Breve corso di autobiografia, a cura di Louisette Palici di Suni e Alessandra Mascaretti- 4^ puntata: Come quando fuori piove

Come quando fuori piove

 

La pioggia ci parla: delle stagioni, degli umori, della memoria. Quando piove, il mondo luccica, scivola, gocciola, lacrima, si appanna, a volte esplode, e poi ritorna a brillare. La pioggia ci riporta agli stivali colorati e alle ampie mantelle dell’infanzia, ci ricorda la giovinezza e i suoi baci sotto l’ombrello, il sottobosco d’autunno, le viole in primavera, i temporali che spezzano l’estate. La pioggia disseta i campi, rovina le feste, agita il mare, rende nero l’asfalto e cupe le montagne. La pioggia è promessa di vita, è profumo di terra bagnata. La pioggia è rumore: le gocce che picchiettano sull’acqua, che sospirano tra le foglie, che battono sui vetri mentre siamo dentro al caldo, di fronte al camino. La pioggia esalta la felicità, fa il verso alla melanconia, segna il tempo delle canzoni, al ticchettio dei tergicristalli. Piove, non vedi come piove… La pioggia ci fa cantare, ci fa ballare, ci fa sorridere e soffrire.

Non sempre ce ne accorgiamo, ma la pioggia ci parla e, attraversando il tempo, fa parlare i nostri ricordi.  

 Esercizio: Raccontate un ricordo legato alla pioggia

“Ma la storia è come una stringa piena di nodi, tutto quello che puoi fare è ammirarla e magari aggiungervi un altro nodo. La storia è un’amaca su cui dondolarsi, è un gioco di società per i giorni di pioggia. È la cuccia di un gatto.” Jeanette Winterson

redazione grey-panthers:
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