Ci sono giorni in cui la vita ti chiede di fare un po’ di conti. E, come accade ogni volta che lei ti parla, vieni preso alla sprovvista. D’altronde tu non sei nato pronto. Hai dietro di te le occasioni perse e davanti quelle che perderai. La sola prospettiva di fare una stima dei tuoi insuccessi passati, presenti e futuri ti provoca l’orticaria.
Cogliere le occasioni è difficile, ancora più che dimostrare di meritarle. Prima devi combattere con te stesso e poi, se riesci a vincere, devi lottare con il te stesso che ha deciso di vincere. Ma non era meglio arrendersi? Fuori c’è il mondo, che non fa altro che metterti alla prova e in certi giorni è proprio una seccatura.
Ma cosa c’è nella vita di più stimolante che rischiare? Non con i soldi che non si hanno giocando alla tombola online, non con sostanze stupefacenti di varia origine e composizione, non con l’esistenza degli altri. No, la cosa davvero spassosa (nella vita e soprattutto avendo raggiunto un’età in cui non si sa perché molti ritengono non si dovrebbe) è mettere in discussione tutto ciò in cui si è creduto fino al giorno prima. Non è interessante l’idea di osservarsi da un punto di vista diverso, di provare a cambiare, pur restando consci che può capitare di non piacersi? Tanto che ti cambia? In fondo non ti sei mai piaciuto veramente. Continuerai a esserti antipatico, ma almeno per motivi nuovi. È pur sempre un’evoluzione.
Se sei santo impara a parlare con i malvagi, se sei malvagio parlare con i beati. Se sei medio parla con i pollici, se sei pollice con i mignoli. Questa è una buona direttiva da seguire: magari non ti regalerà grandi soddisfazioni, ma di certo abbatterà la noia.
Perché è enormemente tedioso essere relegati nel ruolo di vecchio e di saggio o, ancora peggio, dover sempre dimostrare a se stessi e al mondo di avere ragione, di aver fatto la scelta giusta. In realtà, se ci pensi bene, avrai anche preso alcune decisioni corrette, ma non sei la personificazione della perfezione. Proprio no. Hai percorso tanta strada, ma hai sempre come l’impressione che manchi un centimetro all’arrivo. Il traguardo in teoria è lì, ma non riesci mai a tagliarlo. Non a caso uno dei tuoi incubi ricorrenti è una situazione di emergenza in cui riesci a muoverti soltanto al ralenti.
Non eri vincente prima e magari non lo diventerai nemmeno se ribalti la tua esistenza. Hai tanto desiderato arrivare alla meta, ma sei da sempre vittima dell’effetto ralenti, che purtroppo ti perseguita non solo nel sonno, ma pure da sveglio. Non sei un Vincente e nemmeno un Giusto, non possiedi né la verve dei Vincenti né la calma dei Giusti. Il fatto è che i concetti maiuscoli non fanno per te, anzi forse dovresti cominciare a scrivere in piccolo anche le iniziali del tuo nome e cognome. Hai la verve e la calma (poca roba), ma non sei uno che getta la spugna.
Non vuoi rassegnarti, non intendi sederti? Allora trova una strada in salita e inerpicati e, anche se ti muovi con la lentezza di una lumaca artritica, cerca ancora una volta di raggiungere un punto che assomigli vagamente a una vetta. E se poi, com’è già successo, arriva la slavina? Un tempo eri giovane, ma adesso come farai a metterti in salvo? Già la immagini già mentre scende rapida e ti centra in pieno. Pazienza, accetterai la possibilità di fallire anche stavolta.
A pensarci bene la cosa buffa è che malgrado tutto non ti senti un fallito. Sei un diversamente realizzato e ne sei fiero. Potresti fondare un club. Hai imparato tanti anni fa a ragionare con lucidità e a non raccontare le bugie al tuo prossimo e, impresa che nella tua pochezza ritieni non da poco, nemmeno a te stesso.
Tu e la tua lumaca interiore insieme ne avete affrontate di scalate, strisciando incerti. Non sarebbe quindi ora di evitare la slavina, conquistare la cima per guardare l’ampiezza dell’orizzonte e – perché no? – farsi ammirare da esso? No, perché non sarebbe divertente.
Come dice il nano Gimli nel Signore degli Anelli, “Certezza di morte, scarse possibilità di successo. Che cosa aspettiamo?”
Gettati in nuove sfide senza pensarci troppo e ricorda che è molto più creativo buttarsi sui chiodi che vegetare sul morbido. La tua lumaca tanto ha il guscio. Tu no, accidenti, ma questo è un dettaglio: un diversamente realizzato doc non ha paura di farsi male.