Le aperture
Il Corriere della Sera: “Graduale ripresa dei voli”. “Accordo tra i ministri Ue. In Italia una giornata di caos. Gli scali del Nord aperti ieri mattina e subito richiusi. Londra: allarme per una nuova nube”. A centro pagina: “La Gelmini: dal 2011 professori ‘regionali’. Apertura sulle graduatorie legate alla residenza”. L’editoriale, firmato da Massimo Mucchetti, si sofferma sulla riforma delle pensioni.
La Repubblica: “Nube sull’Italia, i voli ripartono. Oggi graduale riapertura degli aeroporti. Ma è allarme per una nuova eruzione. Il Cnr: entro 24 ore le polveri copriranno la penisola. Bruxelles studia aiuti per le compagnie. Caccia Nato danneggiato dalla cenere in quota”. A centro pagina: “Goldman, si indaga su altre banche. Giù le Borse. Ancora tensioni sui titoli della Grecia”. Si racconta che lo scandalo della Goldman Sachs, su cui la Sec americana ha aperto una inchiesta, rischia di estendersi anche ad altri istituti di credito. “Predicatori in mocassini” è il titolo di un commento del premio Nobel Paul Krugman.
In evidenza un ritratto di Nick Clegg, il leader dei Lib-Dem britannici. “Clegg, il re in una notte che vuole l’Inghilterra”.
Il Messaggero: “La nube arriva in Italia. Le polveri del vulcano islandese già in Toscana. Gli scienziati: nessun rischio. Aeroporti nel caos, ma in Europa si torna gradualmente a volare”. In prima anche un articolo firmato da Carlo Azeglio Ciampi: “L’unità nazionale fondamento di riforme vere. Banco di prova per i partiti”. A centro pagina le motivazioni con cui la Cassazione ha deciso di non scarcerare uno dei carabinieri coinvolti nella sua vicenda: “Marrazzo vittima di un tranello. L’ex governatore: ‘Su di me tante falsità, ho sbagliato solo come uomo’”.
A fondo pagina, sulle divisioni nel Pdl: “Berlusconi: l’intesa non dipende da me. Fini: voglio garanzie di linea politica”.
Il Sole 24 Ore: “L’Europa ricomincia a volare. Dalle 8 di oggi anche in Italia riapertura degli aeroporti. Il blocco costerà 125 milioni al nostro sistema. Intesa Ue, ritorno graduale dei collegamenti. Da giovedì traffico regolare”. In prima anche le notizie della politica (“Fini chiama a raccolta i suoi parlamentari. Berlusconi: dialogo”).
Il Riformista scrive che “oggi Fini fa la conta dei fedelissimi” e titola in prima: “Boia chi molla”, “Le truppe senza i colonnelli. Il Presidente della Camera prova a resuscitare la vecchia an e riunisce ‘i suoi’. Voci di telefonate dal Pdl a deputati e senatori: ‘Occhio al seggio’”.
Il Foglio: “Contrordine, ora sono i colonnelli a spingere Fini alla porta del Pdl. Ricorsi storici. Il presidente della Camera prepara il documento di dissenso costruttivo. Il Cav diffida di minoranze interne”.
Libero: “Fini si abbandona alla corrente”, titola il quotidiano parlando di “un leader alla deriva”, “la ribellione fa acqua, Gianfranco non ha né i numeri né gli uomini per andare da solo e si rassegna a restare nel Pdl. Berlusconi gli assesta un’altra mazzata: ‘Bossi è il mio unico alleato’”.
La Stampa: “Cambiano le regole, si vola. Atterraggio d’emergenza per un low cost in Norvegia. Domani la massima estensione della nube nel nostro Paese. La Ue divide lo spazio aereo in zone: alle 8 riaprono i primi scali”. A centro pagina l’Afghanistan, “ospedale vietato ai tre volontari di Emergency. L’ultima polemica: rientrano con un volo civile. Crosetto: poco rispetto”.
Il Giornale: “Non ringraziano chi gli salva la pelle. Il caso di Emergency e non solo. I tre operatori sanitari rifiutano il volo di Stato. Si ripete il copione già visto con Giuliana Sgrena e le due Simone: freddezza e sgarbi nei confronti del governo che li ha tirati fuori dai guai a caro prezzo, comprensione per i tagliagole”. A centro pagina: “Un’altra inchiesta fa tremare il Palazzo. Magistrati eccellenti e politici di primo piano nel faldone aperto dai Pm di Roma”. “Spuntano nuove intercettazioni”.
