“Sentimi”, di Tea Ranno
Frassinelli
Pag. 240 17,50 euro
“Sentimi” è il quinto romanzo di Tea Ranno e come sempre troviamo al centro della narrazione la figura femminile. Questa volta, però, la protagonista non è una sola, ma sono molte, moltissime – una vera moltitudine – e si avvicendano una dietro l’altra, come su una sorta di palcoscenico immaginario avvolto nella nebbia, nel corso di un’unica, lunghissima notte. Una notte reale eppure onirica, in cui la narratrice viene condotta da un’energia soprannaturale nella piazzetta del paesino siciliano dove ha appena fatto ritorno per risolvere alcune questioni familiari. Nella terra di mezzo che separa la realtà dal sogno, la narratrice si siede su un’antica panchina di pietra e lì viene raggiunta da una moltitudine di voci femminili che sembrano emergere dalla nebbia dell’aldilà e che la implorano di stare a sentirle – “Sentimi!”, “Sentimi!” – e di portare al mondo la testimonianza dell’ingiustizia di cui sono state vittime. Sono le voci di donne morte che in vita sono state tradite, ingannate, brutalizzate. Donne che vogliono far conoscere le loro storie perché la scrittrice le trascini fuori dall’oblio a cui sono state condannate. Le storie che raccontano – “Sentimi!”, “Sentimi!” – sono intrise di dolore, di violenza, di ingiustizia. Sono storie tutte diverse, ma ugualmente tragiche, che rivelano come la complessità emotiva e intellettuale femminile sia stata sistematicamente annullata dalla visione dicotomica, maschile e maschilista, di una cultura secondo la quale la donna può essere solo “santa o buttana”.
“Perciò ho voluto raccontartela la mia storia”, dice una delle donne alla scrittrice, “perché finisse scritta in mezzo a queste storie di donne, perché è vero che qui si è principalmente raccontata la storia di Rosa che partorì la bastarda di Tano e fu ammazzata da suo marito che ebbe per tutta la vita il pensiero folle di ammazzare la bastarda. Ma è pure vero che ci siamo raccontate noi, non è così?” La scrittura di Tea Ranno, colta ed esatta, dà corpo a personaggi che, malgrado l’impalpabilità della loro condizione – sono solo ombre, voci fluttuanti nella nebbia del sogno –, si incarnano con immediatezza nel sangue e nelle lacrime in cui sono morti. Una scrittura in cui l’amore per la letteratura e la poesia si intreccia con forza alla passione per la cronaca, dando luogo a una narrazione fuori dal tempo che misteriosamente rende giustizia alle tante donne che muoiono oggi nel nostro Paese per mano degli uomini a cui si sono innocentemente affidate. Brava Tea Ranno, capace di agganciare il suo talento letterario alla missione sociale di cui si fa paladina.
L’autrice: Tea Ranno
È nata a Melilli, in provincia di Siracusa, nel 1963. Dal 1995 vive a Roma. È laureata in giurisprudenza e si occupa di diritto e letteratura. Ha pubblicato per e/o i romanzi “Cenere” (2006), finalista ai premi Calvino e Berto, vincitore del premio Chianti e “In una lingua che non so più dire” (2007). Nel 2012 per Mondadori esce “La sposa vermiglia” e nel 2014, sempre per Mondadori, “Viola Fòscari”. “Sentimi” (2018) è il suo quinto romanzo e questa volta l’editore è Frassinelli.