Le aperture
Corriere della Sera: “Fiom dice no, Fiat va avanti. Niente firma su Pomigliano. L’ azienda convoca i sindacati”. “Tute blu Cgil contro l’accordo sullo stabilimento: è sciopero. Appello del governo a Epifani. Di Angelo Panebianco l’editoriale “Quella libertà che non piace. Il fascino retrò dei vincoli”. Raffaella Polato firma l’articolo “La fabbrica senza qualità”. A centro pagina “Fini frena, tensione nel Pdl. Berlusconi: niente ricatti. Intercettazioni. Il presidente della Camera: prima la manovra”. In prima “Il caso De Santis. L’umiliazione dell’imputato in manette”.
Sulla prima pagina de Il Corriere della Sera, un richiamo alla lunga intervista che il quotidiano ha realizzato con l’ex-presidente del Senato, ex-Ppi, Franco Marini: “Il Pd è quasi un monocolore”, dice Marini. E invita gli ex-popolari a “fare fronte”: si appella quindi a Letta, Franceschini, Bindi e Fioroni. Eppure Marini dice di non vedere il rischio di scissione, poiché la scelta di un partito riformista ha ragioni storiche.
La Repubblica titola in apertura: “Fiat Pomigliano, è rottura, la Fiom boccia l’accordo. I metalmeccanici della Cgil:’Impossibile firmare quel testo’. Sciopero di 8 ore il 25 giugno”. In prima l’intervista a Guglielmo Epifani “Marchionne ci ripensi, la fabbrica non è una caserma. Il protocollo va riscritto su malattia e scioperi”. A centro pagina “legge-bavaglio, Fini frena. Berlusconi: ora basta ricatti” “Intercettazioni di Fassino, i pm chiedono la testimonianza coatta di Ghedini”. In fondo “Il Caso” firmato da Michele Serra “Appalti, favori e amici, lo scandalo di Lunardi”.
La Stampa: “Pomigliano, la Fiom dice no” “’Non discutiamo di norme illegittime’. Epifani: ma non si può far saltare tutto” “Il sindacato delle tute blu conferma il sì ai 18 turni. Respinto il referendum. Attesa per oggi la firma delle altre sigle con Fiat”. Firmato da Luca Ricolfi “La manovra che punisce i virtuosi”. Di spalla Oliviero Toscani scrive: “Diamo lavoro alle Province”. In prima: “Fini: non c’è fretta. Berlusconi: un ricatto. Nuovo scontro sulle intercettazioni. Il presidente della Camera. Prima ci sono i ‘conti’”. L’analisi di Carlo Federico Grosso “Il vero obiettivo è il controllo dei pm”.
Il Giornale apre con l’immagine del calciatore De Rossi. Col Paraguay 1-1 d’incoraggiamento. A centro pagina “Soldi del Pd, non avete indagato. Giudice di Milano contro i pm. Il gip Panasiti scrive in uan sentenza che la Procura sottovalutò i dosier sui fondi esteri della Quercia. E dopo sei mesi il governo Prodi seppellì tutto con una legge ad hoc”. Due gli editoriali su “Il congedo (forzato) di paternità”, l’uno firmato da Giordano Bruno Guerri “Con il bebè per legge? Sacrosanto” e l’altro di Vittorio Feltri “Macchè: imposizione senza senso”.
Il Foglio “L’allarme spagnolo accelera l’adozione della ‘Merkel rule’ in Europa. La cancelliera impone le regole di ‘governo economico’, Sarkozy si adegua. Voci sul collasso di Madrid”. In prima su intercettazioni e manovra “Tra sospetti e minacce riprendono i negoziati di pace del Cav. con Fini. Riunione degli ambasciatori di Alfano e Ghedini con Bocchino e Augello, uno scambio di lettere d’intenti”.
