Le aperture
La Repubblica: “Rai, ecco le accuse a Berlusconi. Indagato per concussione e minacce. Il premier: i pm violano la legge. Minzolini chiamò Palazzo Chigi per riferire l’interrogatorio secretato a Trani. Il Csm: indagine sugli ispettori mandati da Alfano”. A centro pagina il quotidiano parla di Unicredi, dove sarebbe in corso uno scontro sul piano di Profumo, l’Ad della azienda, sul progetto d iriorganizzazione societaria.
“Silvio accusato di tutto: manca solo l’abigeato”, è il titolo de Il Giornale. “L’inchiesta di Trani continua a regalare sorprese che lasciano basiti. Anche perché i desideri di Berlusconi non sono stati esauditi: Santoro è sempre al suo posto. Invece Brachino è stato sospeso dall’Ordine. Che usa due pesi e due misure”. A centro pagina il quotidiano si occupa dei redditi 2009 dei parlamentari, diffusi ieri: “Da 4 milioni dichiarati nel 2008 a 39 mila euro l’anno scorso. Ma la spiegazione c’è”.
Libero: “Barzelletta su Silvio: indagato”. Secondo il quotiidano di Belpietro “l’inchiesta nasce morta. Ma ha ottenuto l’effetto di condizionare la campagna elettorale”. In evidenza anche un titolo sulla notizia data ieri da La Repubblica sulla presunta intenzione di Napolitano di non firmare il ddl sul lavoro varato dal Parlamento: “Le balle di Repubblica irritano Napolitano”. Anche
“A Trani violata la legge”, è il titolo della Stampa, con le parole di Silvio Berlusconi. “Minzolini accusato di rivelazione di segreto, favoreggiamento per Innocenzi”. “Il Csm: chiarimenti sulla ispezione di Alfano”. L’editoriale è firmato da Carlo Federico Grosso: “Una inchiesta e molti interrogativi”. Tra gli interrogativi che Grosso pone, c’è quello relativo alla competenza della Procura della Repubblica di Trani, che aveva predisposto le intercettazioni perché indagava su una vicenda di truffa ed usura: ma per quel che riguarda le accuse di concussione e di violenza o minaccia nei confronti di un membro dell’Authority, la competenza non può restare a Trani, poiché esse non sono state commesse in tale località, ma dove gli interlocutori si trovavano al momento delle chiamate. Per Libero “indagano Silvio ma non lo processeranno”, “i giudici di Trani accusano il premier di concussione e minacce, però le regole parlano chiaro: la competenza territoriale sul Presidente del consiglio spetta a Roma”. Oggi a mezzogiorno è atteso in Procura Michele Santoro. E nel pomeriggio la Procura riceverà gli ispettori del ministero della Giustizia.
Lo stesso quotidiano evidenzia i “dubbi da sinistra”: ci si chiederebbe, anche nello schieramento avverso, “dov’è il reato”. L’ex pm Maritati, dice che deve esserci assoluto rigore nella conduzione di una indagine che riguarda non un qualsiasi cittadino, ma il premier. “I magistrati che sbagliano e non rispettano le norme devono pagare”.
Tra le notizie di prima pagina de La Stampa anche la conferma dello stop ai talk show decisa dalla Rai. “Santoro, Vespa e Floris restano sospesi. Garimberti amareggiato. Masi: ‘Decida la Vigilanza’”. E poi: “Messina Denaro, ore contate. Preso il fratello del padrino”. Ieri sono stati arrestati 18 “fedelissimi” del boss mafioso.
Il Corriere della Sera: “Resta il no ai talk show. Il vertice Rai si spacca. Mandato a Masi perché si rivolga alla Vigilanza”, scrive il Corriere della Sera. Di spalla il quotidiano si occupa della indagine di Trani, mentre a centro pagina si parla degli arresti di mafiosi in Sicilia.
