Il Klippan in divenire, di Carla Sedini

Io abito con un cane, un gatto e un marito.
A casa nostra c’è un divano dell’Ikea, il Klippan.
Il nostro Klippan è rosso e si trova in cucina.
Circa quattro anni fa al Klippan è ceduto un bracciolo.
Nota di poco interesse, forse, ma quel cedimento significa molto.
Ecco perchè.
A casa nostra per circa un anno ha vissuto una persona cara, il papà di mio marito.
Enzo era simpatico, gentile, ma malato. Diventare anziani non è necessariamente brutto, ma alcune persone col sopraggiungere della vecchiaia devono vedersela con la malattia silenziosa: l’Alzheimer. Il fatto che si chiami malattia degenerativa non è un caso. I malati di Alzheimer, e quindi anche Enzo, manifestano dei momenti di estrema irrequietezza fisica. Provate però a pensare ad un anziano che si vuole muovere continuamente, che non riesce a stare fermo. Sembra essere una contraddizione in termini, eppure è così. Enzo aveva dei momenti in cui non riusciva fisicamente, anzi mentalmente, a stare seduto sul divano, il Klippan appunto. Certo non è un divano molto comodo per un anziano, ma non era questo il problema. L’irrequietezza era semplicemente uno dei sintomi della malattia. E allora Enzo passava pomeriggi ad alzarsi dal divano per poi tornare a sedersi e così via per ore. Ovviamente il gesto di sollevarsi e di rimettersi seduto non era affatto semplice per lui, il divano era troppo basso e lui troppo insicuro sulle gambe. Quindi Enzo metteva tutta la forza che aveva su quel bracciolo e lo usava come perno per portare a compimento quei gesti quasi involontari. Lentamente il bracciolo ha iniziato a cedere sotto il suo peso, ogni giorno la conca su di esso si faceva più profonda, fino a che ha praticamente ceduto.
Noi il divano Klippan ce lo abbiamo ancora. Capita spesso che qualche amico ospite ci chieda, magari facendo una battuta, cosa sia successo al divano e noi rispondiamo con un sorriso per non turbare con una storia un po’ triste il nostro ospite. Il divano Klippan è al centro della casa, nella stanza più frequentata. Ce l’abbiamo sempre davanti agli occhi e quel bracciolo è sempre lì a ricordarci di Enzo. All’inizio il ricordo si faceva spesso doloroso, ma pian piano abbiamo iniziato a ricordare le sue battute, il suo fare a volte sornione e siamo riusciti persino a sorridere di alcuni momenti tragicomici frutto della malattia.
Il bracciolo del divano Klippan mi ha fatto venire in mente la concezione del divenire di Aristotele. È come se quel bracciolo compromesso inizialmente avesse simboleggiato la privazione: era un bracciolo rotto così come la mente di Enzo era ormai compromessa. Il tempo ha iniziato invece a dare forma a quel bracciolo. Oltre al tempo anche il nostro gatto, che adesso usa la conca come cuccia, ha contribuito a dargli forma, dove per forma si intende l’acquisizione di un significato. Laddove c’era assenza ora c’è presenza: ci sono ricordi, ci sono sorrisi e c’è un gatto.
E’ vero però che il sostrato rimane lo stesso: l’amore.

Vitalba Paesano: Interessata al web fin dal 1996, quando di Internet si occupavano solo gli ingegneri, sostiene da sempre l'importanza dell'interattività come misura di qualità di vita per il mondo senior. Per questo ha fondato www.grey-panthers.it, testata giornalistica online, ad aggiornamento quotidiano, dove tutto, articoli, rubriche, informazione, è a misura di over50
Related Post