Il Sole 24 ore:“su Pomigliano il no della Fiom. Pressing sul segretario Epifani per la firma – Marcegaglia: un sì per il Paese. Il piano Fiat. Per i metalmeccanici Cgil è impossibile sottoscrivere i testo dell’accordo perchè in violazione a contrattti e Costituzione” L’editoriale di Alberto Orioni “E’ per tutti il tempo di ragionare”. A centro pagina “Tesoro in Afghanistan. Scoperti giacimenti per 850 miliardi di euro”. In prima “Allarme liquidità in Spagna. Moody’s declassa la Grecia. Frattini: pronti al veto sul patto Ue – Bankitalia: debito record”. Sempre in prima “Confindustria: per favorire gli investimenti va prorogata a fine anno la Tremonti ter. Intesa unitaria (102 euro) per i calzaturieri”.
Fiat e Fiom
Corriere della Sera “Il comitato centrale della Fiom, sindacato dei metalmeccanici, ha respinto all’unanimità, ieri pomeriggio, la proposta ultimativa della Fiat di utilizzo e riorganizzazione dell’impianto di Pomigliano per la produzione della Panda, gia accettata da Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl”. La segreteria della Cgil dice sì all’accordo ma devono essere tolti dal tavolo della trattativa temi riguardanti i diritti individuali che non possono essere contrapposti al lavoro. I temi che riportano profili di illegittimità sono su sciopero e malattia. Sempre sul quotidiano milanese il ministro del lavoro Sacconi interviene sul caso Fiat “l’obiettivo è un federalismo normativo che risponda alle esigenze produttive”, ossia “arrivare a deroghe sostanziali allo Statuto dei lavoratori in base ad accordi sul territorio”. Il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia sostiene ci siano decine di aziende che, prendendo ad esempio la Fiat di Pomigliano, sono pronte a fare investimenti in cambio di flessibilità in deroga allo Statuto. In primo piano anche l’intervista al vicesegretario del Pd, Enrico Letta. Alla domanda sulla Fiom che ieri non ha sottoscritto l’accordo su Pomigliano egli spiega come “La Fiom si assume una grave responsabilità. Se l’accordo saltasse sarebbe una pessima notizia per l’Italia , per il Sud perchè Pomigliano in Campania non è sostituibile e 5 mila lavoratori non sono sostituibili”.
Il Riformista intervista il segretario nazionale della Fiom Giorgio Cremaschi, che accusa la Fiat di stravolgere il contratto nazionale sul caso di Pomigliano D’Arco. Quali diritti verranno intaccati? “Innanzitutto quelli che riguardano l’orario di lavoro. Il contratto nazionale prevede che i lavoratori siano sottoposti a un massimo di quaranta ore di straordinario obbligatorio. Invece con l’accordo proposto dalla Fiat si arriva fino a centoventi ore di straordinario che viene imposto anche in sostituzione della mensa”. Cremaschi accusa anche la Fiat di voler declassare i lavoratori: si tratta precisamente di “demansionamento”, perché “in pratica un operaio addetto ad un certo servizio può essere spostato ad un altro lavoro senza il suo consenso”. Sulle sanzioni all’assenteismo: “La Fiat vuole abolire un diritto storico. La legge prevede che in caso di assenteismo per malattia di un lavoratore, i primi tre giorni sono a carico dell’azienda, i successivi vengono integrati con un indennizzo dell’Inps. Oggi la Fiat vuole abolire i tre giorni a carico se si riscontra un alto tasso medio di assenteismo aziendale. Eppure ci sono strumenti contrattuali per colpire gli assenteisti: l’assenteista può essere licenziato se non si reca a lavoro senza un motivo valido”.
La Repubblica intervista il segretario Cgil Epifani, che dice: “I 18 turni non sono una novità. in molte fabbriche si lavora 24 ore su 24 per sette giorni”. Sull’assentesimo “la Cgil è assolutamente disponibile a trovare soluzioni per un assenteismo che a Pomigliano a tratti ha assunto caratteristiche intollerabili”. Ma su malattia e sciopero la proposta Fiat non convince Epifani, che ricorda il parere negativo di giuristi consultati dal sindacato (“ci dicono che, senza chiarimenti e correzioni, quelle clausole appaiono illegittime o addirittura incostituzionali”).
