Le aperture
Il Corriere della Sera: “Stragi, il pentito riconosce uno 007. Il confronto con l’agente segreto: ‘Trattativa tra Stato e boss'”
“Spatuzza: sembra l’uomo che vidi prima dell’attentato a Borsellino”. In evidenza anche la notizia che il generale Mario Mori è sotto inchiesta “per mafia”. A centro pagina: “Festa con le ragazze. Indagati Fede e Mora”. L’ipotesi di reato è quella di favoreggiamento della prostituzione, le feste sono quelle con Berlusconi, a partire dalle presunte dichiarazioni di una giovane di origine marocchina. Il dossier del quotidiano di via Solferino è dedicato alla previdenza: “La mini pensione per precari e atipici: il 36 per cento del reddito”.
La Repubblica: “Uno 007 nell’agguato a Borsellino”: Riconosciuto dal pentito Spatuzza, sarebbe stato nel garage della bomba”. “Ma sulla ricostruzione è giallo, la procura di Caltanissetta frena”. E ancora: “Trattative tra Stato e mafia: indagato il generale Mori, ex capo dei Ros”.
Un grande titolo è dedicato all’ultima inchiesta: “Ruby e il Cavaliere: ‘Le mie notti ad Arcore”. Una foto in prima pagina dà una notizia da Washinton: “Voleva colpire il metrò di Washington, terrorista catturato”.
In prima pagina anche notizie sulla polemica politica: “Lodo Alfano, paletti dai finiani. Il premier avverte: così salta tutto”. E poi: “Masi nell’angolo, rinviate le nomine. Bersani e Casini: ‘Fuori dalla Rai'”.
Il Riformista: “Torna Spatuzza. Riparte la trama giudiziaria sul patto tra Stato e mafia e le stragi. Accuse ai Servizi. Il pentito avrebbe riconosciuto il funzionario visto vicino al tritolo destinato a Borsellino. Indagato per mafia anche Ciancimino Jr e l’ex capo dei Ros (concorso esterno). L’editoriale di Peppino Caldarola è titolato: “Non credo al generale picciotto”. A centro pagina: “Moratoria per la vita di Aziz. Intervista all’avvocato italiano dell’ex ministro iracheno”.
L’Unità: “Antigua, castello di bugie. Le ville del premier e il mistero del debito cancellato”.
La Stampa: “Lodo, le condizioni di Fini. I Democratici pronti ad appoggiare Fli sulla reiterabilità. Caos rifiuti, oggi Berlusconi ad Acerra. ‘Votiamo lo stop ai processi se non è ripetibile’. Ma il premier non si fida”. Un richiamo a centro pagina dà notizia delle dichiarazioni del pentito Spatuzza: “Strage di via d’Amelio, Spatuzza accusa uno 007”. In prima anche – con foto – la notizia della legge approvata ieri dalla Camera: “Una Costituzione per cani e gatti. Approvata la legge: chi li uccide o li maltratta finisce in cella”. Nella parte alta della prima pagina: “La Ue taglia i fondi alla Torino Lione e al Brennero. Saltano 9,8 milioni per la Tav e 12,8 del nuovo traforo. Italia punita per il mancato utilizzo”.
Il Giornale: “Fini protetto dal coro dei falsari. Per i maestrini del giornalismo il caso Tulliano è archiviato. E invece no: svendere e dare al cognato una casa del partito non è solo un fatto da codice penale, ma prima di tutto una schifezza. Che nessun giudice può seppellire”, scrive Vittorio Feltri. A centro pagina: “Il Cav: vogliono incastrarmi con un altro caso Noemi. Rispunta un sexgate”.
Libero: “E adesso svegliati, come sai fare tu…”, con foto di Berlusconi. “Le Procure preparano un’altra offensiva giudiziaria, Fini ha tradito, il Pdl è allo sbando. Ma i sondaggi dicono che Berlusconi rivincerebbe le elezioni. Per uscire dal pantano l’unica ricetta è tornare a fare il leader”, scrive Maurizio Belpietro. A centro pagina: “Fini si distrae, Tulliani guadagna 500 mila Euro. Lo scandalo di Montecarlo e le strane giustificazioni di An. La differenza tra il valore della casa e il prezzo pagato più le ristrutturazioni”.