Il Sole 24 Ore: “Europa divisa sul piano greco. Commissione fiduciosa ma pesa lo scontro franco-tedesco. Decisione solo al vertice di fine marzo sul salvataggio da 25 miliardi”, dice il quotidiano.
In prima anche il “confronto ancora aperto tra Profumo e grandi soci sul riassetto di Unicredit”.
Il Foglio apre con una intervista a “don Camillo” Ruini, che si schiera “contro l’assedio etico al clero, critico sull’operazione Bonino. ‘Il tentativo di demolizione morale del cristianesimo risale addirittura a Nietzsche’. ‘Diffamazione strategica’. ‘Irricevibili le lezioni libertine’”. Sulla politica in prima pagina si parla di “manovre parallele”: “Così il Cav e Fini stanno svuotando il Pdl in vista della scossa elettorale. Bocchino raccoglie in privato le perplessità dei colonnelli sulla corrente finiana. Nervosi gli ex di Forza Italia”. Il quotidiano parla di “ritorno al movimentismo” e si occupa di “generazione.it”, ovvero Generazione Italia di Gianfranco Fini, scrivendo che “non è un altro partito, è il tipo di Pdl che Fini ambisce a guidare mentre il Cav fa il capopolo della libertà”. Ancora in prima pagina, attenzione per le regionali in Francia e per i malumori dentro l’UMP di Sarkozy, mentre Madame Aubry risuscita i sogni dei socialisti.
Il Riformista parla di un Pdl che “sta esplodendo”, ma sottolinea che dall’inchiesta di Trani vengono solo botti. Il titolo: “Il Big bang”, illustrato da una foto di Berlusconi. Anche su Il Riformista in prima pagina attenzione per le regionali in Francia e per l’alto tasso di astensione, “un nuovo grande partito” visto che arriva al 53,6%: “oggi in Francia, domani in Italia?”.
Su L’Unità, in prima pagina, foto di Berlusconi ridente insieme al direttore del Tg1 Minzolini. E il titolo si riferisce ad una dichiarazione intercettata del direttore generale Masi: “Zimbabwe”.
Fini-Berlusconi
Su Libero intervista a Italo Bocchino, uno degli animatori di Generazione Italia, il movimento benedetto dal Presidente della Camera. Nei titoli dell’intervista si sintetizza così il suo pensiero: “Generazione italia nasce per unire il Pdl”, “Non siamo come Farefuturo, diciamo: viva Berlusconi e viva Fini”. La nostra associazione – dice – non ha obiettivi di potere interno. A confronto sul quotidiano Gennaro Malgieri, favorevole al progetto, e Renato Besana, secondo cui “dietro Gianfranco c’è la destra anti-Cav”. Si parla poi di azzurri furibondi: “L’ala forzista condanna la creatura del Presidente della Camera e propone di non candidare “chi fa la fronda”. Gasparri dice: “Mi occupo di cose più importanti”.
Sul Corriere della Sera: “Su Generazione Italia il gelo del premier. Cicchitto: no alle correnti. Bocchino: riporta la democrazia, sostiene Fini leader”. Sul il Riformista: “Nel Pdl nasce la corrente ‘per la leadership di Fini’”. Secondo il quotidiano si sono rotti gli indugi perché si sentiva aria di predellino. Aderiscono 50 deputati e oltre 20 senatori. L’ex leader di An ha preparato così il suo “sub-partito”. Intervista ad un berlusconiano doc (Giorgio Stracquadanio) che accusa: “Questo non è un taxi, andiamo alla conta”. Si parla anche “dell’establishment borghese che simpatizza per Gianfranco”: manager, imprese, network intellettuali, dall’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti a Luca Cordero di Montezemolo.
Per La Repubblica c’è “gelo su Fini”, perché la nuova corrente spacca il Pdl per sostenere la sua leadership. E Cicchitto chiede un chiarimento dopo il voto.