Politica
Il Foglio dedica una intera pagina ad An e al suo leader Gianfranco Fini: “Non vogliamo i colonnelli, Fini è nato e cresciuto con loro, ma per diventare grande ha dovuto abbandonarli”. Si tratta di un estratto del libro di Salvatore Merlo (“La conversione di Fini”), dove si sottolinea tra l’altro che oggi sono pochissimi i dirigenti di Forza Italia sopravvissuti alla discesa in campo del 1994; per An è accaduto l’esatto contrario.
Su La Stampa si raccontano i “finiani divisi”, scrivendo che nasce un correntone ex An contro Gianfranco. Sarebbe pronto un documento firmato da La Russa ed Alemanno, insieme a Maurizio Gasparri e Altero Matteoli. La mossa servirebbe a dimostrare che l’ex “padre padrone di An” non rappresenta più il 30 per cento del Pdl come è stato stabilito dal patto fondativo. Anche su Il Giornale si racconta di una riunione nello studio milanese di La Russa, dove un gruppo di 18 parlamentari ex di An del nord ovest hanno firmato un patto in cui si impegnano a rimanere nel Pdl anche se Fini dovesse uscire dal partito.
Su Libero l’editoriale di Maurizio Belpietro: “Giuliano Ferrara vorrebbe che Berlusconi tendesse la mano a Fini”, considerandolo non “un nemico del Cavaliere”, “ma solo un leader che vuole continuare a crescere sulla propria strada, e dunque non ha senso ‘umiliaro o marginalizzarlo platealmente’”. Ferrara, “che qualcuno accredita come novello consigliere di Fini – scrive Belpietro – fa un ragionamento politico sofisticato e certo sarebbe bello potergli dar ragione” ma la realtà e molto meno ricercata: “Fini non pone solo una questione di politica e di cultura, ma più banalmente di posti e di potere”.
Su Il Foglio si riconferma la linea del direttore in uno degli editoriali, ricordando che è difficile immaginare Berlusconi alle prese con la democrazia di partito, ma che è un tentativo che va fatto. “La chiave psicologica e tecnica dei successi del Cav e della sua famosa megalomania alla Kin Il Sing è la sua stessa anomalia. Non è un politico di professione e non ha alcuna voglia di diventarlo”, “riunisce gli organismi dirigenti a casa sua”. Si cita Wellington capo del governo all’uscita della riunione di Gabinetto: “Non capisco: ho dato un ordine e tutti si sono messi a discutere”. L’incubo di Berlusconi è che nel Pdl ci si metta a discutere le sue disposizioni, e il dubbio che gli instillano i più arcigni nemici di Fini, cioé i suoi ex amici e sodali, è che sia ormai preferibile spingere il Presidente della Camera a farsi un partitino tutto suo, lasciando quella rappresentanza del 30 per cento, concordata all’atto di nascita del Pdl, nelle mani operose dei colonnelli di An: “A noi sembra invece che un piccolo esercizio di democrazia interna potrebbe non essere così dannoso per il Popolo della Libertà”.
Stefano Folli sul Sole 24 Ore scrive che “a Fini conviene costituirsi minoranza nel Pdl pensando al futuro”. Sullo stesso quotidiano si scrive anche che Raffaele Lombardo potrebbe diventare l’ago della bilancia tra Fini e Berlusconi. O meglio: potrebbe diventare prezioso per Fini se quest’ultimo volesse separarsi dal Pdl facendo gruppo a sé; i cinque deputati e cinque senatori dell’MPA, ai quali si potrebbe aggiungere presto Adriana Poli Bortone, potrebbero infatti consentire a Fini di ottenere un numero di voti sufficiente a mettere, se non in minoranza, almeno in difficoltà il centrodestra berlusconiano.
Da segnalare oggi sul Corriere della Sera compare l’anteprima di un testo scritto qualche mese fa dal Presidente della Camera per l’edizione del libro-manifesto di Sarkozy dal titolo “Ensemble”. Il Corriere riassume così il messaggio: “La politica non insegua solo l’opinione pubblica”.