Il Foglio: “Chiunque vinca al voto di midterm, l’America ne uscirà più isolazionista. La soluzione è il ripiego. Per Casa Bianca, democratici, Tea Party, repubblicani ed elettori ora contano soltanto le questioni dentro i confini. Quando c’era George W”. Di spalla un articolo del direttore Ferrara: “Gentile Fini. Utile che il presidente della Camera precisi se è un bipolarista o un emulo di Dini”. In prima pagina anche un richiamo per le inchieste di mafia: “Il generale esterno. L’accusa di concorso mafioso a Mori raccontata da Lino Jannuzzi”.
Il Sole 24 Ore: “Debutta il patto sociale. Proposte condivise di imprese e sindacati su ammortizzatori, ricerca, Mezzogiorno e semplificazione. Siglato l’accordo sul nuovo apprendistato: sì anche dalla Cgil”. In prima anche un richiamo al vertice di Bruxelles: “Merkel: trattato Ue da cambiare. Scontro sulle sanzioni antideficit”. A centro pagina i dati di una indagine realizzata in occasione della Giornata mondiale del risparmio, che si celebra oggi: “Una famiglia su quattro deve ricorrere ai debiti. Dal 15 novembre parte il Fondo di solidarietà per i mutui”.
Le feste di B.
La Repubblica dedica due pagine, a firma di Piero Colaprico e Giuseppe D’Avanzo, alla ultima vicenda a sfondo licenzioso che coinvolgerebbe il nostro Presidente del Consiglio. Riguarda una ragazza minorenne marocchina, nota come Ruby R. A maggio viene portata in Questura perché minorenne straniera trovata senza documenti e accusata di furto (ha 17 anni e sei mesi). Nella ricostruzione del quotidiano la ragazza viene liberata per l’energica pressione di Palazzo Chigi, che avrebbe sostenuto fosse la nipote del Presidente egiziano Hosni Mubarak. Ci sarebbe una inchiesta per favoreggiamento della prostituzione in cui il premier non è indagato, mentre lo sarebbero Lele Mora, Emilio Fede, Nicole Minetti, candidata ed eletta al consiglio regionale della Lombardia, già nota come igienista dentale di Berlusconi. Ruby avrebbe raccontato di tre visite ad Arcore, di feste in villa e fa entrare negli atti giudiziari l’espressione inedita “bunga bunga” con cui viene indicato il costume del padrone di casa di invitare alcune ospiti ad un dopocena erotico. Il copyright di questa espressione – secondo il quotidiano – pare debba essere attribuito a Gheddafi, come un rito del suo harem africano. (Ma non era una vecchia barzelletta di trenta anni fa? ndr).
Su La Stampa le parole degli avvocati di Berlusconi, Ghedini e Longo: “Una colossale montatura”, una vicenda piena di contrattazioni repentine dell’interessata, oltre ad evidenti contraddizioni. I legali del premier rivelano di aver svolto in parallelo “indagini accuratissime”, ascoltando testimoni ed acquisendo riscontri documentali, fino a giungere alla conclusione che si tratti di una bufala. Anche se sullo sfondo potrebbe esserci un tentativo di estorsione ai danni di Berlusconi. Dall’articolo risulta anche che la figlia di Lele Mora avrebbe chiesto al tribunale dei minori di poter avere l’affido temporaneo della giovane Ruby, ospite al momento di una comunità protetta di Genova per problemi con la famiglia di origine, residente in Sicilia. Il Giornale scrive che la Procura sarebbe orientata a sottoporre la ragazza ad un incidente probatorio, ovvero un interrogatorio alla presenza dei difensori degli indagati. Il quotidiano non manca di sottolineare polemicamente quanto questa fosse “l’inchiesta che non esiste”: invece esisteva eccome, malgrado le smentite in procura. “L’intenzione era di procedere con calma e cautela, ma la fuga di notizie che martedì ha portato la storia in prima pagina sul Fatto quotidiano, ha costretto ad accelerare i tempi”.
