Le Aperture
La Repubblica: “Caso Verdini, caos in Campania. Grasso: favori tra reti criminali”. “Appalti eolico, indagato il coordinatore Pdl. Si dimette l’assessore che spiava il governatore Caldoro”. Di fianco “Il Pdl apre all’Udc ‘Niente diktat dalla Lega’”. “Bondi: ‘Il Senatur capirà’”. A centro pagina “Arriva la tassa comunale, ci costerà 400 euro a testa”. “Imposta sugli immobili che i sindaci gestiranno in autonomia. Formigoni: nessuno ci ha fatto sconti sui tagli”. In prima “Parigi, affare Bettencourt. Oggi il giorno della verità di Sarkozy”. “Il Presidente in tv: ‘Chiarirò tutto’. Per i francesi il paese è in declino”.Il Caso firmato da Salvatore Settis evidenzia come “La manovra uccide il nostro paesaggio”.
Il Corriere della Sera dedica l’apertura al nuovo campione del mondo, la Spagna che vince ieri contro l’Olanda. A centro pagina “Casini: governo di larghe intese” “Parla il leader udc dopo le aperture del Cavaliere. Bossi: federalismo fiscale entro l’estate”. “’Nessun veto su Berlusconi premier, ha vinto lui le elezioni’”. Di Piero Ostellino è l’editoriale che parla di “L’opposizione fatta in casa. Lega azionista privilegiato”. Ancora in prima: “Verdini, lite sulle dimissioni. I finiani: non potrà resistere”. “Inchiesta sui ‘poteri occulti’: il coordinatore divide il Pdl”. Segue di spalla la risposta di Emma Marcegaglia all’editoriale di Sergio Romano sulla classe dirigente “Le imprese cambiano e in meglio (Fiat compresa)”. Nelle pagine interne il presidente di Confindustria sottolinea “Non chiediamo aiuti, ma riforme vere. La Fiat? Meglio oggi che in passato”.
La Stampa: “Veleni nel Pdl arrivano le prime due dimissioni”. “Bossi a Berlusconi: noi e l’Udc siamo nemici” “Lasciano giudice e assessore-spia”. L’editoriale firmato da Marcello Sorgi evidenzia come “Il premier cerca l’Exit Strategy”. Seguono in prima le interviste al governatore lombardo Formigoni che sembrerebbe disposto ad un’alleanza con l’Udc, e un’intervista a Francesco Rutelli , presidente dell’Api, Alleanza per l’Italia, che evidenzia come la Lega “Staccherà la spina” alla maggioranza. Nelle pagine interne Rutelli continua “Casini si decida, non capisco la sua strategia” In prima “Tre infrazioni gravi, via la patente” “Giro di vite di Matteoli: se saranno commesse in un anno, bisognerà rifare la scuola guida”.
Il Giornale: “Trappola democristaiana per Fini” “Nonostante veti e dubbi, Casini entrerà nella maggioranza. Con la Lega, l’Udc ha un nemico comune che si chiama Gianfranco. E nel partito basta correnti, presto tornerà a comandare solo Berlusconi”.
Il Sole 24 Ore: “Scossa ai debiti degli enti locali”. “Manovra. Le misure per limitere gli effetti dei pagamentio in ritardo – A regime le possibilità di cessione dei crediti alle banche”. “Dal 2011 le compensazioni delle aziende con gli importi iscritti a ruolo”. A centro pagina”Con la deregulation l’impresa in un giorno non è più un miraggio” “semplificazioni. Al sud miglioramento di un mese”.
Politica interna
Giornata di interviste ai leader politici, anche alla luce della ormai famosa cena a casa Vespa, dov’erano presenti Berlusconi, Geronzi, Casini, Gianni Letta, Mario Draghi, il cardinale Bertone. Non a caso Filippo Ceccarelli (La Repubblica) dedica un intero articolo di costume e politica alla “tavola del potere” che il salotto di casa Vespa rappresenta.
