Le aperture
Libero: “La cricca dei giudici. L’inchiesta sull’eolico. Le intercettazioni inguiano anche i magistrati. Cassazione e Csm costretti a misure punitive. Ma è tutta scena: la casta in toga è come le altre ma si assolverà”.
La Repubblica: “P3, inchiesta sui giudici. Indagine della Cassazione. Il Csm trasferisce Marra da Milano per incompatibilità. Bossi: ‘Il governo ora c’è, poi non so'”. I due commenti di prima pagina sono firmati da Massimo Giannini (“La corruzione nel nome di Cesare”) e da Francesco Merlo (“Da Cavaliere a Imperatore”). Di spalla: “Dal Vaticano pene più severe contro i preti pedofili”. A fondo pagina un richiamo a uno dei temi di cui si occupa oggi R2: “Dalla Nuova Zelanda alla Corea del Sud, ecco i paesi che continuano a correre. C’è anche un mondo senza crisi”.
La Stampa: “P3, si indaga sui magistrati. Le toghe nel mirino di Vassazione e Csm. Marra trasferito per incompatibilità. Primo sì alla manovra del Senato. Bossi sulle divisioni nel Pdl: Berlusconi ha la spada e presto la userà”. A centro pagina: “Sì alle nozze gay in Argentina. La prima volta in un Paese sudamericano. Cattolici in rivolta”. A fianco: “Vaticano, giro di vite contro i preti pedofili. Abolito il ‘segreto pontificio’ che proteggeva i responsabili. Anche i cardinali potranno essere processati”.
Da segnalare sul tema (“La rivoluzione di Ratzinger”) due intere pagine di Libero, con intervista al teologo Rino Fisichella: “Non temo gli scandali, ci rendono più forti”, il titolo.
Per tornare al quotidiano torinese, In prima anche una notizia superata nella notte: il Tar del Piemonte ha accolto in parte i ricorsi contro le elezioni regionali che portarono alla vittoria di Roberto Cota. Si dovranno ricontare diverse migliaia di schede. In prima anche una lettera di Maria Stella Gelmini alla studentessa di Novi Ligure che ieri parlava dei tagli alla scuola.
Su questa notizia apre il Corriere della Sera: “Piemonte, voti da ricontare. Sono 15 mila le schede a favore del governatore da riesaminare. Il Tar accoglie uno dei ricorsi. Cota: la gente ha scelto me”. A centro pagina: “Inchiesta su affari e politica. Csm e Cassazione in campo. ‘Quel giudice va trasferito'”. In evidenza anche il voto di fiducia sulla manovra: “Così cambieranno pensioni e tasse locali. L’età del ritiro legata alla aspettativa di vita”.
L’editoriale del quotidiano milanese è firmato da Francesco Giavazzi, che si sofferma sulla situazione della Consob, senza presidente e ridotta a soli tre commissari. Dopo l’uscita di Cardia non si è ancora proceduto a nominare il successore, e il governo “non sembra minimamente” preoccupato. In compenso Cardia non aveva neppure lasciato il suo ufficio che era già stato nominato presidente delle Ferrovie.
Il Riformista: “Forza Bruto”. “Tremonti e Bossi stringono il patto del toscano al Senato. Diktat lumbard al premier: usa la spada e fa’ pulizia nel tuo partito”.
Il Foglio: “Come mai il sapiente Tremonti non c’è mai quando la casa brucia. Tace nel gran giorno della Finanziaria, fa finta che Cosentino non sia mai esistito. Il lavorio di Casini e di D’Alema”. Tremonti è “nè pompiere nè piromane”, dice il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara.
Il Giornale: “E Berlusconi se la canta. Inchieste, dimissioni, liti interne, caos intercettazioni: la situazione è difficile ma il premier esorcizza il tutto andando ad esibirsi sul Duomo di Milano con Aznavour. E fa bene”.
Il Fatto quotidiano: “Otto milioni di poveri e lui salva Geronzi”. Sono gli “effetti della cena con Berlusconi”, perché nella manovra economica è stata inserita una norma “salva manager nei reati di bancarotta” costruita “su misura per il presidente di Generali”. A centro pagina la notizia del trasferimento del giudice Marra. “L’inchiesta sulla P3 mette nei guai il presidente della Corte d’Appello di Milano”.
Il Sole 24 Ore: “Le aziende chiedono crediti”. Si parla dell’assemblea dell’Associazione bancaria italiana, dove ieri ha parlato il Governatore della Banca d’Italia Draghi: “Banche solide, ma devono essere più vicine alle imprese”. A centro pagina, sotto una grande foto: “Vittoria di Obama: è legge la riforma di Wall Street”. Sotto, il voto favorevole del Senato alla Fiducia chiesta dal governo sulla manovra: “Il testo passa alla Camera. I Comuni bocciano i tagli del governo. Sì alla fiducia sulla manovra. Le regioni tengono le deleghe”.
Politica
Il Riformista intervista Lorenzo Cesa sulla ipotesi di governo di larghe intese: “Non si può fare senza Berlusconi”, nel senso che serve il “via libera” del premier, perché è “lui che ha vinto le elezioni”.