Su La Stampa il retroscena firmato da Roberto Giovannini evidenzia la posizione del leader della Cgil Gugliemo Epifani che sostiene sarebbe un disastro se l’accordo non andasse a buon fine. Epifani prende posizione e al segretario della Fiom Maurizio Landini, in carica dal primo giugno di quest’anno, dice chiaramente di essersi spinto troppo in là “Non potete permettervi di far saltare l’accordo. Voi della Fiom avete sempre detto che il voto dei lavoratori è sacro. Se vince il sì che cosa fate?”.Ancora “L’accordo tra la Fiat e gli altri ci sarà -dice Epifani- l’investimento si farà”.
Manette
“Ma è davvero necessario che un imputato in attesa di giudizio venga condotto in Tribunale ammanettato?”: se lo chiede, sulla prima pagina de La Repubblica, Miriam Mafai, in riferimento al caso dell’ex-provveditore alle Opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis. E continua: “C’è, in questa esibizione qualcosa che turba anche noi, che non possiamo certo essere accusati di simpatia o di indulgenza verso gli uomini del ‘sistema’ di cui anche De Santis faceva parte”. La Mafai ricorda peraltro che, quali che siano i reati da lui commessi, è certo che non li può reiterare ed è altrettanto certo che non può fuggire. Pone quindi il problema delle condizioni richieste dalla legge per la custodia cautelare. Se ne occupa, sulla prima del Corriere, anche Pierluigi Battista, con un commento dal titolo “L’umiliazione dell’imputato in manette”. Va detto che ieri il Garante della privacy, sollecitato dall’avvocato difensore di De Santis, ha invitato i media a non pubblicare e non mandare in onda le immagini: “I media si astengano dal diffondere riprese e fotografie di persone in manette”, ha ricordato. La Repubblica ricorda che esiste già dal 1999 una norma del codice di procedura penale che vieta la pubblicazione di immagini di persone ammanettate. Il Foglio, in un editoriale, scrive: “Fabio De Santis sarebbe uno della ‘cricca’. L’espressione giornalistica, di sapore infamante, è l’elemento d’accusa più rilevante, se possiamo dir così, che fino ad ora lo riguardi (nonostante due anni di intercettazioni senza limiti e 21 mila pagine di tri trascritti)”.
Il Fatto, rubrica Telecomando: “però oggettivamente queste stesse manette ai polsi di ‘presunti’ camorristi, di ragazzini accusati di spaccio (spesso con salite forzose in auto, mani di poliziotti sulla testa), se ne vedono ogni minuto: ci sono manette di serie A e manette di serie B?”.
Disastri ecologici
Il presidente Usa Obama è tornato per la quarta volta nel Golfo del Messico, e ha fatto dichiarazioni che fanno discutere: “La marea nera come l’11 settembre”. Ne parla La Repubblica riferendo delle polemiche dei parenti delle vittime delle Torri Gemelle.
Se ne occupa anche Il Foglio, ricordando che oggi Obama terrà in orario prime time un discorso in cui farà il punto sulla crisi della Marea Nera: “con l’aggravarsi del disastro naturale, economico e politico, i toni di Obama si sono fatti via via più drammatici” e il paragone con l’11 settembre “dà l’idea di quanto Obama stia alzando la posta in gioco, operazione politicamente rischiosa con la quale il Presidente cerca in un colpo solo di additare i responsabili del disastro e mettere ordine negli schieramenti politici che sono in preda a una sindrome da corto circuito tipica delle crisi più gravi”.
Dei disastri naturali ed ecologici, considerati “l’imprevedibile che mette a dura prova la politica” si occupa Nadia Urbinati su La Repubblica. Ma si chiede: “è proprio corretto parlare di imponderabile e imprevedibile?”. E cita gli interventi del teorico della Terza via Anthony Giddens, che propone esplicitamente di “assicurare i poveri o i disastrati del mutamento climatico come si assicura la vecchiaia o la malattia. Questa sarebbe la nuova frontiera dell’utopia pragmatica: inserire l’ambiente e l’ecologia tra gli obiettivi dell’equità, come la salute o l’educazione. Fare dell’ecologia ad un tempo un progetto di giustizia sociale e un progetto di innovazione tecnologica la servizio del benessere generale”.
