Converrete con me che, se tutt’intorno a noi ci sono difficoltà e tristezze e preoccupazioni, mettersi a leggere un distopico catastrofista oppure una storia ambientata in tempi terribili non aiuta.
Siamo in questa condizione di dover restare a casa, che per chi una casa ce l’ha e pure accogliente, tutto sommato non è male, e abbiamo tempo, tanto tempo quanto non pensavamo che ne avremmo mai potuto avere…
E dunque siamo nella condizione migliore per leggere.
Già, per leggere cosa?
La rete pullula di proposte, fin troppe, e ora che non abbiamo il libraio di fiducia che ci dà qualche consiglio e che non possiamo andare in libreria a guardare le copertine e leggere i risvolti, non sappiamo che pesci pigliare. Ma ecco che arrivo io con una trilogia che trovo perfetta per questi tempi. Io in realtà l’ho letta in ordine di uscita, e quindi ho cominciato nel 2018 con “Figlie di una nuova era“, per poi continuare nel 2019 con “È tempo di ricominciare” e per finire giusto qualche giorno fa con “Aria di novità”. È la trilogia di Carmen Korn, giornalista e scrittrice tedesca che mi ha subito ispirato fiducia e fino alla fine dei tre libri non mi ha mai delusa.
La trilogia è ambientata ad Amburgo (una delle mie prossime mete, quando potremo tornare a viaggiare) dagli anni Venti agli anni Novanta, e ne sono protagoniste quattro donne, che conosciamo giovanissime e che con noi crescono, lavorano, si sposano, fanno figli, vivono tutte le vicende del secolo breve ma lunghissimo; il secolo del nazismo, della seconda guerra mondiale, della separazione della Germania dell’Est, della ricostruzione dell’Ovest, del rilancio economico, del terrorismo degli anni settanta, della caduta del muro di Berlino.
Carmen Korn lo racconta come lo faremmo noi, parlando con le nostre amiche o con i nostri figli, con tanti particolari e nessuna prosopopea, con minuzia e devozione. Si siede vicino a tutti i personaggi, ne coglie i tratti che ce li rendono unici e riconoscibili. Ce li fa perdere e ritrovare. In tutti sa trovare la scintilla che li rende vivi, e anche se qualcuno è parecchio odioso, per la maggior parte sono come noi, dei buoni con dentro della cattiveria che si cerca di domare, di tenere a bada.
Dato che si parla della Germania, verso cui, qui in Italia ma anche in molte altre parti del mondo, si ha spesso un rapporto ambivalente, credo sia stato difficile e credo sia molto utile.
Mi sono sempre chiesta come si vivesse nella Germania di oggi; non come si vivesse materialmente, ma come ci si sentisse a essere nati in una nazione che è stata nazista, che ha dichiarato guerra al resto d’Europa, che è stata complice di un sistema tra i più orrendi che si possano immaginare (non che l’umanità si sia mai fatta mancare gli orrori, né che lo faccia adesso, e per quanto siano tutti orrori non
sono neppure tutti uguali). Mi sono anche sempre chiesta come si vivesse allora, che è un po’ anche chiedersi come vivremmo noi, come vivrei io per esempio, se succedesse un altro orrore; se sarei capace di vederlo arrivare, se saprei stare dalla parte giusta, se saprei scegliere.
E in questo libro c’è un’ipotesi, ci sono quattro donne che affrontano ciascuna a modo suo la grande Storia che investe le loro vite. Io le ho sentite credibili e vicine. Mi hanno ricordato certi racconti di mia mamma e di mia zia, o di loro amici e amiche. I piccoli eroismi e le piccole vigliaccherie, gli atti di generosità rischiosi e i momenti di egoismo; un insieme di comportamenti molto umano, debole e grande nello stesso tempo. Tale però da permettere al mondo di andare avanti, alla fine.
Henny, Kathe, Ida e Lina, non tutte allo stesso modo ma hanno trovato un posto nel mio mondo immaginario e un po’ anche nel mio cuore. Se vi va di fargli un po’ di spazio, i libri sono pubblicati da Fazi. E mi è piaciuto così tanto che gli altri due volumi della trilogia invece me li sono cercati io (non ho dovuto fare una gran fatica, perché il libro ha avuto molto successo e viene esposto bene nelle librerie).