Su Il Sole 24 Ore un articolo spiega la “saldatura” dei cosiddetti “finiani” del Pdl con alcuni esponenti ex azzurri, come l’associazione “Liberamente” di Frattini. “I finiani promuovono Frattini. Granata: lui o Gelmini ottimi leader”. Sulla stessa pagina una intervista al capogruppo della Lega Nord alla Camera Reguzzoni: “Nessuno ha interesse a una rottura”. Al “futuro del governo”, tra Bossi e lo spadone del Cavaliere”, è dedicato un commento di Alessandro Sallusti, su Il Giornale, mentre un retroscena di Libero si sofferma sulle mosse di Berlusconi: “Quello io non lo voglio vedere. Il premier chiude le porte a Fini”.
Frattini viene intervistato da Maria Teresa Meli, sul Corriere della Sera. “Nel Pdl stillicidio continuo. Il partito ora va riorganizzato. Noi di Liberamente vogliamo dare un contributo per uscire dalle difficoltà”.
Sulle inchieste giudiziarie e la cosiddetta loggia P3 La Repubblica intervista Roberto Calderoli. Il ministro dice che il caso “sembra un film di Tognazzi” (“Vogliamo i colonnelli”), anche per il nome “Cesare” per chiamare Berlusconi, anche se “poi magari ci sono delle parti più serie rispetto a quanto lesta sui giornali”. Calderoli definisce “assolutamente opportuna” la decisione di Cosentino di dimettersi, su Verdini dice che ricopre una carica di partito e che dunque spetta al Pdl decidere. Quanto alla frase di Bossi, che Berlusconi deve “usare la spada”, vuol dire che il premier, che ha “sempre dimostrato di avere carattere” nelle fasi difficili, deve agire anche in questo caso. Se non ci saranno soluzioni si va alle elezioni.
Sul dibattito a sinistra da segnalare su Il Riformista un articolo dal titolo: “Ticket con Chiamparino, l’offerta di CdB a Vendola. Primarie: il governatore pugliese pronto a lanciare oggi la sua candidatura. In una cena romana De Benedetti gli ha messo sul piatto l’appoggio del suo gruppo editoriale in cambio dell’accoppiata (come vice) con il sindaco di Torino. Lui ha preso tempo e intanto prepara le truppe”.
Vendola viene intervistato da Il Fatto: “Sfido anche Bersasni. Vendola raduna le Fabbriche e annuncia che correrà alle primarie”.
Esteri
Da New York Federico Rampini racconta su La Repubblica il “ritorno da eroe” del ricercatore iraniano Amiri, arrivato ieri a Teheran. “Gli Usa volevano i nostri segreti. La Cia: ci ha aiutato in cambio di 5 milioni id dollari”. Gli Usa però non gli avrebbero ancora dato il denaro “dopo il suo voltafaccia”. “A Teheran ha recitato la parte del patriota senza chiarire i misteri della sua fuga”.
Un articolo de Il Foglio è dedicato alla situazione a Cuba, dopo la riapparizione televisiva di Fidel Castro. “I due Castro si giocano il futuro a scacchi (con strage di pedoni)”.
Di Cuba si parla anche su Il Fatto: “Noi non bastiamo, il regime liberi tutti. I dissidenti cubani: anni di vita in condizioni orribili, ma attraverso la radio del regime capivamo il vento”. A raccontare la situazione nel PAese è, da Madrid, il dissidente José Rodriguez.
Un articolo de Il Fatto si sofferma sulle tensioni tra i laburisti britannici: “Fratelli coltelli a Dowining Street. Blair e Brown, accuse e parolacce”. Se ne parla nelle memorie di Mandelson, che racconta la “lunga guerra tra leader laburisti”.
Su La Stampa un ritratto firmato da Maurizio Molinari del generale Petraeus. “Ciclone Petraeus a Kabul. ‘Qui comando soltanto io'”. Il generale mette in riga civili e diplomatici. Karzai cede: sì alle milizie tribali”.
E poi
Su La Repubblica un articolo di Nadia Urbinati (“I tre governi del Cavaliere”): dove si spiega che nel nostro Paese c’è un “governo sotterraneo, quello invisibile degli affari illeciti, una catena di relazione tra imprenditori, faccendieri, politici e uomini del crimine organizzato”, che pare “essere l’unico governo nazionale”, e poi c’è “il governo fittizio dei media”. Il primo è “invisibile perché segreto”, questo è “una costruzione per il pubblico, pensata e messa in scena per un destinatario che deve rimanere passivo, una audience priva di argomenti che servano a formulare giudizi valutativi”. Nessuno dei due governi si basa sulla “fiducia dei cittadini”. E poi c’è quello “uscito dalle urne due anni e mezzo fa.
Da segnalare sullo stesso quotidiano una intervista al grande scrittore americano Philip Roth, che parla di cinema (e anche dell’adattamento dei suoi libri al cinema). “Insopportabile” l’opera di Godard, a parte Fino all’ultimo respiro. Film americano preferito Toro scatenato, di Scorsese.
(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)