Stefano Rodotà, intervistato da L’Unità, dice che Berlusconi “è ostaggio del suo machismo” e paralizza l’Italia, “è ossessionato da queste preoccupazioni personali”. Da Noemi alla D’Addario, fino aTarantino: chi è invischiato in queste vicende non può governare.
Spatuzza
Sul Sole 24 Ore si scrive che il presunto riconoscimento da parte del pentito Spatuzza del funzionario dei Servizi che sarebbe stato presente al momento del confezionamento della autobomba esplosa in via D’Amelio è stato smentito seccamente ieri sera dal Procuratore di Caltanissetta Sergio Lari. L’uomo si chiama Lorenzo Narraci, ed è lo stesso che Massimo Ciancimino avrebbe riconosciuto come presente a casa di suo padre durante la presunta trattativa tra Ciancimino senior e Provenzano. Scrive il Corriere della Sera che Spatuzza in realtà avrebbe detto: “Somiglia all’estraneo presente nel garage in cui fu preparato l’attentato”. Lo stesso quotidiano evidenzia che il caso del funzionario 007 potrebbe riaprire anche l’affaire Contrada, che era il suo capo: Narraci “era l’ombra di Contrada”, ricorda il Corriere, tanto che per escludere la possibile presenza di Contrada sul luogo della strage di Capaci, si era ricordato che lo stesso Narraci era in barca, in quelle ore, con il suo capo Contrada.
L’Aquila
Ieri a Venezia è stato presentato un dossier dagli urbanisti dell’Inu, massimo ente di ricerca del settore, sulla ricostruzione a L’Aquila: ne emerge che il decreto legge varato nel pieno dell’emergenza, che parlava di un piano di ricostruzione per la città, è rimasto lettera morta: la struttura tecnica che ha ereditato la gestione della Protezione civile conta solo cinque dipendenti, di cui un autista e un vigile del fuoco, senza nemmeno un architetto. Si sottolinea che l’intervento straordinario funziona benissimo per l’emergenza, malissimo per governare, e che paradossalmente serve una legge speciale per ripristinare procedure normali. Polemico il sindaco Cialente, rispondendo alla accusa degli urbanisti, allorché sostengono che quando sarà ricostruito, il centro storico non esisterà più, sarà un’altra cosa: “Parlano di cose che non conoscono”, dice Cialente.
Esteri
Il commissario ai diritti umani delle Nazione Unite, la sudafrica Navy Pillay, ha chiesto alla Casa Bianca di indagare sulle rivelazioni di Wikileaks sugli abusi contro i civili che sarebbero stati commessi da soldati americani. La richiesta Onu è stata recapitata anche al governo iracheno di Al Maliki, che non ha ancora reagito. La Stampa racconta anche che l’inviato speciale Onu contro la tortura Novak, per aggiungere pressione sulla Casa Bianca in tema di diritti umani, ha definito illegale la detenzione di Guantanamo, dove è stato rinchiuso anche un bambino soldato di Al Qaeda che aveva 15 anni quando nel 2002 fu catturato in Afghanistan dopo aver ucciso un soldato Usa con una granata. La commissaria Pillay ritiene che le rivelazioni di Wikileaks costituiscano la base legale per chiedere agli Usa di “aprire una indagine sulla intera gestione delle operazioni militari condotte in Afghanistan e Iraq a partire dal 2002.
Su La Repubblica, a commentare il dibattito emerso dalle rivelazioni di Wikileaks, è Antonio Cassese, ex presidente del tribunale penale internazionale. Ricorda che, secondo la convenzione di Ginevra, gli Usa avevano l’obbligo di chiedere agli iracheni di punire i colpevoli di torture, esecuzioni sommarie, stupri, commessi da militari iracheni contro insorti e civili. Invece tutto è stato tenuto segreto – sottolinea Cassese – gli americani hanno fatto finta di non vedere. Per fortuna “è subentrata l’etica”, dice, riferendosi alla decisione del giovane militare Usa che ha deciso di far giungere a Wikileaks circa 400 mila rapporti militari segreti. Cassese ricorda che l’alto commissario Onu per i diritti umani è un organo internazionale che non dispone di poliziotti, eserciti o giudici, ma ha il compito di far valere istanze morali, quando vengono commesse violazioni dei diritti umani. E “accanto all’etica si sta muovendo la politica. Il viceprimo ministro britannico Clegg ha ordinato una inchiesta per accertare le colpe dei militari britannici, implicitamente esortando gli Usa a fare altrettanto. Non sarebbe opportuno che anche il governo italiano e tutta l’Ue sostenessero la richiesta dell’Alto commissario Onu?
