Marc Augé
editore Raffaello Cortina
pagine 82
prezzo 8 euro
Esistono i “non luoghi”? Per Marc Augé sì: sono i siti nuovi senza storia e senza aura, privi di tracce evocative e di estetica del vissuto. Per Augé “non luoghi” sono le nuove cattedrali della globalità, dagli aeroporti ai centri commerciali, identici nella loro diversità, pronti per essere usati in logiche pavloviane da tutti, dagli europei come dagli asiatici, dai teenagers come dai nuovi e vecchi anziani. Prototipo del luogo che è invece vero luogo è il metrò parigino, cui Augé è particolarmente affezionato. Vent’anni fa ne ha scritto (“Un etnologo nel metrò”), oggi torna a raccontarlo, in un breve saggio in cui l’autore mette a nudo il suo sguardo sulle cose e sulle persone, per comprendere in ogni dettaglio il microcosmo sotterraneo. Risultato: il lettore impara a – scusate la parola – decodificare ciò che quotidianamente vede, sente e respira nelle viscere della città, a contatto con un’umanità che, se si osserva come un etnologo, ha molto da comunicare, favorendo importanti insight anche per il nostro lavoro. Letto il piccolo contributo viene un dubbio. Ma siamo sicuri che esistano i “non luoghi”? Non succedono le stesse cose negli aeroporti, nei centri commerciali, negli autogrill autostradali? Non dipende tutto dall’attenzione e dagli obiettivi di chi guarda? Se si osserva come un etnologo, il non luogo diventa necessariamente luogo carico di significati. Marc Augé ha forse scherzato: i “non luoghi” non esistono.
(fonte: Cinqueminuti- gfK Eurisko)