La Rassegna Stampa: Dopo il terremoto, la rabbia

Le aperture

La Stampa: “In piazza l’ira dei terremotati”, “Scontri con la polizia. Il governo concede 10 anni per pagare le tasse”, “I manifestanti dell’Aquila protestano sotto casa del premier. Il questore di Roma: tafferugli provocati dagli antagonisti”. In taglio basso: “Berlusconi vedrà le Regioni”, “Ma i tagli non si discutono”. E poi: “Manovra, doppia fiducia. Stangata sulle assicurazioni”. E sotto la testata: “Intercettazioni. Il Pdl apre ai cambiamenti. Frattini: il testo non è una Bibbia”.

La Repubblica: “La rabbia dei terremotati, incidenti e feriti a Roma”, “Dall’Aquila 5mila nella capitale. Fischi ai politici e assedio a Palazzo Grazioli. Ci trattano come black bloc”. In taglio basso: “Manovra, fiducia anche alla Camera”, “Scontro sui tagli, Berlusconi vedrà le Regioni. Processi civili, gli ‘ausiliari’ al posto dei giudici”. Un richiamo in prima per lo sciopero della stampa di domani: “Giornali in sciopero per difendere la libertà di informare”, “Legge-bavaglio, il Pdl tratta sugli emendamenti”. Un editoriale non firmato e quindi attribuibile alla direzione, spiega “Il senso del silenzio”.

Il Giornale: “Assalto a casa Berlusconi”, “Usano persino i terremotati”, “La sinistra prende 5mila abruzzesi come scudi umani e li manda a scontrarsi con la polizia”, “Botte pure alla Camera: il dipietrista Barbato va ko”. In prima: “Napolitano ci attacca”. Si riproduce la nota con cui il Quirinale ieri ha stigmatizzato la campagna de Il Fatto, subito ripresa da Il Giornale, sulla presentazione di un emendamento firmato da due senatori Pd (Ceccanti e Casson) per ottenere nel Lodo Alfano uno scudo per la Presidenza della Repubblica. Perché c’è bisogno di coprire Napolitano? Se lo chiedeva ieri il vicedirettore de Il Giornale Sallusti. Oggi è il direttore Feltri a rispondere al capo dello Stato: “Ha sbagliato indirizzo: si rivolga ai compagni”. Ovvero ai due senatori presentatori della proposta.

Il Corriere della Sera apre con un’intervista al presidente Usa: “Obama: la Turchia a pieno titolo in Europa”, “Con Napolitano e Berlusconi rapporto forte, straordinaria l’Italia in Afghanistan”. A centro pagina: “Cifre della manovra intoccabili”. E’ il senso di una nota congiunta del Presidente del Consiglio e del ministro Tremonti. E poi: “Domani incontro con le Regioni”, “Tassa sulle compagnie di assicurazione, tredicesime salve. Il Cavaliere ai suoi: non considerate più Fini”. Sullo sciopero della stampa un commento di Fiorenza Sarzanini, cronista del quotidiano che ha seguito costantemente le vicende giudiziarie più rilevanti degli ultimi anni, con particolare attenzione alle inchieste sulla Sanità pugliese e sui grandi appalti-G8: “Una libertà che è di tutti” è il titolo. Sulle manifestazioni ieri a Roma: “Gli aquilani a Roma: proteste in piazza con scontri e feriti”. E un commento: “Non doveva accadere”.

