Le aperture
Corriere della Sera: “Governo sul filo, l’ultimo appello del premier”, “Estremo tentativo nella notte per trovare un accordo prima del verdetto sulla sfiducia”, “Berlusconi sembra in vantaggio di uno-due voti. Offre un patto ai moderati e avverte: si può andare avanti anche senza maggioranza assoluta”. E, accanto, le ultime rivelazioni di Wikileaks sul nostro Paese, con riferimento alle proeccupazioni dell’ambasciatore Usa in Italia, David Thorne: “Berlusconi usa il potere per favorire Mediaset nella battaglia con Sky”.
In taglio basso: Cala il flusso di immigrati: in un anno 100mila in meno sotto l’effetto della crisi”, “gli stranieri sono 5,3 milioni tra regolari e non”. Sono le cifre snocciolate dal rapporto della Fondazione Ismu.
La Repubblica: “Berlusconi, il giorno della verità”, “‘Patto coi moderati’. No dei finiani. Fiducia appesa a un pugno di voti”, “Fli si astiene al Senato: ma al momento della conta saremo uniti. Bossi: forse meglio le elezioni. Il Pd: pronti alle urne”. Di spalla, Wikileaks: “L’ambasciata Usa: il premier frena Internet per i suoi interessi”, “Thorne: le sue tv usano il governo sin da Craxi”. In taglio basso: “Immigrati, l’Italia riapre le porte”, “Entro l’anno un nuovo decreto-flussi per 80mila ingressi, 30mila colf e badanti”. Un richiamo in prima anche per la contestazione al segretario Cisl: “Roma, studenti e lavoratori precari contestano Bonanni”.
Il Fatto, con foto di Berlusconi: “Accerchiato”. E spiega: “appeso a un paio di voti alla Camera, l’ex-padrone del centrodestra è comunque uno sconfitto. E mentre Roma è invasa da studenti e terremotati, lui si nasconde”. Su Wikileaks: “Gli Usa contro Berlusconi su Mediaset e censura a Internet”. Poi la “denuncia”: “Di Pietro porta nuove carte in Procura”, “Deputati comprati e venduti, un ‘pentito’ accusa B.”: “sarebbero una decina gli onorevoli coinvolti nel ‘mercato delle vacche’ di Montecitorio. E Pepe (Pdl) chiede la ‘seduta segreta’”. Secondo Il Fatto ci sarebbe un avvocato-gola profonda dietro le denunce di Di Pietro: avrebbe fornito prove della presunta corruzione, in quanto lui stesso incaricato e arruolato per radunare parlamentari che avrebbero potuto sostituire i “traditori” finiani.
Il Giornale: “Fini ha paura”, “I suoi gli sfuggono, lui cerca di evitare la sconfitta trasformando la presidenza della Camera in un mercato e lancia l’ultima proposta indecente. Che Berlusconi respinge: ‘Contiamoci'”.
Libero, con foto di Fini: “La porcata finale”, “Oggi il duello decisivo con Berlusconi alla Camera. In svantaggio nella conta, il leader Fli le prova tutte: minaccia i suoi depuati, fa pressioni su quelli degli altri ed è pure tentato di votare lui, in spregio a ogni regola”. Per il quotidiano c’è un “piano B”: “avanti così fino a febbraio”. Berlusconi approverebbe il federalismo e fra due mesi, nuovo governo con l’Udc. In taglio basso: “Nuovo assalto a Bonanni. I picchiatori ci riprovano”.
La Stampa: “Battaglia all’ultimo voto”, “Fini a Berlusconi: lascia e puoi ripartire. La replica: non mi dimetto, basta diktat. Il premier offre un patto ai moderati. E ai finiani: ‘Che la notte vi porti consiglio'”. Il quotidiano ricorda anche che la città di Roma e in particolare il Parlamento, è “blindato”: si temono “blitz anarchici”. In taglio basso, Wikileaks: “Critiche Usa al decreto Romani, ‘Preoccupante censura del web”. E spiega: “Nei cablo l’ambasciatore Thorne manifesta perplessità sulla legge e riferisce le critiche dei funzionari di Sky, ‘Sostengono che il governo favorisca Mediaset”. E poi, attenzione in prima per quello che viene definito “l’allarme Ocse”: “Il debito frena l’Italia”, “si rischia una ricaduta”.
Il Riformista, sul governo: “I conti non tornano”, “Un voto deciderà la sorte del governo. Oggi la lotteria di Montecitorio. Il premier dice di no alle dimissioni in cambio di un immediato reincarico. Bossi: ma non is governa con qualche seggio di maggioranza”. In taglio basso: “Casini: rifiuto pure gli Esteri”, “il leader dell’Ucd esclude di entrare in un Berlusconi-bis”. E poi, sui rifiuti a Napoli: “Scade l’ultimatum della monnezza”, “il 27 novembre il premier promise la città pulita in 15 giorni”.
Il Sole 24 Ore: “Sul governo sfida all’ultimo voto”, “Da Berlusconi appello ai moderati: pronto ad allargare la maggioranza, basta diktat”. Foto di Berlusconi, atteggiamento affettuoso verso Bossi. Foto in prima anche per la presidente di Confindustria: “Marcegaglia: la Fiat non ha delegittimato Confindustria”. A centro pagina: “Bce si prepara a chiedere un aumento di capitale”. In prima anche un richiamo alla “Prima bocciatura per la legge americana che riforma la sanità”: il giudice federale dell aVirgina, Henry Hudson, il primo ad esprimersi sulla materia, ha ritenuto incostituzionale l’obbligo di polizza.
