Le aperture
La Repubblica: “Aborto, l’asse Chiesa-Lega. I neogovernatori: bloccheremo la pillola. Monsignor Fisichella: ‘Bravi’. Bersani: si credono imperatori ma non lo sono”. “Cota e Zaia contro la Ru486. Il Papa: disobbedite alle leggi ingiuste”. A centro pagina: “Legge sul lavoro, ecco come cambierà. Berlusconi da Napolitano: il mio piano sulle riforme”.
La Stampa: “Lega, no alla pillola dell’aborto. Zaia: ‘Mai negli ospedali veneti’. Il Papa: ‘I cattolici non accettino leggi ingiuste”. Secondo il quotidiano sarebbero “più prudenti” i presidenti di Lombardia e Lazio. L’editoriale di Marcello Sorgi è titolato “Interruzione di servizio pubblico” ed è riferito alle dichiarazioni dei due governatori, “in qualche modo illegittime” perché mirano a non applicare una legge dello Stato.
Il Foglio: “Dalla pillola ai valori, Zaia raddoppia Cota: ‘Voglio seguire il Papa’. Il neogovernatore del Veneto spiega la nuova cordiale intesa tra la Lega e il Vaticano”. Sulla politica internazionale: lady Ashton è già chiusa nella gabbia del servizio diplomatico europeo. Decine di miliardi di Euro e ‘4 cappelli’ per la capa della diplomazia dell’UE. E’ iniziata la corsa ai posti”.Ancora sulla prima pagina una analisi dedicata a come l’industria della difesa italiana “dribbla la recessione”. I sauditi sono i migliori clienti, seguono Germania, Usa e Regno Unito.
Il Riformista: “La Lega cattolica”, “Mai la pillola abortiva nelle nostre regioni”. “L’annuncio (difficilmente realizzabile) dei due governatori verdi arriva lo stesso giorno in cui Il Giornale attacca i vescovi sulla pedofilia”. La foto in prima pagina è dedicata a Roberto Cota: “Il padano tranquillo”, che ha firmato un patto per la vita e la famiglia con i cattolici nel quale ha sottoscritto la parola “accoglienza” nei confronti degli immigrati”.
Il Giornale: “Silvio discute con tutti su Facebook. Per la prima volta il presidente del consiglio si rivolge agli italiani sulla pagina web de Il Giornale: ‘Faremo le riforme e vi chiederemo idee e pareri’. E’ il predellino moderno da cui lanciare una nuova stagione politica”. L’editoriale di Marcello Veneziani: “E adesso Berlusconi punti a Quirinale”.
Foto in prima pagina per il ministro Calderoli che, intervistato dal quotidiano, dice: “La Lega è il salvavita del Cavaliere”. Il Giornale si occupa poi anche di pedofilia, con una intervista: “Un prete molestò mia figlia: l’hanno coperto”. Il signor G., intervistato, dice di aver denunciato il prete, ma “i salesiani mi hanno fatto terra bruciata intorno”.
Il Corriere della Sera: “Benzina, il prezzo dello scandalo. Il governo non esclude un decreto per abbattere il divario tra Italia e Paesi europei. Supera quota 1,4 al litro. In un anno 10 euro in più per il pieno”. A centro pagina le notizie sulla pillola Ru486: “La Lega contro la pillola abortiva. Elogio del Vaticano: atti concreti”. Al triennio di Bossi e Berlusconi è dedicato l’editoriale in prima pagina di Giovanni Sartori, dal titolo “Uno scenario complicato”.
Il Sole 24 Ore: “Allarme materie prime. Dai metalli agli alimentari, l’inflazione importata pesa sulla ripresa. Nuova raffica di rincari per le commodities: petrolio sopra 85 dollari, rame e nickel ai massimi dal 2008”. L’editoriale è firmato da due economisti, Guido Tabellini e Giorgio Barba Navaretti: “Cure urgenti per l’Italia che non sa più crescere”. A centro pagina si parla di sanità regionale: “Campania, Lazio e Calabria rinegoziano i piani” di rientro dal deficit.