Il Fatto quotidiano: “Il governo dei picchiatori”. E spiega: “I terremotati bastonati a Roma dalla polizia. L’Aquila muore, le bugie di Berlusconi non reggono più. Rissa anche alla Camera, i Pdl perde la testa”. In taglio basso, ancora gli strascichi della polemica sul Quirinale e ancora un editoriale del direttore Padellaro: “Il Quirinale sbaglia bersaglio”, “Scudo per Napolitano, il Colle accusa il Fatto di ‘ambiguità’, invece di prendersela con il Pd”. In prima anche un richiamo allo sciopero dei giornalisti: Il Fatto -ricorda il direttore- avrebbe voluto, su proposta di Marco Travaglio, essere in edicola listato a lutto ed offrire ai lettori le intercettazioni e i verbali che le nuove leggi impedirebbero di pubblicare. Ma la proposta è arrivata troppo tardi -spiega Padellaro- e quindi il quotidiano aderisce allo sciopero “non per convinzione” ma “per necessità”, ovvero per non rompere il fronte. “Per senso di responsabilità” uscirà anche La Stampa, come spiega il direttore Calabresi, anche se resta convinto che nel momento in cui il presidente del Consiglio invita a scioperare contro i giornali non comprandoli, “la scelta migliore da fare fosse quella di continuare a far sentire la propria voce”.

Il Riformista: “Finisce a botte”. E la foto del ragazzo aquilano picchiato, con la faccia insanguinata, sotto il titolo: “Il cacciatore di aquilani”. E’ stata una “Giornata di scontri” anche perché alla Camera è stato raggiunto da un pugno (arrivato dal fronte Pdl) il deputato dell’Italia dei Valori Barbato, effigiato in una foto in prima sotto il titolo “L’uomo dall’occhio nero”. Si discuteva il disegno di legge della ministra Meloni, che prevede finanziamenti alle comunità giovanili. Barbato dice in aula che si stanno finanziando non le politiche di sostegno ai giovani, ma la corrente della ministra stessa. Ed è stata subito rissa. In prima il direttore Polito spiega perché domani il giornale sarà in edicola. Nell’editoriale si legge, tra l’altro, che quella concezione del bene pubblico (rivendicata dai giornalisti, ndr) “che intende le intercettazioni come strumento di moralizzazione e di controllo prima ancora che come strumento di repressione dei reati”, “mi spaventa e mi angoscia”, perché “ogni frammento di libertà che cediamo prima o poi ci verrà ritorto contro”.

A centro pagina, lo scandalo per finanziamenti illeciti che ha colpito il presidente francese: “Anche Sarkozy ha il suo Anemone”, “Trovato il documento che prova lo scandalo”.

Il Sole 24 Ore: “Più tasse sulle assicurazioni”, “Colpite le variazioni delle riserve. Le aziende compenseranno debiti fiscali e crediti con la Pubblica Amministrazione”. E poi: “Nei tribunali civili corsie preferenziali e ausiliari contro gli arretrati”. In prima anche il quotidiano di Confindustria ha una grande foto degli scontri a Roma tra gli aquilani e le forze di polizia.

Il Foglio si muove tra Londra, Parigi e Berlino e titola: “Coabitazioni, scandali e rivolte. Quanto litigano le destre d’Europa”. E spiega: “Cameron apre alla riforma elettorale e scatena l’ira dei Tory. Merkel deve minacciare i suoi con la voce grossa”. E poi: “L’assedio all’Eliseo”. Questione che viene affrontata in un articolo a parte: “Sarkozy moltiplica le riunioni per arginare il “Woerthgate” e far passare il messaggio: così fan tutti”. Woerth è l’attuale ministro del Lavoro, ma è stato anche il tesoriere dell’Ump, il partito del presidente.

Sulla politica italiana: “perché il Cav. accoglierà i governatori con una tenue linea tremontiana”, “Domani l’incontro, ma i tagli sono confermati e i saldi intangibili. Lo scontro Formigoni-Tremonti”. Dove si analizza quindi, oltre alla diatriba governo-Regioni, quel fronte tutto interno al centrodestra, che vede contrapposti il ministro dell’Economia e il governatore della Lombardia su due fronti: i rapporti con il Cav. e quelli con la Lega.

