Le aperture
Il Corriere della Sera: “Case, la lista segreta di Anemone”. “Il costruttore della ‘cricca’ e l’elenco degli interventi. I lavori negli appartamenti di Bertolaso e di Scajola. Appalti e ristrutturazioni da Palazzo Chigi ai ministeri e agli ospedali”. L’editoriale di Giovanni Bianconi è titolato “Cautele e dubbi”.
La Repubblica: “Tutti i nomi della lista Anemone. Un elenco di 400 beneficiari di ristrutturazioni: da Lunardi a Bertolaso ad alti dirigenti di Stato. Anche interventi a Palazzo Grazioli e Palazzo Chigi. E Scajola sfida i pm di Perugia: ‘Non depongo, mancano le garanzie’”.
Libero: “Le 350 case del governo. Ministri casalinghi. In media ognuno ha 5-6 immobili. In molti hanno comprato subito dopo l’incarico”.
Il Giornale: “L’elenco che fa paura ai politici. La lista segreta di Anemone: prima puntata. Il dominus della cricca segnava nomi e indirizzi dei lavori svolti: ci sono Scajola e Bertolaso ma anche il vicepresidente del Csm Mancino e l’architetto di Veltroni. E poi il regista Avati, la giornalista Buonamici, due giudici costituzionali…”.
Le altre notizie.
In prima sul Corriere la notizia del disastro aereo in Libia: un aereo proveniente dal Sud Africa è esploso all’aeroporto di Tripoli. 103 morti, un bambino è sopravvissuto.
Su Il Sole 24 Ore: “Dal Pil un segnale di crescita. Il primo trimestre meglio del previsto (+0,5%) trainato dall’export. Tiene bene anche la Germania. Marcegaglia: la strada è ancora lunga. Al Cipe opere per 17 miliardi”. L’editoriale, firmato da Guido Tabellini, parla della moneta unica europea (“Euro, la verità che nessuno dice”) e si apre con una domanda: “Esisterà ancora l’euro tra qualche anno?”. In prima pagina anche le notizie sulle decisioni dei Paesi europei sulla crisi, con foto di Zapatero con altre due ministre del suo governo): “Patto di stabilità Ue esteso anche al debito, Zapatero taglia del 5% i salari pubblici”.
La Stampa: “Guerra della Ue al debito. La Spagna costretta alla superstangata. Crescita debole nell’Eurozona, ma il nostro Pil è migliore della media. Misure più dure contro chi sgarra: nel mirino c’è anche l’Italia”. A centro pagina le notizie sulle inchieste di Perugia e quella del disastro aereo a Tripoli.
Il Foglio: “Stabilità finanzaria, il patto ‘stupido’ diventa robusto (ma velleitario). Barroso presenta i nuovi meccanismi che danno più potere a Bruxelles. I paesi con i conti in ordine si ribellano”. Sempre in prima sul quotidiano di Ferrara le notizie sul dibattito interno al Pdl: “Così il Cav. Si è incagliato tra i colonnelli e la loro vertenza aperta con Fini. Il cofondatore vuole rivedere le quote di potere, ma non può parlarne con chi non ha un mandato per trattare. Verdini fermato sulla soglia”.
La Repubblica si sofferma a centro pagina sulla “nuova rottura” tra Fini e Berlusconi. “No dell’ex leader di An con i mediatori Pdl: ‘Voglio risposte politiche’”. In prima anche le parole del Presidente Usa Obama, che ieri ha proposto una sovrattassa sul petrolio: “Obama ai petrolieri: pagate per la marea nera”. A fondo pagina da segnalare una indagine sulla sanità italiana: “Sanità, le pagelle dell’Italia migliore”.
Secondo Il Giornale “per il Cav è un momento d’oro. Il governo va, nonostante Fini. Che ieri ha inviato un pizzino a Veltroni: fare pace? Per finta!”.