Vertice franco-tedesco
Il vertice franco-tedesco tenutosi ieri a Berlino sembrava volesse “ostentare unità d’intenti strategica tra Berlino e Parigi, sempre più simili a una coppia in crisi” ma si è scatenata anche una tensione tra Spagna e la Repubblica Federale Tedesca. La Repubblica evidenzia i tre punti del vertice. “Primo: rafforzare il patto di stabilità europeo. Secondo (concessione francese ai tedeschi) introdurre il diritto di voto nel Consiglio europeo ai Paesi lassisti. Terzo, ma non ultimo, chiedere al prossimo G20 (il vertice dei venti paesi più ricchi) il varo di una tassa mondiale sulle transazioni finanziarie e gli introiti delle banche”. Spiega il quotidiano romano che la polemica con la Spagna nasce da una ‘gaffe’ della cancelliera tedesca Angela Merkel che dichiara come anche la Spagna possa usufruire dei fondi salva-euro, come a dire che sarà la prossima Grecia. Da giorni infatti Financial Times Deutschland, Frankfurter Allgemeine Zeitung e altri media dipingono la penisola iberica come la prossima Grecia. Immediata la smentita dal governo spagnolo “non abbiamo chiesto nessun aiuto e non ci pensiamo nemmeno”. La Commissione europea interviene sostenendo come queste siano “Pure speculazioni, il rischio non esiste”.
Dal Corriere della Sera, secondo il quotidiano tedesco il presidente della Commisione Josè Manuel Barroso e il presidente della Bce Trichet sono preoccupati per le difficoltà delle banche spagnole che “dallo scoppio della bolla immobiliare le banche spagnole hanno perso 43 miliardi ma dovrebbero effettuare altre svalutazioni per circa 120 miliardi”.
E poi.
La Repubblica intervista il leader socialista belga Elio Di Rupo, probabile primo ministro, che dice: “Il Paese non si dissolverà, ma ora facciamo le riforme”.
Il Riformista torna sull’incontro Berlusconi-Gheddafi in occasione della ‘mediazione’ del Cavaliere per la liberazione dell’imprenditore svizzero Goeldi e scrive che nelle due ore di incontro il nostro presidente del Consiglio ha dovuto anche “rabbonire” il Colonnello libico: da mesi, infatti, le autorità libiche sostengono che alle generose promesse non corrisponde un grande entusiamso degli imprenditori invitati ad investire in Libia, che considerano ancora un Paese a rischio. L’accordo siglato dai due Paesi prevede un indennizzo per il nostro passato colonialista: 5 miliardi di dollari in 20 anni per costruire infrastrutture come l’autostrata Egitto-Tunisia che attraverserà la Libia. Ma la cifra venne ottenuta con una legge ad hoc che metteva sulle spalle dell’Eni un’addizionale Ires da 250 milioni l’anno. Ma la società petrolifera ha presentato ricorso. L’autostrada per ora non si fa.
Il Fatto dedica una pagina al desiderio di Berlusconi di acquistare un Caravaggio: pare si tratti delle “Conversione di Saulo”, di proprietà della famiglia Odescalchi di Roma. Il pezzo “è particolarmente prezioso -scrive il quotidiano- perché svela la rivoluzione strutturale e iconografica che marcherà a fuoco anche l’interpretazione della religione di Caravaggio, con un taglio centrifugo che ritrae su un unico piano una serie di azioni riprese in simultanea e toccate dalla luce solo nei punti più strategici”.
“Un voucher dalle pensioni rosa”: così è intitolato il commento di Emma Bonino pubblicato da Il Sole 24 Ore e dedicato all’equiparazione uomo-donna dell’età pensionabile. I risparmi derivanti dall’innalzamento dell’età del ritiro delle donne potrebbero tradursi in bonus per i servizi, alleviando il lavoro di cura
La Repubblica, Nelle pagine dedicate alla Cultura: “La Nazione senza. Com’è difficile celebrare l’unità d’Italia”.“La tesi pessimista del nuovo saggio dello storico Gentile sull’anniversario dei 150 anni. Nel tempo il senso dello Stato e quello dell’identità del Paese sono stati smarriti”.
(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)