Il leader dell’Udc Casini parla al Corriere, che così riassume le sue parole: “Un governo per le riforme. Nessun veto su Berlusconi presidente”. Casini lo definisce “un governo di responsabilità nazionale”. E’ l’unico modo per uscire dalla crisi politica: un esecutivo aperto a tutti, che sarà guidato da chi sceglierà il capo dello Stato, ma per il quale “non è possibile avanzare veti” su Silvio Berlusconi, dato che “ha vinto lui le elezioni”. Al momento, quindi, “l’Udc non ha alcuna intenzione di entrare nella maggioranza”, dice Casini rispondendo all’aut-aut leghista (o noi o loro).
La Repubblica intervista il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi e titola: “L’alleanza con Casini è una scelta legittima. Umberto deve capire”, “Anche Bersani si apra al confronto”. Bondi ricorda di aver scritto qualche giorno fa sul quotidiano leghista La Padania che l’alleanza Pdl-Lega è indispensabile per modernizzare il Paese, “ma non posso non considerare che Pdl e Udc fanno parte allo stesso titolo del Ppe e perciò, anche al di là di una comune ispirazione moderata, condividono gli stessi valori di fondo e gli stessi programmi. Per questa ragione, è legittimo che il Pdl continui a perseguire un diverso rapporto con l’Udc, fino a non escludere la possibilità di un riavvicinamento e di una nuova alleanza di governo”.
La Stampa intervista il leader di Alleanza per l’Italia Francesco Rutelli: “Casini si decida, non capisco la sua strategia”. Auspica un “governo del presidente”, ma la vede dura perhé dovrebbe condividerlo anche Berlusconi. Sarà la Lega, secondo Rutelli, a “staccare la spina alla maggioranza”: “se la lega, che ormai è azionsita decisivo del bipartito di maggioranza, non incasserà i dividendi annunciati nel Nord col federalismo, si chiamerà inevitabilmente fuori”. Di Casini dice di condividere “molte scelte politiche” e molte delle critiche a manovra e federalismo, ma poco chiara è la sua strategia e “se non si concretizza la strategia che io chiamo Terzo Polo, con obiettivi ben precisi, allora Casini rischia un predellino bis”. Il Terzo Polo è l’approdo naturale per Casini. E questo Terzo Polo “non sarà solo un’aggregazione di partiti”, “ma un soggetto capace di fare proposte al Paese per l’uscita dalla crisi”. Sulla stessa pagina de La Stampa, intervista al viceministro finiano Adolfo Urso, che dice: “Noi finiani favorevoli all’ingresso dell’Udc nel governo”.
Il Giornale intervista il governatore della Lombardia Roberto Formigoni: “I leghisti sbagliano: sì all’alleanza con l’Udc”. L’allargamento del governo “è nelle mani del Presidente del Consiglio. Ci penserà Berlusconi dialogando con Bossi. Se poi vuole il mio parere, io lo farei: allargherei all’Udc”.
L’Elefantino de Il Foglio sconsiglia: “lo scambio ipotizzato da Vespa e benedetto dalla segreteria di Stato è una coglionatura”, poiché “Casini è stato quello dei due ex alleati di coalizione che ha messo in discussione” la premiership di Berlusconi, “cosa che Fini non ha mai fatto”. Casini, a differenza di Fini “è un antibipolarista”.
Va segnalato che Il Giornale, esplorando il capitolo “tensioni nel centrodestra”, non risparmia (pagine 4 e 5) articoli non certo gradevoli per la Lega: scrive che “rischia di esplodere”, parla di dirigenti che tentano di “accaparrarsi” il partito sponsorizzando i figli di Bossi contro l’attuale dirigenza e, soprattutto, nella pagina a fianco un titolo parla di un “Dono a Lady Bossi”, ovvero 800mila euro per la scuola padana. Un decreto del ministro del Tesoro ha destinato i fondi per lavori di ristrutturazione alla ‘Bosina’ di Varese, l’istituto della amoglie del senatùr diretto da un ex senatore leghista. Insomma: “da Roma ‘ladrona’ un fiume di denaro”, si titola. E l’articolo viene richiamato anche in prima pagina.