Il Foglio oggi rispolvera l’acronimo “TTB”, ovvero “Tutti tranne Berlusconi” e titola: “La delusione dei TTB nella inutile caccia al sostituto del Cav.”. “Dal Financial Times a Fini, Casini e Pd, gli endorsement a Letta e Tremonti si sprecano. Ma loro ‘mica sono pazzi'”. (Loro sta per Letta e Tremonti). Dove si spiega che il quotidiano della City ha compiuto un “esiziale errore analitico” separando Letta da Berlusconi: “Letta ‘è’ il Cavaliere”. Quanto a Tremonti, “non ha fretta e sa che la sua occasione non può derivare da un effimero colpo di mano parlamentare, né da un’operazione che appaia un tradimento”.
L’Unità, con foto sofferente di Berlusconi in Senato: “L’agonia”.
Esteri
Il presidente iraniano Ahmadinejad ha licenziato il suo ministro degli Esteri Mottaki: per il Corriere della Sera aveva un profilo da mediatore ed era “l’uomo del dialogo con l’Occidente”. Ha ricevuto la lettera mentre era in visita in Senegal. La Repubblica parla di “guerra al vertice del regime”. L’Unità ipotizza: “silurato forse perché legati ai cosiddetti conservatori pragmatici critici verso il presidente”. Si sottolinea anche che la guida dell adiplomazia di fatto non era da tempo più nelle sue mani. Ma si pensa ad un braccio di ferro anche con la Guida Suprema, cui Mottaki era vicino, dunque, una vittoria per Ahmadinejad. Per Il Sole 24 Ore Mottaki era considerato troopo vicino a quello che viene considerato un rivale di Ahmadinejad, ovvero lo speaker del Parlamento Larijani: si parla di una “lotta di potere” e si spiega che dietro la mossa ci sarebbero i “contrasti con il clero conservatore e il bisogno di costruire una squadra di governo forte, con personaggi popolari”. Viene sostituito con il responsabile del nucleare, Ali Akhbar Salehi.
Chi era l’attentatore di Stoccolma lo racconta La Stampa: era stato cacciato dalla sua moschea, a Luton, la città in cui abitava. Considerato “uno scalmanato”. Sul Foglio si racconta che “non è un caso” che provenisse dagli stessi sobborghi inglesi dei kamikaze del 2005, e descrive in un altro articolo la pagina di Facebook di Taimpur Abdulwahab al Abdaly, “il terrorista ucciso dalla esplosione prematura di una bomba con cui stava per attaccare il centro di Stoccolma”
Il Sole 24 Ore parla di John Paul Stevens, ex-magistrato della Corte Suprema Usa e sintetizza così il suo pensiero: “Votai per la pena di morte, ora vorrei averla abolita”.
Denuncia disciminazioni (contro gli afroamericani) nell’applicazione, in un intervento pubblicato sulla New York Review of Books e in un’intervista alla Cbs.
La Repubblica ricorda che domenica prossima si vota in Bielorussia ed offre ai lettori un reportage da quella che viene definita “l’ultima dittaura d’Europa”: guidata da 16 anni dall’invincibile presidente Lukashenko, va verso un rislutato scontato. Tanto che il presidente non fa neanche campagna elettorale: “non ne ha bisogno”.
Il Riformista dedica un’intera pagina all’Egitto, dove si è insediato, “fra rancori e indifferenza”, il nuovo Parlamento. Basta una scintilla “per scatenare il malcontento di un Paese stremato”. Con intervista ad uno dei leader dell’opposizione liberale, Ayman Nour: “Al Cairo c’è aria di rivolta. Ma Obama ci ha abbandonati”.
“Bruxelles fa lo sconto alle pensioni polacche”, titola La Stampa spiegando che Varsavia ha ottenuto una valutazione “elastica” nel Patto di Stabilità: la Commissione Ue ha confernato che nel definire lo stato di salute di debito e deficit si valuterà anche l’andamento particolare della spesa pensionistica. Ci spera anche l’Italia: la Polonia -scrive La Stampa– ha una spesa pensionistica molto vicina alla nostra, ma fa meglio anche perché l’età media della popolazione è più bassa.
E poi
Su La Repubblica un confronto tra gli scrittori Michel Houllebecq e Hanif Kureishi sull’arte, le accuse di oscenità, i premi letterari, i rapporti con l’Islam.
Sul Corriere Paolo Mieli parla di un libro di Jack Goody, professore emerito all’Università di Cambridge: “Rinascimenti. Uno o tanti?”. Il Rinascimento non fu un unicum nella storia: ve ne furono più d’uno, non solo in Europa, scrive Mieli e aggiunge: “se questo è vero, va messa in discussione l’ipotesi di una superiorità dell’Occidente ai nastri di partenza”. Il discorso riguarda tanto l’India che il Giappone o la Cina.
Sul prossimo numero di Mondoperaio verrà pubblicato un saggio del giuslavorista Pietro Ichino: Il Foglio ne offre ai lettori uno stralcio, dedicato alla questione contrattazione e caso Fiat, sotto il titolo “The american job”, con foto di Marchionne
(Fonte: Rassegna italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)