Ho pulito tutto, adesso ho riserve, pret a fumè, per almeno un mese. E’ un’attività domenicale, come le unghie oppure il pizzo da definire. Un po’ serve a rassicurarmi, un po’ a far passare il tempo in maniera produttiva. Stamattina, un’altra giornata senza elettricità mi ha dato il buongiorno, e così sono andato a controllare nell’ospedale regionale l’andamento dell’unità nutrizionale. Da mesi abbiamo mortalità che sono il doppio dell’accettabile (io sono arrivato da un mese….). Le cause sono molte, ma ha giocato abbastanza il disinteresse del medico responsabile che sta sul libro paga dell’ong per cui mi capita di lavorare in questi tempi. Ho avuto il piacere di incontrare il nuovo medico, appena assunto, un gigante nero con la faccia da buono, intento sui piccoli clienti. Mi ha illuminato la giornata, i miracoli sembrano continuare ad accadere in questa terra di tragedie continue, perpetuate, infinite. Poi sono andato in moto, una Honda 100cc, a trovare Lucy, 23 anni, orfana per AIDS e Ebola, che alleva, con i suoi 100 dollari di salario che prende dalle UN per il suo lavoro di donna delle pulizie, i suoi due fratelli e una cuginetta pure lei orfana. Lucy si e’ trasferita ieri dal tugurio dove abitava in città a questa capanna rotonda fatta di terra e paglia con due finestrine e una porta bassa in mezzo alla campagna. La sua nuova casa sta a 10 minuti a piedi dal centro della città, oppure a mezz’ora se si va con i mezzi di trasporto locali, il boda boda (passaggio su bicicletta o motorino su sellino predisposto) o il bushtaxi. A piedi si fanno le scorciatoie su assi traballanti e canneti e su vie d’acqua e non ci sono intasamenti. La capanna è in mezzo all’Africa anche se è vicinissima alla città. Ho comprato un boschetto di bamboo che confinava con il terreno di Lucy e il prossimo lavoro sarà fare una palizzata con legni e rovi, in maniera da delimitare il terreno includendo il nuovo acquisto (mi è costato, il boschetto, due paia di lenzuola singole, pantaloni e camicia, scarpe per il padrone vecchissimo e sdentatissimo, e lo stesso per sua madre, che non riesco a immaginarmi come possa essere messa e che non ho mai conosciuto). Voglio regalare a Lucy delle bouganville da mettere tutto intorno al terreno, così fra tre anni sarà già tutto coloratissimo. Lucy sta dipingendo la casa, azzurra dentro e fuori ancora non sa. E’ un posto tranquillissimo, a me sembra una preziosa opportunità per conoscere la gente del posto. Poi sono andato da Davide, il guerriero della pace, una passeggiata in moto con intorno alberi e cespugli e radure e stradine ombrose africane, a prendere il tè. Davide aveva gli occhi rossi, da postumi ultima cena fatta insieme la sera prima, da cui io ero svanito verso le 22.30. Poi a casa a leggere una cosa abbastanza leggera e neanche troppo bella, ma rilassante. Sono le 14 di una domenica di riposo qui nella periferia dell’impero, ai bordi del nulla, io e le batterie del mio computer, solidali, da qui all’eternità. Si vive di illusioni fino ai 50. Poi inizia l’era dei rimpianti e dei rancori. Ma a 51, mi hanno assicurato, inizia una nuova vita. Dove si è sereni e si comprende e si agisce di conseguenza in armonia con materia e spirito, e ci si eleva fondendosi con il big bang ineluttabile della nostra vita. I am looking forward.
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Vitalba Paesano in Letture
“Ho pulito …”, di Pio Iglesias
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