Libero: “I terremotati no global”, “Contro Silvio vale tutto. Infiltrati nel corteo degli aquilani provocano la polizia. Finisce a manganellate, come sperava chi punta sui disordini di piazza per abbattere il Cav.”. A centro pagina una caricatura del Presidente della Regione Lombardia Formigoni, che il quotidiano ha intervistato e che dice: “Usano dati falsi per toglierci soldi”. Tre analisi di fianco: “Per Roma 50 milioni, il Nord si ribella”, “D’accordo l’asse con Tremonti, ma la Lega non può accettarlo”, “La Capitale va salvata dal crac. Il centrodestra si gioca la faccia”. In taglio basso: “La Rai non paga mai: saltano i tagli annunciati”. E un riferimento all’esito della riunione dei vertici Pdl ieri: “Berlusconi commissaria le correnti”. E una frase del Cavaliere tra virgolette: “E Gianfranco non esiste più”.

(Da segnalare, invece, un titolo de La Stampa per un articolo di Marcello Sorgi: “Nasce la corrente tutta rosa del Pdl col sì del Cavaliere”, “Guidata dalle ministre Carfagna, Prestigiacomo e Gelmini, sta già suscitando tensioni nel partito”).

Quirinale

Una dettagliata ricostruzione della genesi della nota del Quirinale si trova a firma di Marzio Breda sul Corriere della Sera. Il Presidente non ha “nessun motivo, né personale, né istituzionale, per sollecitare innovazioni alla normativa vigente, quale è sancita dalla Costituzione, sulle prerogative del capo dello Stato”, recitava la nota diffusa ieri in risposta a chi insinuava che il Colle fosse l’ispiratore degli emendamenti. Il quirinalista sottolinea che “al Quirinale respingono ipotesi di complotto e non vogliono parlare di assedio o tensioni, ma resta che l’incontro tra Napolitano e Berlusconi (ieri, al Consiglio Supremo di Difesa, ndr) , che avrebbe potuto essere occasione di un confronto sull’agenda del governo, si è invece paralizzato su questa faccenda”.

Il Riformista: “Bilancio di un finto inciucio. Così la ditta Travaglio-Feltri s’inventò un caso Quirinale”. E si spiega: “L’emendamento di alcuni senatori del Pd per migliorare il Lodo Alfano, che non significa ovviamente condividerlo, viene spacciato dal “Fatto” per alto tradimento. Gli autori Ceccanti e Casson lo ritirano e si piegano alla logica di chi vuole che l’opposizione in Parlamento si limiti ad occupare il banco, in tutti i sensi. Il Giornale, grazie alla copertura a sinistra, può finalmente attaccare senza remore Napolitano. Si chiude così un cerchio costruito sul nulla”.

E poi

Il filosofo francese Bernard Henri-Lévy firma un’analisi che compare sul Corriere sotto il titolo: “Se il mondo arabo e Israele si alleano contro Ahmadinejad”.

Su La Stampa, ma alle pagine di economia, la notizia della multa alla nostra Eni di 365 milioni per il gas della Nigeria: la Sec americana (un po’ la nostra Consob) ha punito un episofio di corruzione degli anni ’90. Il governo nigeriano aggiudicò un contratto per la costruzione di un impianto di liquefazione del gas ad un consorzio di aziende capeggiato dall’americana Halliburton (sì, quella di cui si parlò molto negli anni dell’Amministrazione Bush), cui partecipò l’Eni attraverso la Snamprogetti.

L’inserto R2 de La Repubblica racconta una giornata nel tribunale militare di Guantanamo: dove il factotum di Bin Laden, Ibrahim Al Qosi, ha deciso di dichiararsi colpevole di complotto contro l’America. Così otterrà uno sconto di pena. E darà ad Obama una vittoria politica.

(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)

Vitalba Paesano: Interessata al web fin dal 1996, quando di Internet si occupavano solo gli ingegneri, sostiene da sempre l'importanza dell'interattività come misura di qualità di vita per il mondo senior. Per questo ha fondato www.grey-panthers.it, testata giornalistica online, ad aggiornamento quotidiano, dove tutto, articoli, rubriche, informazione, è a misura di over50
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