Il Riformista si occupa invece del Pd: “Attacco a Bersani. Il de profundis di De Benedetti fa salire la tensione nel Pd. Impeachment. L’ingegnere lo massacra in un libro. ‘Protesta perché Repubblica parla con Franceschini, è inadeguato’. E i supporter del segretario: ‘Dà troppo spazio alla minoranza’.”. A centro pagina, sul Pdl: “Fini aspetta lo stillicidio giudiziario. Rifiuta l’incontro pacificatore con Verdini mentre anche il ministero di Matteoli finisce nei guai”.
Il Corriere oggi intervista Bianca Beccalli, evocata solo per nome ieri da Marco Pannella, che aveva raccontato come fossero sul punto di sposarsi. “Lo incontrai su un aereo, mi disse ‘avrei voluto essere l’uomo della tua vita’”.
La lista di Anemone
Diego Anemone, scrive il Corriere della Sera, aveva una lista segreta di appalti e ristrutturazioni. Era custodita nel computer che gli è stato sequestrato e riguarda le commesse ottenute tra il 2003 e il 2008. Compaiono la sede della Protezione civile, del ministero del Tesoro, e due locali di Palazzo Chigi. La Repubblica precisa che si tratta della residenza privata di Berlusconi a Palazzo Grazioli, delle abitazioni degli ex ministri Lunardi e Scajola, prime e seconde case, in città e in montagna, nonché due dimore di Guido Bertolaso, oltre agli uffici della Protezione civile. E poi ristrutturazioni per capi di gabinetto, capi di dipartimento nei ministeri, capi di uffici legislativi, del ministero della giustizia, dirigenti Rai, generali della Gdf e dei Carabinieri, agenti dei servizi segreti. Nell’elenco figurano anche i nomi di giornalisti o registi come Pupi Avati (che dice: ‘tutto regolare’). L’elenco è stato sequestrato il 14 ottobre dalla Guardia di finanza di Roma. Repubblica sottolinea soprattutto quanto sia fragile la difesa messa in campo dagli ex ministri Scajola e Lunardi, poiché quest’ultimo ha sempre dichiarato di aver utilizzato le imprese di Anemone per trascurabili lavori nella sua casa di campagna nei pressi di Parma, mentre le carte oggi documenterebbero che gli interventi delle ditte di Anemone a vantaggio dell’ex ministro sarebbero almeno tre. Anche Scajola sostenne di conoscere a malapena Anemone, ma ci sarebbero, oltre ai pagamenti in nero per il suo appartamento al Colosseo, ristrutturazioni in un altro suo appartamento oltre che nel suo ufficio di ministro.
Crisi
Della grande crisi europea si occupano ampiamente tutti i quotidiani. La Stampa spiega che il premier spagnolo Zapatero è costretto alla superstangata: alle Cortes ha snocciolato il suo piano di austerità per tagliare 15 miliardi di Euro dal deficit pubblico tra il 2010 e il 2011. Prevede la riduzione del cinque per cento in media degli stipendi degli impiegati pubblici dal mese prossimo, il congelamento dei salari e delle pensioni non contributive e minime dall’anno prossimo. Lo stesso quotidiano intervista Paul De Grawve, economista belga e tra i consiglieri del presidente della Commissione Barroso, che si dice convinto che la diagnosi sia sbagliata e che la causa del male non stia nei conti pubblici. Per l’economista Spagna e Irlanda sono Paesi che “gestivano bene i loro conti pubblici. L’indebitamento eccessivo si è creato nel settore privato, edilizia o banche”. Per quel che riguarda l’irrigidimento del patto di stabilità, “bisogna innanzitutto inserire nel Patto delle regole di nuovo tipo, per evitare che in ciascun Paese i debiti privati salgano oltre un certo limite”; “insomma, a parte la Grecia, il motivo principale per cui il debito pubblico è aumentato durante la crisi è stato il salvataggio delle banche. Per ogni euro di debito governativo in più, c’è un euro di debito privato che è stato accollato allo Stato, garantito dallo Stato”.
Il Corriere ricorda che sarà cancellato in Spagna anche il bonus bebè da 2500 euro, Il Sole 24 Ore che i parlamentari spagnoli hanno deciso di rinunciare al 15 per cento della busta paga. La Repubblica scrive che è “in bilico lo Stato sociale” e “tramonta il modello-Spagna”.