Su La Repubblica si parla del Pd con una sua proposta: per allungare la cassa integrazione guadagni da 12 a 24 mesi il segretario ha proposto un una tantum del 2 per cento sui redditi oltre i 200 mila Euro nel 2010 e nel 2011. Colpirebbe il 7 per cento della popolazione, per un incasso di 300 milioni di Euro. Ne parla anche Il Giornale: “Pd ossessionato dal fisco: serve un’altra tassa”, “il partito di Bersani vuole portare dal 43 al 45 per cento l’aliquota sui redditi superiori a 200 mila Euro l’anno”. Ci si riferisce ad un emendamento presentato dall’ex ministro del Lavoro Damiano ieri alla Camera.
Esteri
“Bipartititismo con le ore contate” è il titolo in prima pagina che Il Riformista dedica alle elezioni britanniche e all’ascesa del liberaldemocratico Nick Clegg. Il Foglio scrive che un sondaggio dà i Lib-Dem come primo partito inglese: per questo Brown e Cameron stanno tentando di demolire la “Clegg-mania”. Il Sole 24 Ore scrive che “l’exploit dei LibDem preoccupa gli investitori” poiché i fondi della city vorrebbero una maggioranza chiara: “Un governo di minoranza, sia esso labour o tory, costretto a chiedere voti al terzo uomo”, cioé a Nick Clegg, “vorrebbe dire incertezza nel risanamento di un deficit che sfiora i 167 miliardi di sterline, l’11,1 per cento del Pil.
Il Giornale scrive che se vincesse il LibDem Clegg, come primo effetto ci sarebbe un crollo ddella sterlina e una forte crisi in Borsa: “Né Clegg, né nessuno dei suoi candidati ministri ha mai ricoperto un incarico governativo, le loro politiche fanno spesso ridere”, secondo William Ward, che cita “la proposta di abolizione in modo unilaterale del deterrente nucleare britannico o quella di allentare i controlli sull’immigrazione o di arrendersi in ginocchio a Bruxelles”.
Anche La Stampa: “Anche Gordon Brown ha paura del terzo uomo. Il premier critica e blandisce i LibDem di Nick Clegg”. Sullo stesso quotidiano una analisi di Francesca Paci dedicata a quanto peserà l’immigrazione nelle urne britanniche e quanto la destra sia riuscita a fomentare la paura, mettendo nel mirino i lavoratori dell’est, gli ultimi immigrati.
Tre intere pagine dell’inserto R2 de La Repubblica sono dedicate a Clegg, che in un’ora e mezzo di dibattito televisivo ha sconvolto la campagna elettorale della Gran Bretagna (“Re in un notte”).
Sulla prima pagina de Il Foglio si racconta il “doppio colpo” a Baghdad: uccisi i due dei leader di Al Qaeda in Iraq, così finisce la ‘prima linea’”. Colpiti Al Masri e Al Baghdadi in un raid vicino a Tikrit. Scrive Il Foglio che Al Qaeda in Iraq stava riguadagnando terrenodopo due anni di crisi: il raid di domenica è il risultato di una settimana di una settimana di operazioni miste della intelligence irachena e dei soldati americani. Anche su La Repubblica, la foto del premier Al Maliki, che ha annunciato la morte dei due leader di Al Qaeda in una operazione congiunta con gli Usa, mostrando le loro foto.
Anche sul Corriere della Sera si parla del blitz notturno che ha colpito due capi di Al Qaeda ricercati da anni. Pare preparassero attacchi alle Chiese. Nel covo le forze speciali avrebbero sequestrato presunte lettere di Osama Bin Laden. Nell’operazione è morto un soldato americano.
E poi
Adriano Sofri firma su La Repubblica un articolo dedicato allo scrittore Roberto Saviano (“Saviano, il Cavaliere e la cosmesi universale”): “Berlusconi non ha proclamato che della mafia non si debba parlare: piuttosto che non se ne debba parlare tanto. Non ha detto che non si debbano vendere libri intitolati Gomorra: che non se ne debbano vendere tanti milioni”. Secondo Sofri “il segreto di Berlusconi non è la tabula rasa, il ritocco, la cosmesi, la cosmesi personale, da capo a piedi, capelli e tacchi, e quella universale, la filosofia della cosmesi”. Cita le fioriere di Genova e i rifiuti dalle strade di Napoli che spariscono.
(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)