“Le ricette di Petronilla”, di Amalia Moretti Foggia, a cura di Stefania Barzini
Guido Tommasi Editore
pagine 352 – euro 18
Petronilla, dott. Amal. Chi si nasconde dietro questi pseudonimi sulla “Domenica del Corriere”, sul “Corriere dei Piccoli”? Chi, per quasi vent’anni, tra il 1929 e il 1947, ha insegnato a milioni di italiani, a mangiar bene con poco, a curarsi correttamente, a vivere una vita più sana ed equilibrata?
Oggi, Guido Tommasi Editore ripropone “Le Ricette di Petronilla”, raccogliendo gli originali suggerimenti gastronomici di Petronilla, presentando ricette per ogni occasione. Dai primi piatti alle pietanze di carne, pesce e verdura, per concludere con dolci, marmellate e liquori. Il volume è arricchito dalla testimonianza di Gianfranco Moretti Foggia, nipote di Amalia e memoria storica dell’illustre famiglia della quale proveniva Petronilla, svelando dettagli, aneddoti e curiosità altrimenti sconosciuti della vicenda biografica nascosta dietro un nome d’arte diventato celebre.
La giornalista, nel libro dedicato a Petronilla, è autrice di alcune ricette a lei ispirate, che conducono alla riscoperta della cucina semplice, casalinga e parsimoniosa che ispirò i pranzi e le cene di migliaia di famiglie italiane negli anni ’30 e ’40. Barzini nella prefazione confessa di aver sognato “per tutta la vita di essere Petronilla”, in una rubrica di cucina per poter dialogare con le casalinghe di oggi. Qui propone ricette “un po’ particolari, semplici, di cucina quotidiana ma anche adatta ai giorni di festa”, lontana dagli artifici da chef televisivi, proponendo un “piccolo universo culinario, cos’ come molti anni fa ha fatto mirabilmente Petronilla”.
“Una riproposta encomiabile, che le amiche grey-panthers non si lasceranno sfuggire. Perché il buon senso in cucina è una costante che vale sempre, che vince sulle mode e sulle manie. La povertà dei tempi di guerra quando scriveva Petronilla, valgono i momenti bui di tante famiglie oggi, che a scrivere e lavorare di buon senso e fantasia è Stefania Barzini. Donna che noi conosciamo bene perchè capace di fare pranzi luculliani, ma anche di portare in tavola piatti poveri per costo di ingredienti, e comunque ricchi, sempre, di amore gastronomico”(vp).