Inchieste
La Stampa parla di bufera ne Pdl dopo le rivelazioni sulla cena a casa del coordinatore Pdl Denis Verdini. “La prima testa è caduta: Antonio Martone, ex avvocato generale in Cassazione e aspirante procuratore generale della Cassazione, da qualche mese a capo di una Commissione per la valutazione, l’integrità e la trasparenza (e non è uno scherzo) delle amministrazioni pubblich e istituita dal ministro Brunetta, lascia la magistratura”. Secondo l’inchiesta sull’associazione segreta messa in piedi da Flavio Carboni, Martone avrebbe partecipato alla cena del 23 settembre scorso a casa Verdini, nel corso della quale si sarebbe discusso di come avvicinare i giudici della Consulta che dovevano pronunciarsi sul Lodo Alfano.
Lo stesso Martone, intervistato dal Corriere, dice: “Io sono stato chiamato da Verdini per discutere di federalismo fiscale. Poi, certo, di ‘Lodo Alfano’ si è parlato, era un argomento di moda. ma non ho mai tentato di condizionare nessuno per nessuna decisione”.
Si è dimesso intanto l’assessore della Regione Campania Ernesto Sica, che avrebbe confezionato il dossier contro il governatore della sua stessa parte politica Stefano Caldoro. E Caldoro stesso colloquia con La Stampa: “E’ solo un esecutore”, dice chiedendosi “chi è il burattinaio”.
Il giornale si occupa estesamente della questione: “Trans e bugie, il finto dossier che doveva infangare Caldoro. La velina diffamatoria contro il governatore campano diffusa sul web. Il documento parla di rapporti a luci rosse e di accordi elettorali coi clan”.
Va segnalato anche che nel capitolo aperto dalla richiesta di dimissioni di Denis Verdini venuta da parte dei finiani, in casa Pdl, alcuni quotidiani, come il Corriere, riferiscono di nuove intercettazioni in arrivo. Italo Bocchino, già vicecapogruppo Pdl e finiano, dice: “Sarà quello che verrà fuori che porterà Verdini a dimettersi: noi abbiamo visto finora solo una parte delle intercettazioni, quella relativa alle responsabilità addebitate agli altri indagati. Ma quando emergeranno le intercettazioni, è difficile che riesca a resistere”.
E poi
Sul Corriere della Sera, “Terza pagina”, le parole del premio Nobel Imre Kertész, sopravvissuto ad Aushwitz, che dice: “Per noi scrittori ebrei è preferibile vivere in Germania che in Ungheria”. Risponde agli attacchi della destra magiara e accusa: “La cultura dell’Olocausto appartiene all’Europa intera. E’ triste che ad Est nessuno abbia saputo accoglierla”.
La Repubblica racconta la mobilitazione in corso in tutto il mondo per tentare di salvare dalla lapidazione una donna iraniana accusata di adulterio. Si chiama Sakineh e sul sito www.freesakineh.org si raccolgono le firme per una petizione.
L’inchiesta di R2 de La Repubblica apre sul caso Claps. “L’assassinio di Elisa Claps, le indagini su Restivo, i depistaggi: tutto ruota intorno alla Chiesa della Santissima Trinità a Potenza”. Segue “Le voci nella mente di Danilo”. Nelle pagine dedicate al “Reportage” di Repubblica un’inchiesta dedicata a “Guantanamo. Quel carcere- lager simbolo degli sprechi” “Nei giorni cupi la prigione più famosa del mondo arrivò ad ospitare 800 presunti terroristi. Oggi ne restano 181. Presto, però ci saranno soltanto 48 ‘elementi pericolosi’. E gli Usa spendono ogni anno 180 milioni di dollari”.
(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)