Su Il Giornale: “Berlusconi e la fronda interna: se si perde è colpa anche di Fini”. Per lo stesso quotidiano Fini sarebbe deciso a ridimensionare il ruolo del think tank a lui vicino Farefuturo poiché troppo spesso lo ha spiazzato.
Francia
Il Giornale intervista il politologo e storico Max Gallo: “Ha perso tutta la Francia, non solo Sarko”. Per Gallo alle regionali sono state sconfitte la destra e la classe politica nel suo insieme. La maggiorparte dei francesi non crede ai partiti e il partito Socialista ha vinto anche con un voto di protesta. Attenzione per il socialista Strauss-Kahn, possibile sfidante alle presidenziali del 2012.
Su Il Sole 24 Ore attenzione per il ritorno dell’estrema destra: il Fronte Nazionale è oltre l’11 per cento al secondo turno in 11 regioni su 22.
Sul Riformista, intervista al politologo Yves Mény, in cui si spiega la sopravvivenza del Front National di Le Pen: la crisi lo salva, gli elettori sedotti da Sarkozy nel 2007 sono tornati, il partito ha la base più operaia del Paese. Tutte le industrie che oggi stanno crollando, tutte le ristrutturazioni industriali, contribuiscono ad aumentare il bagaglio di elettori delusi.
L’analista Dominique Moïsi, in una intervista sul Sole parla di un divorzio emotivo tra Sarkozy e il Paese e sottolinea che più che l’azione del Presidente i francesi hanno voluto sanzionare la sua personalità.
Esteri
Su La Repubblica, alle pagine dell’economia: “Decolla la riforma finanziaria di Obama, ‘basta irresponsabilità delle banche’”. Si parla anche della richiesta di alcuni deputati al Presidente, che invocano sanzioni a Pechino che manipola lo yuan. Anche il New York Times accusa il gigante asiatico di pratiche sleali nel commercio”. Obama ieri è sceso in campo per dare appoggio alla riforma presentata dal Chris Dodd, presidente della Commissione Bancaria del Senato: viene rafforzata l’autorità della banca centrale, si crea un nuovo organo per la tutela del risparmiatore, si restringe la speculazione sui derivati, e si limitano i conflitti di interesse tra controllori e controllati. Anche su Il Sole 24 Ore si riprendono le parole del Presidente Obama, che promuove la proposta del senatore Dodd per nuove norme sulla finanza: “Questa proposta getta fondamenta solide per costruire un sistema finanziario più sicuro”, ha detto Obama.
Su La Repubblica una analisi di Paul Krugman sulla “sfida cinese delle valute”.
Su La Stampa Lucia Annunziata definisce il “defining moment”, ovvero il momento storico che si trova ad affrontare Obama questa settimana, cruciale per la riforma sanitaria. Della riforma sanitaria Usa parla anche Il Foglio con una analisi di Larry Silverbud: si ricordano i Presidenti che hanno, prima di Obama, tentato di metter mano alla sanità americana. Il primo a parlare di copertura universale fu Roosevelt. Fino ad allora era tema buono per pamphlet socialisti. In rassegna vengono passati anche Truman, Johnson e Clinton. “La settimana decisiva per la riforma sanitaria”.
Il Sole 24 Ore racconta della apertura di un’inchiesta penale negli Usa sul ruolo di un network che sarebbe stato creato da un dirigente del Pentagono e da un ex agente Cia per colpire i talebani: una rete clandestina di agenti e mercenari, ovviamente illegale, ma con possibilità di attingere a fondi governativi. Anche su La Stampa si parla di questa struttura parlallela creata da un funzionario che stornava i fondi: “Pentano, killer privati per colpire Al Qaeda al confine pakistano”.
Sul Corriere della Sera una lettera congiunta del ministro degli Esteri Franco Frattini e del suo omologo afghano Zalmay Rassoul “per la ricostruzione dell’Afghanistan”.
(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)