Ossi di seppia
Sequenza dal film Lezioni di piano
La spiaggia è una frontiera, il luogo di un incontro tra terra e mare, tra oggi e ieri, tra ieri e domani. Sulla spiaggia si passeggia con l’occhio all’orizzonte, e passeggiando si trovano i doni, belli e brutti, che il mare ha portato, i “sassi che il mare ha consumato”, come canta Gino Paoli. Se proviamo a pensare alla spiaggia come alla metafora della nostra vita, possiamo trovare nascosti nella sabbia dettagli, incontri, ricordi smussati dal sole, dall’acqua, dal tempo. Basta poco, ed ecco parole perse sulla battigia, foto smangiate dalla spuma, sorrisi impigliati nelle reti da pesca, libri dimenticati, biglie di plastica, resti di vulcani spenti. E, ancora, fossati, castelli, conchiglie preziose, che a loro volta riecheggiano mari lontani, magari soltanto sognati. I resti di un falò, i giochi che pensavamo di avere perduto, i rifiuti che pensavamo di avere gettato e che tornano invece a incupirci il cuore. Ami arrugginiti, alghe, lische di pesce, gigli di mare, vecchie bottiglie rimaste da notti di festa. Ossi di seppia, scheletri di memoria che hanno ancora tanto da dire.
Esercizio 4: Ripercorrete la spiaggia della vostra vita raccogliendo i ricordi levigati dalla marea: conchiglie, sassi, vetrini, rifiuti…
“La mente non si accontenta di evocare (…) ha bisogno di gettare le reti tra i ricordi” Duccio Demetrio