale ci presenta  un Carl Philipp Emanuel negli ultimi anni della sua vita, più a suo agio nel suo doppio ruolo di erede dell’ombra paterna e di visionario e testimone dell’emergenza di un classicismo che egli già anima dei primi fervori romantici, con un’empfindsamkeit (sensibilità) nutrita da molteplici influenze letterarie (da cui il titolo del cd, ispirato all’opera di Laurence Sterne).

Protagonista delle quattro Sonate, in cui Fantasie e Rondò si alternano, è anche lo strumento: un eccezionale fortepiano a coda Gräbner (Dresda, 1791), dalla collezione del Museo della musica, a Parigi, contemporaneo delle composizioni presentate.

Pensieri notturni    https://www.youtube.com/watch?v=I9VEW1fK70c


Philippe Geiss & Guests    

Galaxsax – Duo Ostinato, Marija Aupy, MIT, US Navy Concert band – NoMadMusic (65’32)


Quatuor Ellipsos    

United Colors – Nantes Philharmonie, Frédéric Oster – NoMadMusic – (56’14)

Non conoscevo Philippe Geiss, e son grato a NoMadMusic per avermelo fatto scoprire con questo cd dal programma estremamente variato, quasi integralmente ispirato, più o meno direttamente, alla conquista dello spazio. 

Galaxsax, quindi, il sassofono galattico – è anche il titolo di una composizione dedicata, appunto a Thomas Pesquet, ed alle avventure spaziali dell’astronauta francese e sassofonista dilettante (le sue performances musicali dalla cabina spaziale hanno fatto, assieme a lui, il giro del mondo) a cui Philippe aveva anche inviato in orbita un nuovo strumento per festeggiare il suo compleanno.

Ma il titolo indica anche una galassia di artisti guests, ospiti di questa registrazione per celebrare 50 anni di conquiste spaziali, come l’ensemble di sassofoni MIT (Made in Taïwan), l’US Navy Concert band e la pianista d’origine serba Marija Aupy – che forma assieme a Philippe il Duo ostinato – nella trascrizione di Basso Ostinato di Rodion Schedrin – scritto nel 1961, anno del primo volo, di Yuri Gagarin nello spazio – ed in una sorprendente Berceuse op.57, una serie di variazioni ispirate alla celebre composizione di Frédéric Chopin.

Il programma si conclude con l’iper-dinamica composizione di Philippe Geiss Sir Patrick, la stessa che apre un secondo cd che NoMadMusic dedica al sassofono, United Colors nel quale il Quartetto Ellipsos celebra 15 anni di carriera. Una carriera che ha percorso – in disco ed in concerto – i repertori più variati, dal classico al contemporaneo e alla musica attuale, con lo swing del jazz, i ritmi sud-africani ed il fascino dei suoni venuti dall’Asia, senza dimenticare una punta di tango e di fiddle irlandese. Una molteplicità di percorsi e frequentazioni che è qui rappresentata da nuove creazioni per quartetto di sassofoni e da musiche nelle quali l’ensemble si unisce alla banda della Filarmonica di Nantes.

Un cd stimolante per gli appassionati dello strumento e per chi voglia scoprirne tutte la ricchezze.

Galaxsax    https://www.youtube.com/watch?v=ZYNLC0tMku8

Quatuor Ellipsos    https://www.youtube.com/watch?v=z2vQ7xAFexA

Ferruccio Nuzzo: Dopo una lunga e distratta carriera di critico musicale (Paese Sera, Il Mondo), si è dedicato alla street photo, con una specializzazione ecclesiastica. Vive in campagna, nel sud-ovest della Francia, ove fiere e mercati hanno sostituito cattedrali e processioni. Continua, tuttavia, a mantenere contatti con il mondo della musica, soprattuto attraverso i dischi, e di queste sue esperienze rende conto nella rubrica "La mia Musica. Suggerimenti d'ascolto".
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