Sulla crisi il Corriere scrive: “Addio Maastricht, sanzioni più pesanti per gli Stati”. E spiega che il commissario agli affari economici e monetari Olli Rehn ha sottolineato come “per un Paese con un debito intorno al 115 per cento, ma anche inferiore, diventa essenziale non solo avere un deficit al di sotto del 3 per cento del Pil, ma anche una chiara tendenza al ribasso del livello del debito”. Il che significa – spiega il Corriere – che gli Stati che vorranno chiudere una procedura di infrazione già aperta contro di loro da Bruxelles per aver accumulato un deficit eccessivo, non basterà a riportare lo stesso deficit sotto il 3 per cento del Pil, nel caso che abbiano sforato anche con il debito pubblico; dovranno dimostrarsi virtuosi in tutti i campi, e dimostrare da prima la propria serietà, sottoponendo i bilanci ad un controllo preventivo di Bruxelles e degli altri Paesi. “Sanzioni Ue sul debito. Rehn: non sarà più sufficiente portare il disavanzo al di sotto del 3 per cento”, sintetizza il Sole 24 Ore, ricordando che gli Stati recidivi potranno vedersi sospendere i fondi comunitari e che vi sarà un deposito cauzionale per i governi inadempienti.
Pietro Reichlin e Nicola Borri firmano sul Sole 24 Ore una analisi per l’exit strategy dalla crisi: un modello Usa per la Ue. Federalismo di bilancio per gli Stati e debito gestito a livello centrale.
Esteri
Ieri il Presidente afghano Karzai ha incontrato alla Casa Bianca il presidente Obama. Per La Stampa il monito del Presidente americano è stato rivolto soprattutto a Islamabad: toni duri con il Pakistan e guanto di velluto con l’Afghanistan, scrive il corrispondente, ricordando le parole di Obama, che ha detto: “E’ evidente che il Pakistan ha un cancro in seno”; il presidente ha reso noto di aver chiesto a Islamabad di “aumentare il controllo sulle aree di confine con l’Afghanistan”. A Karzai ha ribadito il solenne impegno ad evitare vittime civili: “In ultima istanza il responsabile delle operazioni militari in Afghanistan sono io, e sono io a non volere vittime civili, anche per questo i nostri soldati spesso rischiano la vita per non provocarle”. Da parte sua Karzai ha ribadito l’intenzione di dialogare con i taleban “non collegati ad Al Qaeda o ai suoi alleati”, così come di mantenere un rapporto “aperto e positivo” con l’Iran “al pari di quanto avviene con l’America”.
Il Sole 24 Ore: “Karzai alla Casa Bianca, tensioni archiviate. Vertice alla vigilia dell’offensiva di Kandahar”. Nella sostanza – scrive il corrispondente – Obama ammette che le cose prima di migliorare andranno peggio ed ha voluto preparare il Paese contro il pericolo di nuovi morti in vista dell’offensiva a Kandahar prevista per giugno. I generali americani hanno detto alla Casa Bianca che sarà l’attacco più sanguinoso dall’inizio della guerra. Il quotidiano sottolinea anche che Obama sarebbe pronto a sostenere gli sforzi del governo afghano di aprire ai Talebani che rinuncino alla violenza e taglino i legami con Al Qaeda.
Anche per il Corriere il presidente Usa avrebbe caldeggiato “porte aperte ai talebani pentiti”. Lo stesso quotidiano, in un retroscena, si occupa delle diverse valutazioni dei consiglieri Usa sullo stesso presidente Karzai: Karl W. Eikenberry, generale a tre stelle, che trova Karzai un partner strategico non adeguato, e Stanley McChrystal, generale a quattro stelle, che comanda le truppe della coalizione, per cui Karzai è il leader eletto di uno Stato sovrano ed un grande alleato, “sempre onesto con me, e affidabile”.