Lega, Chiesa, pillola
Stefania Prestigiacomo, intervistata da La Repubblica, dice: “La campagna elettorale è finita, i governatori rispettino la legge”, “la Ru486 è una pillola abortiva e va data in ospedale, ma nessuna regione può vietare ciò che è concesso dalla legge”.
Il Corriere della Sera mette a confronto due giuristi: Amedeo Santosuosso dice che l’annuncio di bloccare la Ru486 nelle regioni guidate da Cota e Zaia non sarebbe legittimo perché “il potere politico ha dei limiti rispetto all’atto medico deciso con il cittadino che ha bisogno di una cura o di un intervento medico. Lo ha stabilito la Consulta (sentenza 151 del 2009) definendo incostituzionale la legge 40 sulla fecondazione artificiale (là dove imponeva ai medici di seguire determinate procedure)”. Nicolò Zanon, dice invece che le regioni hanno anche loro dei poteri in materia di sanità, poiché possono intervenire per esempio sulle Asl. Sullo stesso quotidiano ci si sofferma sui rapporti tra il Carroccio e la Santa Sede, con il riconoscimento da parte vaticana del loro radicamento, analogo a quello della Dc. Si descrive quindi la svolta nelle relazioni e il percorso, dalle polemiche sui clandestini agli elogi di Bertone. Il tema viene relegato da Il Giornale a pagina 15, e in un retroscena si scrive che “il Carroccio si scopre balena bianca”.La Stampa scrive che però “il Pdl sceglie la prudenza”, spiegando che gli altri governatori sono attestati sulla linea “tutelare la vita senza violare la legge”.
Sul Sole 24 Ore, in una analisi di Stefano Folli, scrive che il primo nodo del premier è mostrare che non è la Lega a guidare il gioco: i due “neofiti” (riferimento a Cota e Zaia) “hanno corretto la linea . Senza concordare la novità con l’alleato berlusconiano e senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. E’ possibile che si tratti solo di un fuoco di paglia mediatico, o di un modo per ringraziare la chiesa del sostegno ricevuto. Ma in ogni caso si dimostra che la Lega marcia con i suoi ritmi, e secondo le sue proprie logiche. Sempre e comunque”.
Alla “nuova strategia cattolico-padana” è dedicata anche la riflessione di Massimo Franco sul Corriere della Sera: “si tratta di un asse impostato e rinsaldato da mesi, coltivato da Bossi e il suo partito cancellando i ricordi del paganesimo leghista: “E la chiesa cattolica da tempo osserva compiaciuta questa conversione, perché è a caccia di sponde politiche che sostengano la sua agenda. “L’iniziativa dei due neogovernatori leghisti sembra aprire una seconda fase della “strategia cristiana della Lega: un abattaglia sui ‘valori’, giocata di nuovo nel centrodestra”, “ma rivolta anche ad insidiare le sacche cattoliche residue nell’opposizione”. Bossi cerca di “piegare le posizioni della Cei alle priorità kleghiste in materia di lotta alla diffusione dell’islamismo” o all’immigrazione clandestina, in competizione tanto con il Pdl che con il centrosinistra
Esteri
Su La Repubblica si parla della apertura della Cina a Obama: Pechino sarebbe pronta a discutere delle sanzioni all’Iran e Hu Jintao sarà al vertice sulla sicurezza nucleare e il terrorismo, che si terrà a Washington ad aprile. Al tema è dedicato anche l’articolo di Federico Rampini.
Se ne occupa anche Il Sole 24 Ore: “Cina e Usa più vicine su Teheran. Pechino parteciperà ai negoziati Onu sulle sanzioni. L’apertura potrebbe avere come contropartita un atteggiamento più morbido sullo yuan da parte dell’Amministrazione Obama”. A Pechino, fa sapere il quotidiano, sbarca il capo negoziatore del programma atomico iraniano.