Tornando a La Stampa, va segnalata una intervista con copyright Toronto Star, all’ex segretario di Stato Usa Condoleezza Rice, che ha appena pubblicato un libro delle sue memorie, in gran parte incentrate sulle difficoltà di crescere nel sud razzista Usa. Dice di non aver assolutamente nessun rimorso. A chi sostiene che la guerra in Iraq ha destabilizzato il Medio Oriente rendendo l’Iran più potente risponde che Teheran oggi è più debole, che dopo le elezioni del 2009 l’economia sta crollando sotto il peso delle sanzioni e delle cattive decisioni di Ahmadinejad. I Paesi della regione sono preoccupati, dice la Rice. Uno stato debole può essere pericoloso. Ma l’Iraq farà da contrappeso all’Iran, gli sciiti iracheni non sono persiani ma arabi. Non hanno nessuna intenzione di lasciare che l’Iran li domini. Parla anche dei Tea party: E’ vero che hanno cambiato il gioco politico Usa? “Lo spero. E’ un movimento di base preoccupato da quel che vede a Washington. Un sacco di persone pensa che il potere federale si stia espandendo troppo.
Sul Sole 24 Ore il corrispondente dà conto di un confronto tra economisti svoltosi alla New York University proprio sul dibattito apertosi anche con i Tea Party sugli eccessi di ingerenza dello Stato. Tra i partecipanti, il premio nobel Roubini. Il titolo del dibattito: “Is big governmente stifling the American spirit”, ovvero: lo statalismo sta affogando lo spirito americano? Il pubblico aveva una macchinetta per votare, prima e dopo il dibattito, per schierarsi con i relatori simpatizzanti per i Dem o i Rep, quattro in tutto, all’esito del quale Roubini dice: “Oh my God! Non posso crederci. Se qui, nel cuore di New York, la maggioranza crede che lo statalismo stia soffondando lo spirito americano, non voglio pensare cosa succederà alle elezioni”.
Su Il Foglio si parla dell’ultimo rapporto dell’Alto consiglio per l’integrazione, istituito alcuni anni fa in Francia: verrà presentato al primo ministro nei prossimi giorni e, secondo il quotidiano, ha lanciato un allarme sulla fine della laicité alla francese nelle scuole “ghetto”, per effetto della sovrabbondanza di studenti musulmani.
E poi
Su Il Foglio, intervista a Giuliano Amato, che parla delle fondazioni bancarie, di cui auspica una definitiva trasformazione in autentici organismi no profit. L’ex ministro, autore della legge del 1990 che istitutuì le fondazioni, le invita a lasciare le banche al mercato. Anche Orazio Carabini, sul Sole 24 Ore, interviene sull’argomento: è ora di ridiscutere ruolo e regole delle fondazioni, anche perché nelle vicende di Intesa San Paolo e di Unicredit sono emersi comportamenti ispirati da logiche politiche poco consone a banche.
Su La Repubblica, intervista al sindaco di Roma Alemanno: “Non è deciso se sarà il Cavaliere il nostro candidato premier nel 2013”, “Si dovrà scegliere anche il nome per il Quirinale. Se si vota ora è lui”.
Un sondaggio Ipsos per Ballarò sta scuotendo il Pd :al 24.2 per cento dele intenzioni di voto (Pdl al 29%, Sel di Vendola al 6%, Udc anche e Idv all’8,3%). Se ne parla su L’Unità, dando conto delle reazioni (Franceschini: ‘colpa delle divisioni’. Veltroniani all’attacco). Su La Repubblica: “Bufera sul Pd al 24%, il leader sdrammatizza, ma Veltroni dà l’allarme”.
(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)