“Draghi: alzare l’età pensionabile” è il titolo di apertura del Corriere della Sera di oggi mercoledì 14 ottobre. Il Governatore della Banca d’Italia è tornato ieri a chiedere di rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali e di alzare l’età effettiva di pensionmento. Il Ministro del welfare Sacconi ha replicato che “bastano le riforme già fatte”, e anche l’Inps risponde che per ora il sistema tiene.
La notizia è sulla prima del Sole 24 Ore: “Draghi, più tardi in pensione. Per il Governatore va alzata l’età di uscita dal lavoro e devono essere rivisti gli ammortizzatori sociali. Sacconi: no a modifiche. Marcegaglia: politica industriale da cambiare”.
Anche La Stampa apre su Draghi (“In pensione più tardi”) e offre la risposta di Sacconi (“Bastano le riforme già fatte”). L’editoriale di Mario Deaglio commenta: “La verità che nessuno vuol sentire”. A centro pagina in evidenza anche l’attualità parlamentare: “Bocciata la legge sull’omofobia, scontri e proteste alla Camera. No da Pdl, Lega e Udc. Alcuni finiani votano con l’opposizione. Nel Pd scoppia il caso Binetti: rischia l’espulsione”. In prima il quotidiano torinese parla anche di Yoani Sanchez, la blogger cubana della quale proprio il sito del quotidiano torinese offre i contributi. Alla blogger è stato nuovamente impedito di partire, stavolta per gli Usa, per ricevere un premio alla Columbia University. “Papà non mi lascia uscire”, il titolo in prima pagina.
Sulla omofobia l’apertura di Repubblica: “Affondata la legge sui gay. No di centrodestra e Udc. Si divide il Pdl, nel Pd nuovo caso Binetti. Le norme contro l’omofobia bocciate per incostituzionalità. Molti ‘finiani’ votano con l’opposizione. Protesta davanti alla Camera”. A centro pagina Draghi, e di fianco l’inchiesta sulle stragi di mafia: “La vedova di Borsellino ai pm: ‘Ecco tutti i sospetti di Paolo’”. Di spalla il quotidiano romano offre un articolo di Bernardo Valli dedicato al caso di Hean Sarkozy, 23 anni, figlio del Presidente, che potrebbe andare alla testa dell’Epad, l’organismo di controllo della Défense, centro d’affari molto importante vicino Parigi: “re Sarkozy premia il figlio e la Francia si ribella”.
Libero: “Mi hanno denunciato per un fusillotto”, con caricatura di Napolitano. Ieri infatti è stato aperto un fascicolo a carico di Belpietro (e anche di Di Pietro) per vilipendio del Capo dello Stato, accusato dal quotidiano Libero di aver fatto ritardare il ritorno delle salme dei soldati italiani uccisi in Afghanistan per poter partecipare ad una cena in Giappone, dove si trovava in visita di Stato.
Anche Il Giornale apre su Napolitano: “C’è un Napolitano sotto le parti. La vera storia di quando era ministro. Se si critica l’inquilino del Colle partono le denunce per vilipendio. Ma non è sempre stato così. Vi raccontiamo cosa ha fatto la sinistra contro Segni, Leone e Cossiga. Tra gli applausi della stampa progressista”. L’editoriale di Feltri sviluppa il concetto.
In prima anche il no ieri alla Camera alla legge sulla omofobia: “Fine di una brutta legge. No ai gay ‘specie protetta’”, il titolo.
Il Foglio ripropone una notizia di ieri: “Se Obama fa la guerra a Fox, come la mettiamo con la libertà di stampa? Similitudini d’oltreoceano. Dispetti e boicottaggi tra il presidente e la tv di Murdoch. Morale: neppure i Nobel pacifici amano le critiche”.
Il Riformista: “Ci vogliono zittire. Se fossimo un giornale come gli altri oggi faremmo questo tiolo”. Perché? “Eugenio Scalfari protesta con la Rai perché ci hanno lasciato parlare al Tg1. Il ministro La Russa ci minaccia a Matrix perché difendiamo la Consulta. Pensare con la propria testa sta diventando pericoloso”. Antonio Polito spiega nell’editoriale le due vicende, la polemica con Scalfari e quella con La Russa. A centro pagina: “Il Pd infrocia di nuovo sulla Binetti. Casini e il Pdl fanno saltare la legge sull’omofobia.
Draghi
Ieri -come si legge sul Sole 24 Ore– il Governatore della Banca d’Italia Draghi ha dato atto al governo e al ministro del Lavoro Sacconi di “aver messo in campo una quantità molto ampia e assolutamente adeguata di misure per superare la crisi”, ma ha anche ribadito che “supereata la fase di emergenza, resta la necessità di adeguare il nostro sistema di ammortizzatori sociali a un mercato del lavoro divenuto più flessibile: ne sarebbe favorita la mobilità del lavoro, accresciuta l’efficienza produttiva, rafforzata la tutela dei lavoratori, aumentata l’equità sociale”. Bankitalia è tornata a “far parlare i numeri”: sono 1,2 milioni i lavoratori dipendenti che, in caso di interruzione del rapporto di lavoro, non avrebbero alcuna indennità. Inoltre, ci sono 450mila parasubordinati per i quali non sono previsti sussidi o che non hanno i requisiti per ottenere i benefici concessi recentemente dal governo. Draghi ha poi ricordato che alla Cassa integrazione ordinaria non possono accedere le imprese del terziario e di gran parte dell’artigianato. E che sono insufficienti gli strumenti “di monitoraggio e controllo sull’utilizzo dei sussidi”, precondizione ineludibile per ampliarne la portata. Sul terreno della previdenza, ha sottolineato che il tasso di copertura assicurato dal sistema previdenziale pubblico sarà comunque più basso, a parità di età di pensionamento, di quanto garantito finora: “per assicurare prestazioni di importo adeuato a un numero crescente di pensionati, è quindi indispensabile un aumento significativo dell’età media effettiva di pensionamento”.
UE
In evidenza sulla prima pagina del Foglio una lettera di Silvio Berlusconi che annuncia di essere “del tutto d’accordo” con la proposta del quotidiano di sostenere Blair come presidente del Consiglio Europeo, come previsto dal Trattato di Lisbona. “Nelle forme dovute, d’accordo con molti altri capi di governo e di stato, e in coordinamento con le forze vive dell’Europarlamento, il mio governo ed io ci adoperiamo perché non vada dispersa una grande eredità politica fatta di coraggio e di equilibrio, di prudenza esercitata sempre senza incertezze”, scrive Berlusconi.
Secondo Il Sole 24 Ore “piano piano, quasi in punta di piedi, l’UE rischia di scivolare verso la paralisi istituzionale” perché la Repubblica ceca punta ad ottenere dal prossimo vertice europeo che si terrà a fine ottobre una dichiarazione che contenga la possibilità di non appplicarre la Carta dei diritti fondamentali e la giurisdizione della corte di giustizia europea, per impedire future rivendicazioni da parte dei tre milioni di tedeschi cacciati dalla regione dei Sudeti per il recupero delle proprietà loro sottratte alla fine della guerra.
(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)