Una riflessione sul fenomeno delle donne kamikaze viene pubblicata dal Sole 24 Ore, all’indomani della strage a Mosca: “La guerra delle fidanzate di Allah”, è il titolo di questo intervento, in cui si sottolinea che le donne hanno più facilità di azione e grande impatto mediatico. Le martiri di Baghdad sono le più numerose, ma prima e dopo di loro si sono fatte esplodere palestinesi, tamil e cecene. Bernard-Henri Lévy, sul Corriere, commenta le tensioni tra Washington e Israele: “Usa amici di Israele finché c’è Obama. Ma l’alleanza non è un dogma eterno”.
Il Sole 24 Ore fa sapere che il presidente afghano Karzai ha accusato di brogli Onu e Unione Europa, rispedendo al mittente i sospetti di frodi nutriti ai tempi delle elezioni presidenziali e provinciali. L’affondo del capo dello stato è arrivato dopo che il Parlamento ha bocciato una sua riforma elettorale che avrebbe tolto poteri alle Nazioni Unite. Il Corriere della Sera ricorda che a settembre sono i programma le elezioni parlamentari, riferisce che Karzai ha contestato il ruolo degli osservatori stranieri nel voto, riporta le dichiarazioni dell’ambasciatore italiano Ettore Sequi, secondo cui Karzai si sente accerchiato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso – scrive Cremonesi – è stato il voto del parlamento di Kabul, che nelle ultime ore ha bocciato il tentativo di Karzai di ridurre il ruolo degli osservatori stranieri alle elezioni parlamentari previste per settembre.
Esce con Il Riformista il mensile l’Interprete internazionale: da segnalare un intervento di Piero Fassino sulle elezioni in Birmania, e una attenzione particolare ad un possibile nuovo blitz Usa in Somalia.
Il quotidiano arancione torna alla campagna elettorale in Gran Bretagna e parla di un Brown “conservatore” che invita gli immigrati ad onorare “tutti i valori britannici”: il premier teme l’uscita dell’elettorato working class verso gli xenofobi del British national party, e a un mese dal voto simpatizza con l’inquietudine popolare, bastonando le risposte che dà l’estrema destra. Ha detto ieri Brown: “per quegli immigrati che pensano di poter venire qui senza dare un contributo, senza rispettare i nostri stili di vita, senza onorare quei valori che fanno della Gran Bretagna quello che è, ho un solo messaggio: non siete i benvenuti”.
E poi
Su La Repubblica si dà conto dell’appello al leader maximo di Cuba Fidel Castro firmato da alcunii intellettuali cubani, che ha portato alla frattura dentro l’Uneac, l’unione degli scrittori e artisti, storica associazione di scrittori rivoluzionari. A questo è dedicato il commento di Carlos Franqui (“impossibile sotto Fidel, segno che Raul è debole”)
Su Il Foglio un articolo del biografo americano di Papa Benedetto XVI George Weigel: “Le balle degli altri. Ecco parole e numeri che la Chiesa dovrebbe utilizzare per smontare gli attacchi della stampa contro il Vaticano”. Benedetto Xvi vuole affrontare il problema del malgoverno episcopale e degli abusi nei termini più severi, chissà perché in pochi lo ricordano”.
Su R2 La Repubblica attenzione per quello che viene definito “il censimento dei record”: ci si riferisce a quello indiano, che riguarda 1 miliardo e 200 mila persone. E’ l’operazione più grande del mondo per popolazione coinvolta e per durata: ci vorranno 11 mesi. Per legge chi ha più di 15 anni avrà una carta di identità: servirà a calcolare le quote riservate ai ceti deboli in scuole e lavori pubblici. Domande anche su conti bancari e reddito, a fine di disegnare una mappa del benessere emerso negli ultimi anni. Due pagine su questo anche su La Stampa: “Il censimento di Babele, l’India dei record si conta”, “nel subcontinente dove l’avanguardia tecnologica si mescola alla povertà atavica. Al via la più grande raccolta di dati biometrici della storia, i risultati a metà 2011”.
(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)