Torniamo al Sole 24 Ore per raccontare l’intenzione dello stesso presidente Usa di aumentare di un centesimo al barile l’imposta di produzione sul petrolio: “Obama alza la tassa sul petrolio”, titola il quotidiano di Confindustria, dando conto anche del dibattito ieri in commissione energia alla Camera, al termine di una tempestosa interrogazione parlamentare, dove sono stati messi con le spalle al muro i dirigenti della British Petroleum america e i suoi soci Transocean ed Halliburton. Ci sarebbero state alcune stupefacenti rivelazioni, che fanno capire come il disastro si potesse evitare: poche ore prima dell’esplosione della piattaforma, alcuni test avevano rivelato sbalzi di pressione nella tubatura che avvolgeva la trivella subacquea, segno della presenza di gas metano, probabile responsabile dell’esplosione. Nonostante ciò i dirigenti BP decisero di non sospendere l’attività. E contrariamente alle dichiarazioni della Transocean, proprietaria della piataforma presa in leasing dalla BP, la valvola di sicurezza che avrebbe dovuto chiudere automaticamente la sorgente in caso di incidente aveva una perdita nel sistema idraulico accertata giorni prima dell’esplosione.
Il Corriere della Sera sottolinea che in questo modo il Presidente Usa intende rilanciare il pacchetto ecologia: la Casa Bianca intende cioè approfittare della emergenza per ripresentare la legge sul clima, che punta a ridurre del 17 per cento le emissioni di gas serra entro il 2020 e dell’83 per cento entro il 2050.
Al Presidente brasiliano Lula è dedicata una analisi di Moises Naìm che compare su Il Sole 24 Ore sotto un titolo più che esplicito: “Dr Jekyll e Mr Lula”, “Democratico e innovativo in patria, il presidente brasiliano si è dimostrato morbido e ambiguo con leader autoritari come l’iraniano Ahmadinejad.
Per tornare alle elezioni in Gran Bretagna, va segnalata una intervista a colui che è stato consigliere di Tony Blair per un decennio, Alastair Campbell. Sull’alleanza tra i Tory di Cameron e i LibDem di Clegg dice: “L’impressione che abbiamo ricavato dalle nostre trattative con i liberademocratici è che molti dei loro attivisti e sostenitori non volessero un accordo simile. Sul piano personale David e Nick si intendono bene, vengono entrambi dal privilegio e dalle scuole private, per cui parlano lo stesso linguaggio. Ma le posizioni politiche in ultima analisi sono più importanti della chimica personale. E le posizioni dei loro due partiti sono profondamente diverse”, “il loro è un matrimonio di convenienza; avranno una luna di miele, come capita a tutti i nuovi governi, ma non penso che durerà a lungo”. Campbell si dice certo che i 13 anni laburisti che hanno cambiato in meglio il Paese siano finiti, ma se è finita “l’era del New Labour al governo”, “non è finito il New Labour”.
E poi
L’editoriale di Avvenire, firmato da Riccardo Redaelli, oggi è dedicato all’Iran, chiamato a far parte della Commissione diritti delle donne delle Nazioni Unite, pur essendo un Paese che continua a praticare la pena di morte, e che arresta le donne con l’accusa di essere vestite in modo inappropriato, o di aver ascoltato concerti non autorizzati. Senza contare le violenze contro le studentesse che hanno difeso nelle piazze i loro diritti politici. “E tutto ciò in una realtà, come quella iraniana, che al contrario è fra le più avanzate in tema di partecipazione femminile alla società, nella cultura e nella stessa politica”, scrive Redaelli.
E’ in Iran l’inviata de La Repubblica Vanna Vannuccini, per raccontare il controllo poliziesco sulla società civile.
Su La Repubblica l’anticipazione dell’intervento che il sociologo Alain Touraine pronuncerà in questi giorni in un convegno a Palermo e dedicato al Mediterraneo porta d’Oriente: “L’Europa che verrà. Perché bisogna parlare con l’Islam”, titola nell’inserto R2 Cultura il quotidiano. E la necessità di instaurare migliori rapporti riguarda in primo luogo Turchia e Iran.
(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)