L’ottava vita è quella di Brilka, ancora in divenire. La vita per cui la madre Niza decide di ricostruire e raccontare un passato denso, complesso, intenso e spesso insopportabile in Georgia
L’ottava vita è un romanzone come se ne scrivevano a puntate nell’Ottocento. Più di mille pagine, sei generazioni, sette donne, il novecento in Georgia. Una saga famigliare, un romanzo storico, un meraviglioso viaggio in un paese praticamente sconosciuto. Della Georgia abbiamo sentito parlare dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, e certo ci sono delle notizie anche ora, perchè è nei piani espansionistici di Putin appropriarsi di una regione strategica dal punto di vista militare. Ma credo di non essere stata l’unica a dover cercare un atlante geografico per collocarla esattamente. Del resto questo è anche il bello dei libri e della lettura, che allargano il nostro orizzonte e ci aprono viste che non sapevamo neppure esistessero.
Le storie de L’ottava vita
Stasia è nata nel 1900, appartiene a una famiglia georgiana benestante, sogna di diventare una ballerina e i suoi sogni si scontrano subito con la Storia, proprio quella con la S maiuscola: l’inizio della rivoluzione russa nel 1917 porterà tali sconvolgimenti per cui nessuno, non solo Stasia, potrà scegliere liberamente la propria vita. Christine è una delle sorelle di Stasia, è bellissima oltre ogni immaginazione, e la sua bellezza la costringerà ad accettare una relazione con Berija, il generale a capo della polizia segreta di Stalin, forse uno degli uomini più crudeli, violenti e terribili della storia di sempre. Kitty è la figlia di Stasia piena di energia e voglia di vivere, e a lei il destino ha riservato sofferenze atroci ma anche la fuga dall’Unione Sovietica e una nuova vita a Londra. Elene è nipote di Stasia, figlia adorata di Kostja (l’altro figlio di Stasia) ma persa, disorientata, incapace di costruirsi una vita, complice la famiglia che nel tempo si è sovraccaricata di segreti, di non detti, di amori trasformatisi in odio. E Niza, la voce narrante, è una delle due figlie di Elene. Daria, l’altra figlia, la bellissima sorella di Niza, è anche lei segnata da un destino crudele. E ci resta Brilka, l’ottava vita, la vita che deve ancora svolgersi e divenire, la vita per cui Niza decide di ricostruire e raccontare un passato denso, complesso, intenso e spesso insopportabile. Ma si sa che senza passato il presente fa fatica ad acquisire un senso, e quindi il compito che Niza si sceglie e si impone, è doveroso e meraviglioso. Sempre accompagnato dalla misteriosa ricetta della cioccolata calda, che si trasmette come un segreto da una generazione all’altra, e come il senso della vita racchiude la gioia e il dolore, la felicità e l’amarezza, la bellezza e la paura, senza che li si possa mai separare.
L’ottava vita e la Storia
Il modo in cui la Storia e le vite individuali si intrecciano è sempre sorprendente. È sorprendente come si possa condurre una vita normale durante la rivoluzione, durante la guerra, sotto un regime totalitario. Come si possa essere felici, mangiare, divertirsi, chiacchierare e litigare. Essere sorelle, essere figli o madri, essere donne e uomini. Cercare di trovare la propria strada, fare scelte, immaginare un futuro.
Tutti cerchiamo di avere quella che chiamiamo “una vita normale”. Forse dovremmo semplicemente dire “una vita”, sarebbe più che abbastanza. E nessuno è mai riuscito a definire cosa intendiamo con la parola “normale”. Ma quello che Haratiscwhili è riuscita a fare, è stato raccontare le vite “normali” e i momenti in cui la storia irrompe a sconvolgerle. Il Novecento in tutto il mondo, ma di sicuro in Russia, diventata Unione Sovietica e poi tornata Russia, è stato un secolo violento, sanguinoso, pieno di terrore, di crudeltà, di orrore. Forse è solo il secolo che conosciamo meglio, che ha lasciato più testimonianze, e quelli che lo precedono magari sono stati peggio, ma non abbiamo modo di saperlo in dettaglio. Comunque il terrore di Stalin, la polizia segreta, le delazioni, i gulag e le torture; la Guerra Fredda; le repressioni nei confronti dei paesi confinanti, dalla Cecoslovacchia all’Ungheria; ma anche il dislego e la perestrojka, portano alle donne de L’ottava vita un ulteriore carico di difficoltà, di scelte impossibili, di dolori che segnano in modo indelebile. È vero che tutte queste donne hanno una grande capacità di rinascita, una grande forza di sopravvivenza, ma certamente le prove che un regime totalitario impone ai suoi “sudditi” vanno al di là dell’immaginazione. E sono una delle ragioni per cui, alla fine di questa bella lettura, benediciamo la nostra democrazia, con tutti i suoi difetti e tutte le sue mancanze.
Libro dell’anno per la rivista Spiegel, successo enorme in Germania e anche nel resto del mondo, questo è il romanzo da prendersi prima di partire per le vacanze. Ci accompagnerà per un bel po’ di tempo, ci porterà in un mondo dove certo non vorremmo mai essere, ma dove vivremo con sette donne forti, affascinanti, un po’ pazze ma sempre pronte a rimettersi in gioco, a lottare, a vivere.
“L’ottava vita (per Brilka)”, di Nino Haratiswhili
La famiglia Jashi deve la sua fortuna (e la sua sfortuna) a una preziosa ricetta per una cioccolata calda molto speciale, destinata a essere tramandata di generazione in generazione con una certa solennità. Gli ingredienti vanno maneggiati con cura, perché quella bevanda deliziosa può regalare l’estasi, ma porta con sé anche un retrogusto amaro… Al tempo degli ultimi zar, Stasia apprende i segreti della preparazione dal padre e li custodisce nel lungo viaggio che, da una cittadina non lontana da Tbilisi, in Georgia, la porta a San Pietroburgo sulle tracce del marito, il tenente bianco-rosso arruolatosi pochi giorni dopo le nozze. È convinta che quella ricetta, come un amuleto, possa curare le ferite, evitare le tragedie e garantire alla sua famiglia la felicità. Ma allo scoppio della Rivoluzione d’ottobre, quando il destino della stirpe degli Jashi cambierà per sempre, capirà che si sbagliava. Tra passioni e violenze, incontri, fughe e ritorni, sei generazioni e sette donne – da Stasia, nata nel 1900, a Brilka, che vedrà la luce nel 1993 – attraversano l’Europa, da est a ovest, fino all’inizio del nuovo millennio, inseguendo i propri sogni e arrendendosi solo alla Storia. Alla ricerca del proprio posto nel mondo, le discendenti del famoso fabbricante di cioccolato percorrono il “secolo rosso”, dando vita a una saga familiare avventurosa e tragica, romantica e crudele, in cui per il lettore sarà dolcissimo perdersi, e ritrovarsi.
L’autrice: Nino Haratiscwili è nata a Tbilisi nel 1983 e oggi vive ad Amburgo. Scrittrice, drammaturga, regista teatrale, già due volte finalista al Deutscher Buchpreis, il più prestigioso premio letterario tedesco, con L’ottava vita ha scalato le classifi che di mezza Europa e ottenuto importanti riconoscimenti, tra i quali l’English Pen Award.